Come Kruscev è riuscito a trasformare il Presidium in strumento del suo potere di Carlo Casalegno

Come Kruscev è riuscito a trasformare il Presidium in strumento del suo potere Come Kruscev è riuscito a trasformare il Presidium in strumento del suo potere Nella recente sess. ne del Comitato centrale, Kruscev ha chiamato altri due oscuri personaggi a far parte del Presidium, il piccolo Olimpo che dirige l'Urss e l'intero mondo comunista: Polianski, primo ministro della repubblica russa, e Podgorny, segretario del partito in Ucraina. Con queste nomine l'ex Politburò raggiunge un'ampiezza senza precedenti: quindici membri con diritto di voto (un anno fa erano undici) e dieci supplenti (invece di 5). Il motivo della riforma sembra chiaro: Kruscev si è assicurato definitivamente il dominio dell'organismo, che in Russia controlla partito, governo e burocrazia. Egli ha allargato il numero dei membri per diminuirne l'autorità, e con abili promozioni si è assicurato una schiacciante maggioranza di fedelissimi. Il volto del Presidium è completamente mutato nell'ultimo anno Nello scorso giugno rappresentava ancora la < direzione collettiva » successa alla dittatura di Stalin. Era una ristretta assemblea di uomini potenti, divisi da forti contrasti, capaci di svolgere un'azione personale e di minacciare anche il segretario del partito: Molotov, Malenkov e Kaganovic quasi riuscirono ad abbattere Kruscev, che si salvò soltanto per l'amicizia di Zukov e con un provvidenziale ricorso al Comitato centrale. Ormai una tal sorpresa è impensabile. Ammaestrato dal rischio, il nuovo dittatore ha trasformato il Presidium in un docile strumento del potere personale: ha epurato gli avversari ed i possibili rivali (anche Zukov ne fu estromesso in autunno); ha allontanato gli uomini scelti da Malenkov; ha sostituito i grandi burocrati che forse sì opponevano alle sue riforme economiche (come Pervukin e Saburov), con funzionari di partito. Oggi nessuno dei venticinque membri ha tanta forza da ribellarsi allo « zar rosso » Quattro appena sono i superstiti dei tempi staliniani, e tre di essi non dispongono di alcun potere: il vecchio Voroscilov, spento e neutrale, è confinato nelle funzioni decorative di presidente della repubblica; Svernik non gode di molto prestigio; Bulganin, in disgrazia e forse malato, è ricaduto nell'ombra. Soltanto Mikoyan resta il n. 3 del regime e sovrintende, pare, alla politica cstpra e commerciale dell'Urss; ma è un armeno di Tìflis ed il pirtito non acce, ebbe la sua dittatura 10 la lunga tirannide di un _.tro georgiano... Quello che conta è il gruppo dei membri più giovani, fra i 40 ed i 60 anni, usciti dai ranghi del partito, in maggioranza ucraini come il Primo ministro. Anzitutto c'è Frol Kozlov, il « delfino »: sconosciuto nel '53, oggi è il secondo personaggio dell'Unione Sovietica e forse controlla tutti gli affari interni. Poi ci sono i due « intellettuali » del Presidium: Pospelov, già capo dell'Istituto Marx-Engels, e Suslov, 11 mastino che difende l'or¬ todossia di partito, ispiratore (sembra) della lotta contro il « revisionismo ». Brezhnev, Ignatov, Korocenko, Kiricenko ed i due neo-promossi, Polianski e Podgorny, lavorarono tutti con Kruscev in Ucraina od a Mosca ed hanno forti motivi di riconoscenza per chi li ha scelti. Un posto di rilievo occupa la signora Fursteva: sola donna del Presidium, amica fedele del primo segretario, a Mosca la chiamano Caterina III. I più, dunque, sono nomi oscuri che forse i russi stessi conoscono appena: non meriterebbe parlarne, se proprio la loro presenza nel Presidium non ci fornisse qualche indizio sul programma di Kruscev. Dopo le ultime decisioni del Comitato centrale, esso sembra impostato su due direttive precise: rigida unità e disciplina in campo politico, severa dittatura del partito: e maggior libertà nel settore economico, per favorire la « corsa al benessere ». Carlo Casalegno

Luoghi citati: Mosca, Russia, Ucraina, Unione Sovietica, Urss