Fanfani vuole includere Segni nella lista dei nuovi ministri di Enzo Forcella

Fanfani vuole includere Segni nella lista dei nuovi ministri Confermata per l'accettazione dell'incarico Fanfani vuole includere Segni nella lista dei nuovi ministri All'ex-Presitlente è stato offerto il Bilancio, ma egli reclamerebbe la vice-presidenza - Tremelloni rifiuta il dicastero delle Partecipazioni Statali ed insiste per quello delle Finanze - Il Gomitato centrale del p.s.d.i. approva con 40 sì contro 15 no e 2 astensioni l'operato di Saragat - Oggi decideranno i repubblicani (Nostro servizio particolare) Roma, 28 giugno. Fanfani è tornato stasera da Gronchi per informarlo dello stato delle trattative sulla formazione del nuovo governo. E' stata una giornata molto movimentata, come sempre accade nelle fasi conclusive di una crisi: piena di voci, di sondaggi, di notizie date per certe ed un'ora e radicalmente smentite un'ora dopo. Questo non toglie che il ministero, nella sua struttura generale, sia già formato e che martedì quasi sicuramente il Presidente designato potrà recarsi al Quirinale per l'accettazione definitiva dell'incarico. Sino a quel momento, però, tutte le mo- difiche e gli spostamenti d'incarichi saranno possibili. La più importante novità della giornata è costituita dal tentativo di riassorbire nella compagine ministeriale l'exPresidente del Consiglio, Segni. Fanfani ci tiene molto, non solo perché la collaborazione del suo aut<^r< 'Ole compagno di partito ce sentirebbe d< speziare il fronte dei « notabili » d.c, ma anche perché con Segni vicino si sentirebbe meno prigioniero di Gonella e di Andreotti e rafforzerebbe la caratterizzazione dì centro-sinistra che intende dare al suo governo. A quali condizioni è possibile l'adesione? Le notizie in circolazione sono molto contraddittorie. A mezzogiorno lo stesso Segni aveva confidato ad alcuni intimi che Fanfani gli aveva offerto il ministero del Bilancio lasciandosi anche andare ad una mezza promessa per la vice-Presidenza del Consiglio, resasi disponibile dopo la rinuncia di Saragat. Erano incarichi che lo avrebbero posto quasi sullo stesso piano di Fanfani ed i giornali avevano dato perciò come certa l'accettazione. In serata, tuttavia, da altri ambienti non meno informati è giunta un'altra versione. La vice-Presidenza, abbinata al Bilancio, non era stata una proposta di Fanfani, ma una richiesta di Segni, sulla quale il Presidente designato si era riservato di meditare. Successivamente vi sarebbero stati altri contatti e si sarebbero discusse altre soluzioni: tra cui quella della rinuncia al Bilancio e della scelta tra Giustizia e Difesa: sia pure con un accordo che dia all'exPresidente del Consiglio il rango di enumero duo, cioè di vice-Fanfani. La questione sarà decisa domani, ed è evidente che da essa dipendono ormai anche tante altre posizioni che sembravano acquisite nella struttura del nuovo ministero. Se Segni andrà al Bilancio, per esempio, Ferrari Aggradi, che doveva assumere la direzione di questo dicastero, dove per tanti anni è stato sottosegretario, verrebbe spostato al mi nistero senza portafoglio di nuova formazione: quello dei rapporti col Mec. Maxia, l'antagonista regionale di Segni, non diventerebbe più ministro della Marina mercantile come sperava e ritornerebbe probabile la- conferma di Mattarella, «il protetto del cardinale», come è ormai chiamato dopo la nota vicenda di cui si è parlato anche nel direttivo parlamentare d. c. D'altra parte Segni alla Giustizia aggraverebbe il problema Gonella, già complicato dal fatto che si vorrebbe spostare a questo ministero Bo, attuale titolare delle Partecipazioni Statali; mentre Segni alla Difesa non aprirebbe altri « casi » dal momento che Taviani, sin dal primo giorno, ha fatto sapere di non avere