Le telefonate nella notte tra Eisenhower e Macmillan di Gino Tomajuoli

Le telefonate nella notte tra Eisenhower e Macmillan Le telefonate nella notte tra Eisenhower e Macmillan Come la Gran Bretagna ha vinto le esitazioni dell'alleato - La nota americana respinge duramente le accuse russe - I problemi che susciterebbe la presenza di Kruscev negli Stati Uniti (Dal nostro corrispondente) Washington, 22 luglio. Per evitare una frattura fra gli alleati in questo grave momento, Eisenhower e Dulleshanno rinunciato stasera al progetto di rispondere negativamente alla proposta di Kruscev per una conferenza al vertice sulla crisi del Medio Oriente. Nemmeno ventiquattro ore sono passate da quando Dulles ritenne che gli ultimi sviluppi politici e diplomatici della situazione gli permettessero di «accantonare» gli accordi presi domenica mattina con Lloyd. I due ministri avevano deciso di rispondere a Mosca suggerendole di convocare una sessione speciale del Consiglio di Sicurezza, alla qi">Ie sarebbero intervenuti tuui I capi di governo che lo desiderassero; ma ieri il Segretario di Stato ritenne che si dovesse soprassedere a questa proposta e rispondere in tono più duro. Seguì, durante la serata e la notte, un'incalzante serie di messaggi telefonici da Londra, in cui Macmillan e Lloyd sconsigliavano, come inopportuno e pericoloso, un simile mutamento di posizione. Ieri sera Eisenhower e Dulles avevano pensato di rispondere in questi termini: un incontro fra i capi di governo limitato alla sola questione del Levante non era giustificato dagli avvenimenti; se però Kruscev desiderava presentarsi davanti al Consiglio di Sicurezza rifinito in sessione normale poteva sempre farlo, in base alla Carta dell'ONU; da parte loro, gli Stati Uniti suggerivano piuttosto che venissero riprese le conversazioni confidenziali fra ambasciatori per l'accurata preparazione di un incontro al vertice, nella cui agenda avrebbero potuto.essere inclusi anche i problemi del Medio Oriente, purché la Russia accettasse d'includere i problemi nati dalla sua occupazione di tanti altri paesi. La reazione inglese a questa « evoluzione » del pensiero di Dulles è stata rapida e forte: Macmillan annunciò bruscamente ai Comuni che l'Inghilterra era favorevole al progetto iniziale Dulles-LIoyd, di convocare una sessione speciale del Consiglio di Sicurezza; e stamane mandò rapidamente a Mosca una risposta In cui, accettando con qualche riserva la proposta di Kruscev, si riservava di far conoscere la definitiva forma della controproposta inglese. La Casa Bianca non aveva che da inchinarsi alla insistenza britannica. Cosi nel primo pomeriggio 11 segretario-stampa del Presidente convocava d'urgenza 1 giornalisti e dichiarava che Eisenhower aveva deciso di associarsi alla proposta britannica « se la convocazione speciale del Consiglio di Si¬ curezza è davvero generalmente desiderata ». Alla fine della giornata la Casa Bianca diramava il testo della risposta americana a Kruscev. In essa il Presidente respinge anzitutto l'accusa che gli Stati Uniti abbiano agito nel Libano in modo calcolato a disturbare la pace; anzi, sono intervenuti per arrestare gli atti di violenza e per proteggere l'indipendenza di una piccola nazione: il modo con cui si è espresso Kruscev, non sembra studiato per promuovere un'atmosfera di calma e di ragionevolezza. Egli respinge anche l'accusa che l'America sia ostile alla unificazione araba; chiede solo che avvenga ordinatamente e legalmente. La Russia invece ha voluto solo sfruttare propagandisticamente la situazione, sostenendo che la proposta americana di sostituire le truppe con un corpo internazionale di polizia non significa nulla e che la questione doveva esser discussa solo fra cinque capi di governo al di fuori dell'Onu. Ciò è illegale, sostiene Eisenhower, e darebbe al mondo l'Impressione che solo le grandi potenze hanno il potere di fare la poco o la guerra. Se l'Unione Sovietica crede sinceramente alla pace, può presentare le sue proposte ed osservazioni davanti al Consiglio di Sicurezza, che sta già trattando alcune fasi del problema mediorientale. Alla fine Eisenhower conclude: «Io non escludo, naturalmente, che la discussione dei problemi mondiali che non minaccino urgentemente la pace del mondo possa avvenire anche al di fuori dell'Onu. Ma non posso non deplorare il persistente rifiuto del vostro governo di aderire ad adeguate preparazioni per un incontro al vertice ». La nota termina con l'ardente augurio che la Russia voglia unirsi all'America per assicurare al mondo una pace durevole. La risposta è stata consegnata direttamente da Dulles all'ambasciatore sovietico, ed è previsione generale che la replica di Mosca possa aversi entro poche ore. Fonti autorevoli assicurano, infatti, che Kruscev avrebbe fatto sapere al Segretario generale dell'Onu di essere dispostissimo a recarsi a New York. Molti problemi sorgono con la possibilità dell'arrivo del dittatore negli Stati Uniti: oltre a quelli, ovvii e imponenti, di assicurare la sicurezza personale del Primo capo di governo sovietico mai giunto in America, vi sono quelli di pertinenza della segreteria generale dell'Onu sulla partecipazione al Consiglio di Sicurezza di membri straordinari. Come ai ricorderà, Kruscev ha invitato anche Nehru alla conferenza a cinque, ma l'India non è membro del Consiglio; ed inoltre gli americani vedrebbero con favore la partecipazione di un altro capo di governo estraneo all'organismo: 11 presidente Nasser. Vi è infine il problema della Cina nazionalista, il cui delegato è membro permanente del Consiglio di Sicurezza. La Casa Bianca non ha voluto dire sino a questo momento se Eisenhower, In caso della prevista accettazione sovietica, parteciperà al convegno. I suoi intimi sostengono che egli rifugge dall'idea di incontrarsi con Kruscev e di sentir accusare l'America di aggressione, e favorirebbe quindi la nomina di Dulles a capo della delegazione americana. Ma pare che Macmillan insista perché i capi deirCccidente affrontino bravamente l'attacco propagandistico sovietico, sicuri come sono di poter ribattere con la prova dei fatti. Sarà possibile, ci si chiede pure al Dipartimento di Stato, non invitare Kruscev a Washington, qualora egli venisse negli Stati Uniti? La Casa Bianca contempla con sgomento questo delicato problema politico-protocollare, ed il segretario-stampa del Presidente ha rifiutato di far congetture sull'atteggiamento del governo americano, qualora anche Kruscev, come tutti i capi di governo che si recano all'Onu, dovesse chiedere di fare una visita di cortesia ad Eisenhower. Gino Tomajuoli