Tito fa arrestare di notte quaranta jugoslavi filorussi

Tito fa arrestare di notte quaranta jugoslavi filorussi Drammatici sviluppi dei contrasti con Mosca Tito fa arrestare di notte quaranta jugoslavi filorussi Saranno processati - Imprigionati anche un ex-ministro e un colonnello - Reazione di Belgrado alla sospensione del prestito sovietico: verranno chiesti aiuti all'Occidente - Accuse e sarcasmo contro Kruscev (Nostro servizio particolare) Belgrado, 6 giugno. I contrasti fra la Jugoslavia e la Russia hanno avuto in questi ultimi giorni a Belgrado sviluppi drammatici. Agenti della polizia hanno arrestato una quarantina, di persone sospettate di parteggiare per Mosca, prelevandole di notte nelle loro case. Tra gli arrestati vi sarebbe anche Vladimir Dapcevic, fratello dell'attuale ministro jugoslavo dei trasporti Pelco Dapcevic. Queste notizie, per quanto non ancora ufficiali, provengono da fonti solitamente attendibili. Sembra che contro gli arrestati verrà aperto un processo sotto l'accusa di « propaganda ostile allo Stato ». Le persone incarcerate avrebbero subito lo stesso provvedimento nel 19J/8 al tempo dei primi contrasti fra il maresciallo Tito e il Cremlino. Inoltre risulta che alcuni comunisti filosovietici song fuggiti dalla Jugoslavia rifugiandosi in vicini Paesi satelliti di Mosca. Vladimir Dapcevic, è un excolonnello di 43 anni, rilasciato dalla prigione due anni fa dopo aver scontato circa 6 anni di una condanna, a SO anni di reclusione inflittagli nel 1950. Dapcevic fu catturato mentre .tentava di attraversare il confine jugoslavo per recarsi in Romania nel 1948, insieme ad Arso Jovanovic, allora capo di Stato Maggiore dell'esercito jugoslavo, che peri nel tentativo. Sempre secondo le stesse fon ti belgradesi, tra gli arrestati nelle retate della polizia vi so no pure Bane Andrejev, ex-ministro delle miniere, ed Esref Badnjévic, ex-diplomatico. . Il governo di Belgrado ha risposto oggi in tono estremamente risoluto alle recenti accuse di Mosca. Poiché il maresciallo Tito non vuole riconoscere la Russia come'Statoguida ma intende seguire la via di un comunismo nazionale indipendente dal Cremlino, ii primo ministro sovietico Kruscev ha lanciato contro Tito l'accusa di tradimento, ha sospeso per cinque anni un grosso prestito già, accordato alla Jugoslavia ed ha definito la Jugoslavia *il cavallo di Troia degli imperialisti » alludendo agli aiuti economici che Tito accettò in passato dagli Stati Uniti. Da risposta di Belgrado, tramite un portavoce ufficiale oggi in una conferenza-stampa, ha avuto un tono senza precedenti nei rapporti tra la Jugoslavia e la Russia. Il portavoce, Jaksa Petric, su precise disposizioni di Tito, ha accusato .Kruscev di « mancanza di principi» ed ha affermato che l'Unione Sovietica, a parole, sostiene di non voler ingerirsi negli affari interni di altri Paesi, ma coi fatti dimostra l'intenzione di esercitare un'illimitata pressione sulla Jugoslavia. In risposta alle domande dei giornalisti che lo invitavano a commentare la notizia secondo cui la Jugoslavia chiederà aiuti economici all'Occidente per compensare il danno subito dalla sospensione, dei crediti russi, Petric ha detto: <La Jugoslavia desidera intensificare i rapporti e la cooperazione economica con tutti quei Paesi che impostano tali rapporti sul principio della eguaglianza e dell'interesse reciproco. Riteniamo che esistano concrete possibilità per un considerevole incremento delle nostre relazioni economiche con gli Stati Uniti e con altri Paesi ». La recente proposta di Kruscev di incrementare gli scambi commerciali fra la Russia e Stati Uniti — mediante un sistema, di crediti americani — ha suscitato a Belgrado sarcastici commenti. L'organo governativo « Polìtika » scrive fra l'altro: « Mosca ripete continuamente che gli Stati Uniti offrono crediti, prestiti e aiuti economici solo a prezzo di determinate condizioni politiche, Ciò non impedisce tuttavia ai sovietici di chiedere crediti e prestiti al governo di Washington. Ne consegue che ciò che ' è utile e desiderabile per l'Unione Bovietica non lo è invece per altri Paesi». c. p.