Quasi sicuro II governo tra d. c. e socialdemocratici di Enzo Forcella

Quasi sicuro II governo tra d. c. e socialdemocratici Oggi si riunisce II nuovo Parlamento Quasi sicuro II governo tra d. c. e socialdemocratici L'orientamento di Saragat favorevole alla collaborazione approvato con 7 voti a 3 - La decisione finale affidata al Consiglio nazionale del partito - Prime voci sui dicasteri: tre (Finanze, Lavori Pubblici e Cassa del Mezzogiorno) al psdi assieme alla vice-Presidenza del Consiglio; Andre otti agli Esteri; Taviani capo della delegazione all'Orni (Nostro servizio particolare) Roma, 11 giugno. Le decisioni dei democristiani e dei socialdemocratici hanno bruciato i tempi della formazione del nuovo governo. L'alleanza tra 1 due partiti è considerata pressoché conclusa e l'appoggio esterno dei repubblicani, o almeno l'astensione, quasi sicuro. Si dice che Fanfani abbia già stabilito una specie di « tabella di marcia», che dovrebbe consentirgli di presentare entro ' il 25 la lista del suo ministero al Capo dello Stato e di ottenere per il 1° luglio rinvestitura delle Camere. Ci si sta già anche adoperando molto per far prendere in considerazione dai giornalisti le prime indicazioni dei nuovi ministri: quasi tutte, naturalmente, interessate. Per la verità, le cose non sono ancora così avanzate. Il Consiglio nazionale socialdemocratico dovrà confermare nei prossimi giorni l'orientamento approvato oggi a maggioranza dalla direzione, e dei repubblicani non si può dire che siano senz'altro disposti ad appoggiare il governo in formazione. Reale si è limitato a dichiarare che il problema verrà esaminato dalla direzione, mentre La Malfa ha confermato di essere risoluta¬ mente contrario. Ma i democristiani, un po' per ragioni propagandistiche e un po' perché obiettivamente sono in grado di farlo, dicono che, una volta raggiunto l'accordo con i socialdemocratici, l'atteggiamento repubblicano sarà « importante, ma non determinante >. Contano sul tre voti altoatesini e su quello di Olivetti che gli assicurano sulla carta una maggioranza di due voti: seriia contare gli eventuali, appoggi sottobanco che gli potranno venire da altre parti. Quanto al Consiglio nazionale socialdemocratico, la sinistra e il centro-sinistra di Matteotti si batteranno per l'opposizione integrale e, in via. subordinata, per l'appoggio esterno al « monocolore programmatico ». E' difficile, però, che riescano a modificare i rapporti di forza, ora che Saragat ha fatto la sua scelta. Anche oggi, nella votazione che ha concluso i lavori della direzione, Matteo Matteotti, Zagari e Faravelll sono rimasti in minoranza contro i sette voti del centro e della destra e del rappresentante della UH, Viglianesi. Pure essendo nell'impostazione politica generale dalla loro parte, Viglianesi ha ritenuto oppor¬ tuno non perdere il contatto con la maggioranza, in modo da poter così collaborale alla elaborazione delle condizioni programmatiche che verranno presentate al democristiani. Neppure sul programma si profilano grossi inciampi. Quello socialdemocratico differisce dal democristiano, sostanzialmente, solò sul punto relativo alla nazionalizzazione del settore elettrico; ma la frase subordinata «e comunque intervento preliminare dello Stato nella distribuzione dell'energia » indica già il probabile punto d'incontro. Le difficoltà più grosse sorgeranno sulla ripartizione dei ministeri e l'attribuzione degli incarichi. SI dice che ai socialdemocratici verrebbero riservati tre dicasteri e la vice presidenza del Consiglio: probabilmente ne richiederanno di più e comunque resterà da vedere quali dovranno essere questi dicasteri. Qualcuno parla di Saragat agli Esteri, ma qualche altro assicura, invece, che il leader non vorrebbe partecipare direttamente. Sempre per 1 socialdemocratici ci sarebbero poi in predicato le Finanze, 1 Lavori Pubblici o la Cassa del Mezzogiorno e un altro « minore ». Quasi sicuramente i più noti rappresen- tanti della destra verranno esclusi dalla delegazione governativa: Paolo Rossi dovrebbe diventare, infatti, vice presidente della Camera e Simonlnl capo del gruppo parlamentare. Fanfani desidererebbe al governo Matteo Matteotti, ma è da escludere che il desiderio venga accolto. I problemi che 11 segretario della d.c. deve risolvere nei rapporti con i socialdemocratici sono niente, in confronto di quelli' che ha all'Interno del partito. La discussione di ieri al'Consiglio "nazionale S'alata molto indicativa. Ad eccezione di Sceiba, che ha ripetuto anche oggi con molta dignità e fermezza la sua>sflducia nella nuova formula, tutti i vecchi sostenitori sia dell'apertura a destra che del quadripartito si sono allineati; e allineandosi hanno posto la loro candidatura alla collaborazione con Fanfani. E' molto difficile fare delle previsioni su questo punto. Le indicazioni messe in circolazione sono numerosissime, ma estremamente sospette, perché in realtà indicano soltanto 1 desideri degli interessati e dei loro amici o, peggio ancora, i tentativi per determinare questa o quella esclusione. Di certo c'è molto poco: la presenza nel ministero di Andreotti che ha firmato con il rappresentante della sinistra Sullo l'ordine del giorno conclusivo del Consiglio nazionale (qualcuno dice che il giovane ministro avrà un incarico ancora più importante: gli Esteri o gli Interni); 11 passaggio di Gui dal ministero del Lavoro alla presidenza del gruppo parlamentare, dove è stato eletto stasera con 242 voti: una trentina di deputati ha evitato di partecipare alla votazione; l'ingresso nel ministero di Ceschi, che lascia la presidenza del gruppo senatoriale a Piccioni e — meno sicura — la nomina di Taviani a capo della delegazione all'Onu. La segreteria del partito rimarrebbe affidata lnterinalmente, sino al prossimo congresso, al vice segretario Rumor. Enzo Forcella

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