Importante congresso a Siena sulle malattie degli artigiani

Importante congresso a Siena sulle malattie degli artigiani Importante congresso a Siena sulle malattie degli artigiani Igiene, accurata profilassi, coscienza dei rischi possono evitare i malanni anche nel lavoro casalingo (Dal nostro inviato speciale) Siena, 23 giugno. Gli aspetti medico-sociali dell'artigianato (ritmo e ambiente di lavoro, malattie professionali, ecc..) sono piuttosto complessi e bene ha .fatto l'Istituto di medicina sociale a portarli in discussione al Con vegno nazionale che si è concluso oggi a Siena, ed al quale hanno portato il contributo della personale esperienza insigni studiosi. Di alto interesse sono risultate le relazioni svolte dal prof. A. Capellini, della Clinica del lavoro di Milano, del prof. S. Maugeri, clinico del lavoro di Pavia, del prof. S. Caccuri, clinico del lavoro di Napoli, e del prof. A. Granati,' incaricato di medicina del lavoro a Siena. Si è visto anzitutto che le multiformi attività artigianali mettono in seria difficoltà la regolamentazione di provvidenze assistenziali e profilattiche capillari già utilmente applicate nel lavoro industriale, e che pertanto urge formare una coscienza igienica nell'artigianato. L'importanza è ovvia, allorché si meditino alcune risultanze di inchieste, ad esempio riguardanti- la prqduzione della ceramica. Si sa che le malattie più preoccupanti tra i lavoratori della ceramica sono la silicosi (malanno cronico a carico dei polmoni causato dalla polvere di silice) e il saturnismo (intossicazione da piombo ad andamento pure cronico). Orbene, fra gli artigiani di tre laboratori di Siena non è stata riscontrata alcuna manifestazione clinica relativa a tali tecnopatie; mentre meno ottimistici sono stati i risultati di un'inchiesta analoga svolta in provincia di Messina. La ragione di tanta divergenza sta particolarmente nelle differenti condizioni ambientali, più igieniche nei laboratori di Toscana che in quelli di Sicilia. Un altro esempio concerne la lavatura a secco di indumenti con la trielina, un sol¬ vente oggi tanto di moda persino ad uso casalingo, dato che non è infiammabile. Negli Stati Uniti non sono mai stati denunciati particolari rischi di tale lavorazione; da noi non solo a Napoli, ma anche a Torino, ad onta della quasi generale modernità dei locali, si sono rilevate condizioni ambientali sfavorevoli a causa dell'incuria, della manutenzione degli apparecchi, della scarsa aerazione, della promiscuità delle operazioni nello stesso locale, dell'accelerato ritmo di lavoro. Eppure le possibilità di avvelenamento da trielina vanno conosciute, perché l'impiego di essa è diventato generale. Ecco un grave episodio. Per due giorni una donna aveva atteso alla lavatura di due grandi tappeti persiani, adoperando una grossa spazzola che immergeva in un secchio di trielina; ultimata l'operazione, aveva trasportato i tappeti ancora umidi nel suo bagno. I vapori si erano diffusi ovunque. Perciò: sonnolenza, sonno profondo, ed al risveglio perdita della conoscenza. Ricoverata in ospedale, al terzo giorno ebbe manifestazioni di sofferenza dei tronchi nervosi degli arti inferiori, dileguatisi fortunatamente in dieci giorni. Rischi evitabili mediante la semplice consapevolezza del rischio . Si p potrebbero fare altri esempi innumeri. Alle volte • interviene un'allergia, come nei falegnami esposti alle polveri di mogano o di castagno, mentre nulla sembrano ardire quelle di abete o di faggio; ed i parrucchieri possono soffrire per le .tinture a base di parafenilendiamina o per i glicoli di cui si servono nelle permanenti a freddo. E' chiaro, dunque, che ogni categoria artigiana è esposta a fattori di morbilità anche gravissimi; solo un'accurata profilassi e diffuse norme igieniche possono scongiurare il grave rischio. a. v.

Persone citate: Capellini, Maugeri