Un altro processo a Bologna per frode in danno dell'Inam
Un altro processo a Bologna per frode in danno dell'Inam Un altro processo a Bologna per frode in danno dell'Inam Bologna, 16 luglio. Avrà inizio domattina, davanti al Pretore di Bologna, dott. Latini — insediato anche per questa occasione nell'aula d'Assise d'Appello — il procedimento penale a carico di cinquantuno medici e diciassette propagandisti di prodotti medicinali, accusati di frode in danno dell'Inani. E' tutt'altro che improbabile, però, che il processo sia rinviato a nuovo ruolo subito al termine della prima udienza. La clamorosa vicenda giudiziaria prese le mosse nella primavera del 1956 attraverso un dettagliato esposto presentato alla Pretura di Bologna dalla direzione provinciale dell'Inam, circa un aspetto particolare dell'attività di una casa produttrice di medicinali con sede in provincia di Como. Dall'esame dei computi statistici delle prescrizioni medicinali fatte dai medici convenzionati a favore di assistiti dall'Istituto, era emersa una notevole dilatazione delle vendite delle specialità prodotte dalla casa oggetto dell' indagine. L'Inam chiariva i mezzi con i quali la casa aveva potuto cosi sensibilmente incromentaie le proprie vendite; lasciando al magistrato, cui era diretto l'esposto, il compito di stabilire se tali mezzi potessero essere considerati leciti o illeciti. L'ipotesi accolta dagli istruttori, a conclusione di indagini protrattesi per circa due anni, è stata la seconda. Nell'illecito si è ritenuto di coinvolgere anche un notevole numero di sanitari che si sarebbero prestati, dietro comperisi di varia natura: a favorire la vendita dei prodotti della casa lombarda. Si è, cioè, configurato il cosiddetto reato contravvenzionale di < comparaggio », previsto dal Testo Unico delle leggi sanitarie, per il quale il massimo della pena consiste in una ammenda fino a 40 mila lire o in un anno di arresto.
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