I russi ammettono a Ginevra la necessità dei controlli atomici
I russi ammettono a Ginevra la necessità dei controlli atomici I russi ammettono a Ginevra la necessità dei controlli atomici / delegati occidentali dimostrano assurda la recente nota di Gromyho per l'immediata cessazione degli esperimenti (Dal nostro corrispondente) Ginevra, 10 luglio. Nonostante il tono poco cordiale della nota trasmessa ieri dal ministro degli Esteri russo Gromyko al governo di Washington, la conferenza degli esperti atomici è proseguita oggi a Ginevra in un'atmosfera rasserenata, dopo gli allarmi e timori di ieri notte. Anzi si ha ragione di ritenere che per la prima volta i due blocchi siano riusciti a mettersi d'accordo su questioni abbastanza importanti: almeno così risulta dal comunicato di stasera. « I membri delie varie delegazioni — dice il documento — hanno approvato un piano conclusivo sulle possibilità che offre il sistema delle registrazioni acustiche di esplosioni atomiche: in altri termini, è lecito affermare che, con l'ausilio di una rete di posti di controllo, questo metodo possa garantire il controllo di una eventuale sospensione degli esperimenti nucleari. Nella seconda parte della riunione è stato nuovamente esaminato il sistema delle intercettazioni attraverso la raccolta del pulviscolo radioattivo: su questo argomento hanno parlato a lungo i proff. Mactha, per gli Stati Uniti, e Feodorov, per l'URSS». Fin qui il comunicato: come in quelli precedenti, però, non viene rivelato alcun dettaglio, per cui è difficile sapere quali siano i punti essenziali del piano oggi approvato. Particolare importanza riveste naturalmente il fatto che nel comunicato si accenni al tanto discusso problema del posti di controllo, problema che giorni fa sembrava di difficile soluzione, giacché i delegati sovietici erano del-,tl'opinione che se ne potesse fare a meno. Nell'odierno comunicato è detto che, per assicurare un efficace controllo di una eventuale sospensione degli esperimenti, può essere utile, oltre alle intercettazioni sonore, anche una rete di posti di osservazione; ciò lascerebbe supporre, in un primo momento, che i sovietici si siano piegati dinanzi alla tesi americana. Secondo alcune indiscrezioni non sarebbe, invece, esatto affermare ciò, in quanto per la delegazione comunista basterebbe che quésti posti di controllo venissero installati nei pressi del suo confine, per esempio su alcune isole del Pacifico, mentre riterrebbero inutile l'invio di osservatori nel proprio territorio. In altre parole, più che accettare la tesi americana, il prof. Feodorov e i suoi collaboratori sarebbero quindi giunti ad un compromesso con gli occidentali. Se si tien conto dell'intransigenza palesata dai sovietici negli scorsi giorni sulla questione dei posti di osservazione, l'odierno accordo rappresenta non di meno un notevole progresso. In diversi ambienti dell'Onu ginevrina si afferma comunque che non è ancora il caso di abbandonarsi all'ottimismo, in quanto un accordo sul piano tecnico non significa per nulla un'intesa su quello politico: come si sa, l'ultima parola spetta ai governi di Washington, Mosca, Londra e Parigi. All'uscita dal «Palais des Nations», sia gli scienziati americani che quelli inglesi hanno rifiutato di rispondere alle domande dei giornalisti; soltan dpnsrdspcdto il francese Roccard ha det-1 o qualche parola: « Siamo sod. disfatti degli odierni lavori: posso aggiungere che la nuova nota del ministro degli Esteri sovietico non ha avuto alcuna ripercussione sull'andamento della conferenza >. L'accordo di oggi lascia pensare che la conferenza finirà prima del previsto. j £
Persone citate: Feodorov, Gromyko
Luoghi citati: Ginevra, Londra, Mosca, Parigi, Stati Uniti, Urss, Washington
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