Trintignat su Cooper vince il G.P.di Montecarlo

Trintignat su Cooper vince il G.P.di Montecarlo Alla media, dti quasi HO all'ora Trintignat su Cooper vince il G.P.di Montecarlo Musso (Ferrari) si piazza secondo e balza al comando nella classifica del campionato monuiale conduttori DAL NOSTRO INVIATO Montecarlo, lunedi mattina. Il francese Maurice Trintignant, vignaiolo della Provenza e pilota-gentleman di bolidi da corsa, ha vinto per la seconda volta il Gran Premio di Monaco, prova n. 2 di campionato del mondo, al volante della Cooper. La macchinetta inglese, più leggera parecchio meno potente delle monoposto formula 1 di tipo classico, è a sua volta alla seconda affermazione stagionale. Si era imposta clamorosamente a Buenos Aires con Stirling Moss, nella corsa < titolata > di apertura; ha vinto, non meno clamorosamente, ieri su questo circuito non nuovo alle grosse sorprese. Successo, diciamo subito, niente affatto usurpato sulle ali della fortuna. Certo la Cooper, che per le sue caratteristiche costruttive è piut¬ tosto indicata per i tracciati sinuosi che non per le piste a elevate velocità, ha potuto conseguire questa invero strepitosa vittoria grazie al cedimento di altre macchine più potenti che fino a metà corsa le erano state davanti, ma a parte il fatto che Trintignant non ha mai perduto il contatto con i primi, a parte la dimostrazione di solidarietà offerta dai « ragni verdi > (come in Inghilterra chiamano le Cooper), con tre macchine arrivate su tre partite, nel complesso delle sei che sono riuscite a terminare la corsa, a parte queste considerazioni tutte posfitive, dicevamo, il circuito di Montecarlo ha tante volte dimostrato che la dote principale necessaria ai mezzi meccanici è quella della tenuta alla distanza, cioè della resistenza allo sforzo di cento durissimi giri. E la Cooper di Trintignant ha avuto il gran- de merito di < tenere >, mentre le macchine più attese, le Vanwall, le BRM, le stesse Ferrari Hanno ceduto in misura più o meno grave (e a dire il vero )e monoposto Italiane hanno fatto una figura di gran lunga più brillante delle rivali, ottenendo il 2° e 3" posto in classificca con Musso e Collins e realizzando con Hawthorn il giro più veloce). La caratteristica curiosa della corsa, fin quasi a metà interessantissima per la lotta sempre vivace e per il susseguirsi dei colpi' di scena, è stata che al primo posto si sono alternati i piloti più brillanti di ogni marca, ciascuno cedendo il comando soltanto per la sopravvenuta inefficienza della rispettiva macchina. Così Behra sulla BRM è rimasto in testa 26 giri, Moss sulla Vanwall 6 giri, Hawthorn con la Ferrari (il solo che al comando sia ritornato dopo averlo perso) 13 giri, e infine Trintignant per le ■ rimanenti 55 tornate. La cronaca del 16° Gran Premio di Monaco si può riassumere appunto attraverso la mezza dozzina del suoi episodi più salienti. Dopo che i principi Ranieri e Grace avevano chiuso ufficialmente IL circuito a bordo di una vettura scoperta, al via Behra si avventava davanti alla muta delle sedici macchine (10 inglesi color verde cupo), sei italiane (4 Ferrari e 2 Maserati), e la fila si sgranava con le Vanwall di Brooks e Moss, le Cooper di Brabham e Trintignant, la Ferrari di Hawthorn, il più brillante della équipe di Maranello, che movimentava subito la corsa con una serie di sorpassi indiavolati che lo portavano (10° giro) in terza posizione, dietro a' Behra e Brooks. Musso e Collins rimanevano Invece intrappolati nel gruppo, perdendo contatto con i primi. Successivamente Hawthorn e Moss superavano Brooks e — cedendo la B.R.M. di Behra al 26" — occupavano i due primi posti. Al 32" Moss batteva il connazionale, ma il suo predominio durava soltanto sei giri, poi anche il motore della Vanwall cedeva e Hawthorn con 13" di vantaggio sul regolarissimo Trinti¬ gnant e dopo aver segnato il nuovo reco.d cui giro a 112,547 di media, sembrava avere 'definitivamente sgominato il campo. Invece la banale rottura della pompa benzina, arrestava a sua volta la Ferrari battistrada, e Trintignant forte di oltre 40" su Musso, si avviava tranquillamente al trionfo, nonostante un energico in-

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