Il contrasto tra d.c. e liberali

Il contrasto tra d.c. e liberali IERI OLTRE DIECIMILA COMIZI Nuove battute polemiche dì Tambroni e Pantani anche nei conlronli dei marpisti e degli antimeridionalisti Il problema dello statalismo nei discorsi di Halagodi e del ministro Bo - Saragat e l'unificazione socialista Il contrasto tra d.c. e liberali .Roma, lunedì mattina. ' Oltre diecimila comìzi sono stati tenuti ieri in tutta Italia, senza alcun incidente, e pnche senza -J" eccassivo concorso dì folla. Un po' forse, a causa della prima bella giornata di questa bizzarra primavera, che invogliava alle scampagnate, e un po' perché, a oltre un mese di distanza dal giorno della chiamata alle urne, non si riscontra molto entusiasmo per la battaglia elettorale. Il che potrebbe anche derivare dal fatto che quasi tutti gli elettori han già compiuto la propria scelta; ed essendo sicuri di non poter cambiare -opinione, non si curano di seguire i comizi e non si lasciano influenzare dalla propaganda. La polemica fra d.c. e liberali è continuata con asprezza; e le accuse di Fanfani a Malagodl sono state riprese a Milano da Tambroni. «L'impostazione data dai liberali ad alcuni problemi è inconciliabile con il nostro programma politico — ha detto 11 ministro degli Interni. E non è poi esatto che il governo dell'Italia possa essere paragonato all'orto della zia Prosdocima, dove sono ammessi soltanto i nipotini che le baciano la mano e promettono di eseguire tutti i suoi ordini. Noi non abbiamo mai tenuto le parti della zia Prosdociim. Prova ne sia che abbiamo accettato la nuova 'legge elettorale, di cui il partito liberale potrebbe essere uno del maggiori beneficiati. Non è perciò ammissibile il tono imperativo ed arrogante con cui Malagodi sta conducendo la campagna elettorale ». Anche Fanfani, parlando a Messina, ha avuto spunti polemici contro Malagodl, meravigliandosi perché egli Insiste nel deplorare il regionalismo della d.c. Ma, più che con Malagodi, Fanfani se l'è presa con i « marpisti » e con « i settentrionali, che sono insoffe renti del meridionalismo del la d.c. Essi non comprendono che la politica di sostegno del Mezzogiorno consente un giusto e ordinato sviluppo di tutto il Paese», ha detto Fanfani; il quale ha invitato tutti i meridionali, anche quelli che vivono nelle regioni centrali e settentrionali, a difendere 11 programma' politico della d.c. I liberali non hanno replicato alle accuse. Tanto Malagodi, che ha parlato a Pescara e a Campobasso, quanto l'ex-ministro Cortese, che ha parlato a Napoli, dov'è capoti' sta, hanno affermato che il loro partito non si preoccupa della minaccia di Fanfani di escludere i liberali dal gover no. «Noi — ha detto Cortese — vogliamo conseguire alcuni obbiettivi politici, economici e sociali; e non ci curiamo di stabilire fin d'ora se dovremo stare al governo o all'opposizione ». Malagodl ha continuato la sua battaglia contro lo statalismo dicendo che « chiunque sparge il discredito attorno agli imprenditori e toglie loro fiducia, chiunque pratichi, di fronte a questo problema essenziale, una politica di ambiguità e di ostilità più o meno velata, questi è un reazionario e un nemico del progresso». Sul problema dello statalismo ha parlato, a Varese, il ministro delle Partecipazioni Statali, on. Bo, respingendo le accuse di intraprendere nel campo economico iniziative che sanno di avventure ed affermando che egli si è soltanto preoccupato di esercitare un indispensabile controllo su alcune grandi aziende. Sui problemi di politica estera hanno preso posizione i ministri Tavianl e Pella. Il primo parlando a Genova, ha difeso l'utilità del Patto Atlantico e ha affermato: « Soltanto quando l'Unione Sovietica si sarà convinta che non è possibile nessun cedimento da parte degli occidentali, i russi accetteranno il principio del controllo efficiente e garantito del disarmo ». Da parte sua, il ministro degli Esteri, parlando a Bolzano, ha chiaramente affermato, come è detto in altra parte del giornale, che le frontiere italiane non possono essere discusse e che tutti i problemi non regolati dall'accordo De GasperlGruber rientrano esclusivamente nella competenza italiana. Perciò in un eventuale incontro fra i ministri degli Esteri del due Paesi, si potrà parlare « anche » dell'Alto Adlge, ma « a titolo di conversazione e non di negoziazioni rivolte a creare nuove situa. zloni ». Saragat ha parlato a Roma, affermando che il suo partito deve raccogliere i voti degli operai per creare un'alternativa alla d.c. che non potrà ottenere più del quaranta per cento dei voti. Dell'unificazione socialista egli ha detto che sarebbe ingiusto affermare che nulla è cambiato dopo l'incontro di Pralognan, ma che non è neanche esatto dire che tutto 11 necessario è stato già fatto. Saragat ha poi illustrato a lungo il programma di nazionalizzazioni propugnato dnsmddcitsqscscmdIddA dai socialdemocratici per alcuni settori dell'industria. Argomenti analoghi sono stati esposti da Nennl a Termini -Imerese, ove il leader del p.s.i. ha sostenuto che la d.c. non potrà ripetere i successi delle altre elezioni ed ha inoltre insistito sulla necessità di nazionalizzare le industrie elettriche e nucleari e quelle del cemento. Parlando a Ivrea, l'on. Pastore, dòpo avere ricordato il contributo dato dal sindacalismo libero alla difesa e al consolidamento del regime democratico, ha detto che « sarà difficile, se non impossibile, mettere da parte le opinioni dei lavoratori della C.i.s.l. al lorquando al appresteranno le eventuali nuove coalizioni governative ». Gli oratori della destra, da Covelli a Giannini e a De Marsanich, hanno tutti sostenuto la necessità di òreare un governo di centro-destra, che dovrebbe prendere 11 posto dei governi tripartiti o quadripartiti, essendo questa formula da considerarsi superata. A Novara l'on. Vlllabruna parlando per il partito radicale ha posto l'accento sul «pericolo della clericlzzazlone » dello Stato. e. a.