Questa sera la sentenza

Questa sera la sentenza Questa sera la sentenza per il «ratto» di Messina Messina, 2 luglio. Per domani sera è prevista la sentenza al processo Pirri Maugeri. La vicenda degli « sposi-segreti » è nota. Alfio Maugeri, aiutato dal fratello Nerino e da alcuni amici, nel luglio 1955, «rapì» Graziella Pirri, una ricca ereditiera di Messina. Dopo un mese di permanenza in una località sconosciuta, i due giovani furono sposati con rito segreto da un sacerdote. Qualche tempo dopo, la ragazza fuggì, tornò dai genitori e denunciò lo sposo per ratto e violenza. La Sacra Rota annullò il matrimonio, e gli autori del « ratto », che si sono sempre difesi affermando che il rapimento fu solo simulato perché la Pirri era d'accordo, furono rinviati a giudizio. Ieri il P. M. aveva chiesto la condanna di Alfio Maugeri a 7 anni e quella dei suoi complici a pene varianti da sei mesi a undici anni. L'udienza odierna è stata breve e nel corso di essa hanno parlato solo due avvocati uno di P.C. e l'altro della difesa Ha preso per primo la parola l'avv. Brancati, di parte civile, il quale ha riaffermato la piena sussistenza di tutti i reati ascritti all'imputato principale. Ha negato recisamente che Maugeri nutrisse sentimenti affettuosi verso la ragazza che rapì ed ha sostenuto che il solo movente criminoso del giovane era quello di fare un matrimonio di interesse. Ha quindi concluso chiedendo la condanna di tutti gli imputati a pene particolarmente severe per Nerino Maugeri, fratello di Alfio, che sarebbe stato la mente direttiva del « ratto ». Ha quindi parlato l'avv. Rosso in difesa di Diego Bongiorno: egli ha affermato che il solo elemento a carico del suo difeso è costituito dall'accusa di Grazia Pirri, alla quale per altro non constava personalmente la partecipazione del giovane alla vicenda: la parte lesa, infatti, si era limitata a riferire una conversazione fra i fratelli Maugeri e una loro zia, da lei ascoltata. Nulla di obbiettivo risulta però dagli atti processuali e pertanto l'avv. Rosso ha chiesto l'assoluzione del suo raccomandato.

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