Consegnò ad agenti francesi importanti documenti segreti

Consegnò ad agenti francesi importanti documenti segreti S'inlmia a Berna uju sensaxiOMnale processo Consegnò ad agenti francesi importanti documenti segreti E' l'ispettore Max Ulrich, già alle dipendenze del Procuratore Generale e capo della polizia René Dubois - Questi sarebbe il principale imputato se non si fosse ucciso appena scoperta la sua illecita attività - I due trasmisero a Parigi la registrazione delle telefonate fatte da diplomatica egiziani al proprio governo e notizie su forniture di armi ai ribelli algerini mammsmsm Berna, lunedì mattina. Dinanzi al Tribunale federale — suprema istanza della magistratura elvetica — comincia oggi il processo contro l'ispettore di polizia Max Ulrich, che fu uno dei principali protagonisti di quello che a suo tempo venne definito dalla stampa internazionale lo <.scandalo dello spionaggio telefonico >. L'imputato, che da oltre un anno è in stato d'arresto, deve rispondere del reato di spionaggio iiolitico ed economico, avendo fornito a un agente del servizio d'informazione francese importanti documenti segreti. Questo processo sarà tuttavia dominato dal nome di René Dubois, il Procuratore Generale della Confederazione che, rivelatosi il responsabile numero uno della penosa vicenda, si uccise il 23 marzo dello scorso anno. Per ìnotivi non ancora del tutto accertati — sembra tuttavia probabile che non abbia agito a scopo di Iticro — il Dubois divenne, nel '55, informatore della Francia, passando alle spie di questo Paese le informazi07ii che man mano raccoglievano gli agenti svizzeri. Come collaboratore scelse appunto l'ispettore della polizia federale Max Ulrich, che era considerato come uno degli indagatori più abili. Poiché in Svizzera il Procuratore Generale è in pari tempo capo di tutte le forze di polizia, egli non incontrava molte difficoltà nello svolgimento della sua illecita attività. Soltanto all'inizio dello scorso anno caddero i primi sospetti su di lui. Lo si vedeva sovente all'ambasciata di Francia a Berna insieme all'Ulrich. Il ministro degli Interni, on. Feldmnnn, fece allora sorvegliare il Dubois da alcuni poliziotti di Berna e la mn*tina del SS marzo dello scorso anno, ormai convinto delle sue colpe, lo convocò nel suo ufficio. Qualche ora più tardi, René Dubois si suicidava, mentre l'Ulrich veniva arrestato dinanzi alla ambasciata 'di Francia. Brevemente detto, il Dubois e l'Ulrich avevano consegnato al diplomatico francese Mcrcier i dischi su cui erano state registrate le conversazioni telefoniche fra i diplomatici egiziani accredi¬ tati a Berna e il governo del Cairo. Inoltre avevano passato alla Francia informazioni segrete sulle manipolazioni di commercianti svizzeri che, a quanto pare, avrebbero fornito armi ai ribelli algerini. Insomma, quella del Dubois e dell'Ulrich era un'attività in netto contrasto con la. politica di assoluta neutralità della Svizzera. Dal processo di Berna dovrebbe risultare per quale motivo agirono l'Ulrich e il procuratore suicida. Il pubblico sarà escluso da alcune sedute, in quanto per forza di cose si dovrà parlare di faccende riguardanti segreti interni ed. è perciò comprensibile che la Svizzera non voglia far conoscere In tutto il mondo i sistemi di lavoro dei suoi agenti. In altre parole, ciò significa che non sarà rivelato il contenuto ■ delle conversazioni telefoniche ascoltate dall'Ulrich. ■L'attesa per il processo è notevole; basti diro che sono esauriti i posti disponibili, in parte riservati ot giornalisti qui affluiti da diversi Paesi europei e dall'Egitto. Si prevede che il processo durerà quattro o cinque giorni. Se V'Ulrich riuscirà a dimostrare che non agì per scopi di lucro o che dovette obbedire agli ordini del Dubois, se la potrà cavare con una pena relativamente mite: due o tre anni. Non sarà per lui comunque cosa facile sostenere questa tesi, poiché si 6 potuto accertare che trascorreva lunghi periodi di vacanza in Francia, a spese del servizio di controspionaggio di quel Paese. Luigi Fascetti