nulla in contrario a tirarsi in disparte. Qualche incertezza c'è stata nella mattinata anche sull'assegnazione ai socialdemocratici delle Partecipazioni Statali. Si è detto che una parte dei d. c. era insorta contro la concessione, c che lo stesso Presidente della Repubblica aveva espresso delle perplessità. Per quello che ci consta, tuttavia, l'assegnazione del ministero ai socialdemocratici non è stata più rimessa in discussione. Resta a vedere, invece, a quale esponente socialdemocratico verrà affidato. La situazione è piuttosto complessa. Fanfani e Saragat erano d'accordo in linea di massima di affidare le Finanze a Preti e le Partecipazioni Statali a Tremelloni. Il psdi avrebbe potuto così controllare egualmente il settore finanziario senza avere l'aria di voler inasprire la polemica suscitata dal famoso art. 17 riproponendo la candidatura di Tremelloni. Ma Tremelloni ha fatto un altro ragionamento: la mia attività alle Finanze — egli osserva — venne interrotte con la formazione dv-1 g-vverno Segni. Se ora a tale dicastero torna un ministro del p.s.d.i. non vi è ragione che 11 partito non vi riconfermi l'uomo che aveva iniziato una certa politica sempre che sia rimasto soddisfatto della sua opera. L'esperienza dell'art. 17 può suggerire modifiche di carattere tecnico come è già ventilato nel programma governativo dove si parla di tener fermo il « principio » che ispirò quell'articolo. Ma il ministro che volle la legge può benissimo tenerne a battesimo anche le modifiche. In caso contrario autorizza il sospetto di una sconfessione. Tremelloni, di conseguenza, rifiuterebbe di essere spostato alle Partecipazioni Statali. I dirigenti socialdemocratici dovranno decidere se sostituirlo con un altro esponente — si parla del sen. Lami Starnuti — o se riproporlo alle Finanze. Come si vede, i giochi sono ancora tutt'altro che chiusi. Il quadro della situazione si presentava stasera nel termini seguenti: Presidente del Consiglio: Fanfani; Vice presidente del Consiglio (incerto): Stgni; Interni; Tambroni; Esteri: Fanfani; Bilancio: Segni o FerrariAggradi; Tesoro: Andreotti; TBomnMAtslDvlGeDttlcrmNidsvtacmkrvlcSssnlmtddgms—fzstmEpjdtc Finanze: Preti (p.s.d.i.) o Tremelloni (p.s.d.i.) ; Giustizia: Segni o Gonella o Bo; Pubblica Istruzione; Moro; Industria: Sullo o Bo; Difesa: Taviani o Segni; Lavoro; Simonini (p.s.d.i); Commercio con l'Estero: Bo o Carli; Partecipazioni Statali: Tremelloni (p.s.d.i.) o Lami Starnuti (p.s.d.i.); Lavori Pubblici: Togni; Agricoltura: Colombo; .Sfarina mercantile: Maxla o Mattarci la o Aldisio; Poste: Bertinelll (p.s.d.i.) o Angelini; Trasporti: Angelini o Bertinelli (p.s.d.i); Sanità: Monaldi; Casso del Mezzogiorno: Pastore; ^Kt,fflJl!?,.(eVentUa-le): Ferrari-Àggradi Rapporti col Parlamento: Del Bo o Bettiol. Una parola come al solito va detta ancora per 11 proble- ma della maggioranza. Oggi il comitato centrale dei socialdemocratici ha approvato con larga votazione (40 a favore, 15 contrari, 2 astenuti, 4 assenti) l'operato del'?, delegazione incaricata delle trattative con la democrazia cristiana. Lo stesso Matteo Matteotti ha avvertito che gli oppositori non ostacoleranno la azione governativa. I repubblicani decideranno du":uii, ma, come si è ripetutamente detto, le loro riserve non andranno oltre l'astensione. In questo caso n nuovo governo, col voto favorevole di Olivetti, si troverà sulla carta ancora debitore di un voto con gli appoggi « non richiesti e non graditi ». Ma questi sono conti che valgono i per l'appunto solo sulla «ar|^ In pratica il conto dei vo- ti assumerà un senso preciso, solo quando verranno discussi provvedimenti impegnativi. Enzo Forcella Fanfani parla con i giornalisti al termine delle piccole consultazioni (Tel.)

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