Scalata in quattordici ore la parete nord del Gran Paradiso

Scalata in quattordici ore la parete nord del Gran Paradiso Brillante impresa degli aostani Garda e Giometto Scalata in quattordici ore la parete nord del Gran Paradiso Superato un muragliene di ghiaccio a strapiombo per 800 metri - Bivacco in alta montagna sulla via del ritorno mentre infuria una bufera di vento (Dal nostro corrispondente) Aosta, 14 luglio. Franco Garda c Sergio Giometto hanno brillantemente concluso la loro ascensione eulla direttissima della nord del Gran Paradiso. Stasera sono rientrati ad Aosta accolti da una calorosa manifestazione di simpatia da partejfci alpinisti ed amici. * Particolarmente notevole è la rapidità con la quale i due scalatori sono riusciti a vincere il pauroso muraglione di ghiaccio che per 800 metri si staglia dal ghiacciaio di I»avaciù e che occorre superare per raggiungere ì 4061 metri della vetta. Garda e Giometto hanno impiegato solo quattordici ore di salita, compiendo l'intera ascensione nella giornata di ieri. Usciti in vetta alle 19 di ieri sera, quando una densa cortina di nubi avvolgeva ormai la montagi a, si sono portati sulla via normale e, trovato un terrapieno roccioso poco prima della crepacela terminale, hanno deciso di bivaccare Solo stamane quindi sono rientrati al rifugio «Vittorio Emanuele ». I due alpinisti al loro rientro si sono innervositi per le notizie troppo frettolose apparse su alcuni giornali che narravano le fasi salienti della salita in data di sabato, quando le due guide erano ancora al rifugio. « Sabato infatti — ha detto Sergio Giomet to — ci siamo recati nel pomeriggio sulla eresta morenica che costeggia la via normale per dare un'occhiata alla parete nord. Siamo partiti per l'ascensione so?tanto ieri mattina alle 2 e dopo avere attraversato i ghirjciai del Gran Paradipo e dì Lavaciù, alle 5 eravamo all'attacco, a quota 3250 metri. A guardare la parete ancora avvolta dalle ultime nebbie della notte, sentivamo un senso di sgomento, mentre i nostri occhi frugavano già per\cercare il tracciato terminale per l'uscita in vetta. « Passato l'ultimo crepaccio, abbiamo costeggiato la zona dei seracchi e quindi ci siamo infilati nel grande colatoio di ghiaccio che sta tra la via tracciata nel 1936 dall'accademico Chabod e la « Gran coppa di ghiaccio» che preclude ogni possibilità di uscire. La salita è buona per i primi 500 metri, dove a turno ci alternavamo al comando, legati con una corda doppia, di 60 metri, per gli eventuali passaggi « a forbice ». Ne abbiamo fatto soltanto uno, ma quella doppia corda ha rinfrancato il nostro morale, specie nel secondo tratto di salita, dove vi è praticamente il passaggiochiave. Si tratta di oltre 100 metri di ghiaccio puro, con paurosi riflessi verdastri, con una esposizione notevole, e per superarli impiegammo una ventina di chiodi, di cui cinque lasciati sul posto. « Avevamo appena terminato queste difficoltà, quando una densa foschia salita dalla valle, ci ha stretto in una morsa. Mancavano ormai 150 metri alla vetta e dovemmo uscire a tutti i costi per evitare un bivacco in piena parete, che sarebbe stato oltremodopericoloso, dal momento chenon vi era alcun terrazzino agevole per passarvi la notte. I eAccentuati i nostri sforzi, fi- Dnalmente, alle 19, siamo giun- tti in vetta». dI due alpinisti non hanno avuto neppure il tempo per I vuna foto ricordo, tanto più che i sFranco Garda ha perdo nel corso della salita la cellula fotoelettrica e nell'apparecchio i due alpinisti hanno solamente un rotolo a colori. Subito, attraverso l'aerea crestina che domina il versante della Tribolazione, le due guide hanno raggiunto le rocce dell'* Ometto girevole» dove, trovato lo spiazzo, hanno deciso di bivaccare. « Ci slamo assicurati con quattro chiodi — continua Giometto — perché il vento soffiava foltissimo e non volevamo finire nella crepacela terminale della via normale, che si apriva sotto di noi. Verso le 3 di stamane cominciò a nevicare e allora decidemmo di scendere in fretta al rifugio, dove il custode Valentino Deyné ci accolse con un buon tè caldo ». L'avventura è terminata, ma a quanto sembra 1 due giovani scalatori hanno già qualcosa di nuovo in progetto per il prossimo futuro. vvvvdtnspgf Franco Garda (a destra) e Sergio Giometto, al ritorno dalla loro vittoriosa impresa al Gran Paradiso

Persone citate: Chabod, Franco Garda, Giometto, Sergio Giomet, Sergio Giometto, Valentino Deyné

Luoghi citati: Aosta