Probabile rinvio del processo in attesa dell'estradizione
Probabile rinvio del processo in attesa dell'estradizione Probabile rinvio del processo in attesa dell'estradizione La causa contro la banda era fissata per il 1° luglio - Come il Cesaroni potrà giungere a 31ilano (Dal nostro corrispondente) Milano, 25 giugno. La notizia dell'arresto avvenuto a Caracas, nel Venezuela, di Enrico Cesaroni, uno dei banditi di via Osoppo, anzi, il vero cervello della banda, è state appresa ufficialmente solo stemane, con le edizioni del pomeriggio dei quotidiani milanesi. Non appena l'Interpol ha reso noto il provvedimento adottato, al Palazzo di Giustizia di Milano si sono radunati attorno al giudice istruttore dott. Sorichilli, i giurati, convocati nei giorni scorsi per martedì prossimo 1° luglio, date fissata per l'inizio del processo contro i responsabili delle più grosse rapine del dopoguerra: nel corso della seduta in via Friguglia, tre dei giudici popolari — Anna Rolander Brite, Maria Naldini Veglia e il chimico Domenico Soave, (la prima attende un bambino, la seconda è ammalata, il terzo è convalescente) — hanno fra l'altro chiesto di rinunciare all'incarico. Pertanto, con ogni probabilità, la causa in Crrte d'Assise verrà rinviata a nuovo ruolo, anche perché il mtgistrato incaricato dell'inchiesta giudiziaria, spera di poter ottenere l'estradizione del bandito, ed in tal caso, procedere al suo interrogatorio. Enrico Cesaroni, era il capo della grossa banda che dovrà rispondere di una cinquantina di capi d'accusa, fra i quali figurano anche le rapine di via Osoppo, di piazza Wagn°r, di via Vittor Pisani e deil'A.T.M. di Torino. Enrico Cesaroni, era conosciuto come un modesto commerciante, che recentemente aveva acquistato una piccola, ma avviate drogheria, prima alla periferia di Milano, quindi in vìa Chinot|to 40, dove aveva acquistato anche un appartamento di 4 stanze, divenuto poi il quartier generale della banda. Il gangster, un uomo di 35 anni, venne più volte denunciato dagli agenti della Tributaria e passò anche qualche tempo in carcere: da quando però aveva preso moglie e da Ancona si era trasferito a Mi- lano, subito dopo la nascita dell'unica figlia, il bandito sembrava rientrato nella normalità. Si occupava del suo negozio e frequentava Una cerchia ristretta di amici. Costoro però, erano ben noti alla polizia milanese. Si trattava infatti di Ugo Ciappina, di Eros Castiglioni (l'unico ancora latitante), di Joe Zanotti, Mauro e Felice Cusanno e altri pregiudicati per furti, truffe e rapine. Nacque, forse nella drogheria del Cesaroni, l'« anonima rapine », la grossa banda organizzata sullo schema delle gangs d'oltre Oceano. Molte verità sui crimini dì cui si sono macchiati i banditi di via Osoppo, potrà essere vagliata sotto una vera luce, soltanto se sarà possibile al magistrato poter interrogare Enrico Cesaroni. Le pratiche di estradizione su applicazione del recente accordo italo-venezuelano si svolgono su un duplice binario: quello diplomatico e quello di polizia. Avuta notizia dagli organi di polizia (Interpol) della cattura del ricercato, il magistrato che ha emesso l'ordine di cattura provvederà al più presto ad avanzare domanda al Ministero di Grazia e Giustizia perché richieda la estradizione del prevenuto. La domanda sarà ri messa, con la documentazione occorrente, al Ministero degli Esteri italiano, il quale la trasmetterà all'Ambasciata italiana a Caracas per l'inoltro al Ministero degli Esteri venezuelano. L'Interpol italiano affianca l'azione diplomatica mantenendosi in stretto contatto con |Si corrispondente ufficio di polizia venezuelano. Non è escluso che agenti dell'Interpol italiano ai rechino a Caracas. 1. C. m. La piccola figlia del bandito Cesaroni (Telefoto)
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