Un impiegato dì Novara ha vinto giocando con le carte di Remo Lugli

Un impiegato dì Novara ha vinto giocando con le carte Sei soli "tredici,, al Totocalcio: a ciascuno toccano 36 milioni Un impiegato dì Novara ha vinto giocando con le carte Si tratta di un giovane trentaduenne, scapolo, residente con i genitori a Cerano Finora non ha ammesso di aver fatto «tredici», ma il suo contegno lo lascia capire chiaramente • Gli altri vincitori a Bologna, Roma, Napoli e Bari (2) AL NOSTRO INVIATO Novara, lunedi mattina. Uno dei sei « tredicisti > del Totocalcio abita a Cerano, comune che dista 13 chilometri da Novara. H suo nome è noto soltanto ufficiosamente, perché egli ancora non ha ammesso pienamente di avere vinto, sebbene il suo contegno abbia tradito le sue intenzioni di riserbo. E' un giovane di 32 anni, Nino Cusaro, celibe, che abita con i genitori, piccoli proprietari, ed è impiegato presso la SNAM di Milano. Tutte le mattine lascia Cerano Con l'autocorriera delle 6,20 e ne ritorna alle 17,30. Anche ieri, nonostante che fosse domenica, è andato a Milano per assistere all'incontro Inter-Fiorentina. Ritornato in paese, si è subito recato a controllare i risultati nel bar « Rinascente », dove aveva giocato, alle 13,30 di sabato, la schedina vincente o preaunta vincente: 32 TE 49266 di otto colonnine. Ieri sera, alle 21,30, la sede provinciale del Totocalcio di Novara ha telefonata alla ricevitoria del bar < Rinascente > per avvertire che, secondo una prima informazione giunta da Roma e in seguito risultata errata, i « tredicisti > erano soltanto due e uno di essi aveva giocato in quella ricevitoria. Il gestore Francesco Baratti, che ha risposto al telefono, non ha dimostrato alcuna meraviglia. Si è limitato a dire: <Lo so, il vincitore si è già presentato e mi ha fatto vedere la scheda». Ma quando i giornalisti sono arrivati al bar Rinascente, il Baratti non ha voluto rivelare il suo nome. Si è limitato a dare su di lui qualche indicazione: «E' un giovane di una trentina d'anni, impiegato a Milano, cliente del mio bar, il quale a volte gioca anche in società con me ». Ha aggiunto poi un altro particolare abbastanza utile per l'identificazione del fortunato. trentenne: «E' solito comporre la schedina servendosi del gioco delle carte». In paese possono esservi molti trentenni impiegati a Milano, ma non è certo frequente trovare trentenni abitanti a Cerano, impiegati a Milano, i quali amano servirsi delle carte per giocare al Totocalcio. Se ne conosce uno, il Cusaro. Per di più egli era stato visto, subito dopo il suo ingresso nel bar, verso le 20, controllare la schedina e poi confabulare con il barista. Per trovarlo non era necessario andare molto lontano, nemmeno alla sua abitazione. Il Cusaro. evidentemente ìm paziente di conoscere maggiori particolari e pur desideroso di mantenere l'incognito, stava passeggiando nervosamente davanti al caffè. Quando è stato avvicinato dai giornalisti, ha risposto in maniera evasiva ha cercato ài portare il discorso su altri argo menti, senza naturalmente riu scirvi. I suoi dinieghi si facevano sempre più deboli. Alla fine ha detto: « Se ho vinto, si vedrà ». La schedina vincente (in paese tutti ritengono che non vi siano dubbi sul fatto che il Cusaro sia il vincitore) egli la ha giocata da solo usando il sistema abituale: da un mazzo di carte napoletane ha scelto i quattro assi, i quattro re e i quattro due, li ha mischiati e ha incominciato a scegliere una carta per volta, che poi rimetteva nel mazzo rimescolandolo di nuovo. Gli « assi » avevano valore di 1, i < re » di X e i < due » di 2. Vincitore o soltanto presun to vincitore, il Cusaro questa mattina ripartirà, secondo quanto ha assicurato ieri sera, con la corriera delle 6,20 per Milano per il suo lavoro. Questo tuttavia non depone a sfavore della tesi che lo dà con certezza vincitore, perché egli è un tipo posato, calmo: nemmeno 36 milioni piovuti come manna possono esaltarlo. Remo Lugli

Persone citate: Cusaro, Nino Cusaro