Irritato imbarazzo ad Algeri di Francesco Rosso

Irritato imbarazzo ad Algeri Irritato imbarazzo ad Algeri Le ambiziose manovre del gen. Salan; il comandante militare mira, ad estendere il suo potere anche al ricco Sahara - Incauto sfogo di un membro del comitato (Dal nostro inviato speciale) Algeri, 11 giugno. La risposta alla mozione con cui il Gomitato di salute pubblica dell'Algeria, sia pure in forma deferente, pretendeva d'imporre a De Gaulle il rinvio delle elezioni comunali, la abolizione dei ministeri per l'Algeria e per il Sahara e la soppressione dei partiti, è giunta stamane con il telegramma dello stesso De Gaulle al generale Salan. Il testo del messaggio è stato conosciuto ad Algeri per vie traverse. Durante la conferènza-stampa di stasera il portavoce del generale Salan si è rifiutato di parlarne. *Non posso fare alcun commento, ha detto il signor Neuwirth. è un telegramma personale che riguarda soltanto il generale Salan ». Dietro a tanta reticenza si notava però un irritato ^imbarazzo. Ieri, tutti erano convinti che De Gaulle si sarebbe piegato alle loro richieste. Meno impegnato del signor Neuwirth un membro del Comitato ha dichiarato con foga irosa: « La rivoluzione di maggio è tradita, al governo di salute pubblica da noi proposto De Gaulle ha ancora preferito il sistema parlamentare ». Non è possibile dire se vi saranno reazioni ufficiali al telegramma di De Gaulle, né quali sviluppi possa avere la situazione algerina entrata ormai in una fase critica. Stamane i giornali di Parigi, fatta eccezione per tre di estrema destra, sono stati sequestrati col pretesto dei grossi titoli che riferivano la frase: < Uccidete tutti i francesi, attaccateli ovunque » che il Fronte di liberazione nazionale algerino ha lanciato dal Cairo in risposta all'invito di De Gaulle a deporre le armi. Qualunque sia la ragione del provvedimento, il sequestro dei giornali ci ha impedito di conoscere le reazioni della capitale alla mozione del Comitato di salute pubblica algerino. I giornali di Algeri si sono limitati a. riferire una precisazione fatta alla presidenza del Consiglio in cui si dichiara che « sarebbe inesatto affermare che il generale Salan abbia approvato la mozione del Comitato di salute pubblica. Egli l'ha semplicemente ricevuta e trasmessa per conoscenza a De Gaulle ». Nei momenti in cui la tensione fra Algeri e Parigi si fa drammatica, la presenza del generale Salan assume immediatamente significati sibillini, e gli si attribuiscono velleità di un colpo di stato alla Boulanger. VII novembre scorso, l'allora ministro per l'Algeria Robert Lacoste lo decorò con la medaglia d'oro al valor militare con una motivazione che incominciava così: « Valutazione esatta della realtà, senso acuto della situazione ». Salan ha dimostrato di possedere in buona misura queste qualità il 13 maggiOj quando si schierò con i rivoltosi senza dichiararsi contro il governo di Parigi, anzi, ottenendo dal moribondo governo Pflimlin l'investitura del potere civile e militare in Algeria. L'investitura gli è stata riconfermata da De Gaulle, ma con qualche limitazione; gli è stata tolta l'amministrazione civile per il Sahara, affidata al mi ìiistro socialista Max Lejeune. E' stato un tiro mancino di De Gaulle che non vuole avere in Algeria un proconsole troppo potente. Il generale Salan ha reagito con abilità- facendo muovere il Comitato di salute pub¬ blica. Per lui il vero significato della mozione mandata ieri a De Gaulle era tutto nella richiesta della soppressione dei ministeri per l'Algeria e per il Sah,ara. Poco gli importa che si facciano o meno le elezioni comunali in Algeria tra un mese, né ha un reale valore per lui la richiesta del Comitato di sopprimere i partiti; la sua grossa posta è il totale smantellamento dell'amministrazione governativa civile per avere mano libera sull'intera Algeria compreso il Sahara, che ha svelato ricchezze favolose con giacimenti di petrolio stimati inesauribili. L'atteggiamento del generale Salan appare sempre dettato da situazioni contingenti, in realtà è frutto di calcoli persino machiavellici. Avendo appoggiato senza riserve il Comitato di salute pubblica, si direbbe che egli sia ormai prigioniero degli uomini che hanno fatto il complotto del' 13 maggio, e li subisca per non scavare una nuova frattura fra l'autorità costituita e le folle dei francesi di Algeria sempre pronte a scendere in piazza. E in realtà egli manovra abilmente l'intero Comitato, compreso il triumvirato composto dall'irruente generale Massu, dal diplomatico Soustelle e dal bizantino Sid Cara. Costoro, e gli altri membri del Comitato non possono rassegnarsi a tornare nell'ombra, dopo di aver avuto in mano l'Algeria, aver concesso interviste ai piti, celebri aiornalisti, veduto le loro fotografie sulle piic grandi riviste del mondo Dire a Leon Delbecque e agli altri che il loro è stato un sogno ed ora devono sgombrare le poltrone occupate, offrire a Soustelle, come pare sia avvenuto, di fare il sindaco di Al¬ nmp a geri dopo che per un momento ha avuto l'illusione di diventare il capo di tutta la Francia è considerato un affronto sanguinoso. Il malcontento dei triumviri e dei 48 del Comitato diventa la leva in mano al generale Salan per realizzare una politica personale. Se ottenesse anche l'amministrazione civile del Sahara egli diventerebbe davvero il proconsole di'Algeria, una posizione che farebbe tremare qualunque governo a Parigi, compreso quello di De Gaulle. Non bisogna dimenticare che gran parte dell'esercì':' francese, la parte più organizzata, combattiva, selezionata, è concentrata in Algeria, egli ordini di Salan. Non è possibile dire come si comporterebbe se da Parigi gli giungessero ordini c?ie, come già è accaduto prima e dopo il 13 maggio, egli potrebbe giudicare inaccettabili. Il telegramma inviatogli da De Gaulle è un chiaro avvertimento a non uscire dai limiti del suo potere, a fare il generale e non il politicante^ ma non chiarisce la situazione e non sana le crepe aperte tra Parigi e A'jeri dalla maaione. Anzi, dagli attepgiamenti e dalle parole, sia pure non ufficiali, dei membri del Comitato, si direbbe che tali crepe si siano ancora approfondite. Il silenzio, sul telegramma di De Gaulle non calma le apprensioni e non consente di prevedere i futuri atteggiamenti del generale Salan. Se il dissenso dovesse aggravarsi, la Francia conoscerebbe giornate forse più angosciose di quelle vissute nel maggio scorso. E non avrebbe un fecondo < padre » della Patria a cui ricorrere. Francesco Rosso