Fecero affondare la nave per riscuotere l'assicurazione

Fecero affondare la nave per riscuotere l'assicurazione Fecero affondare la nave per riscuotere l'assicurazione Al Tribunale di Genova è cominciato il processo contro sei persone accusate del tentativo di truffa • La sentenza forse si avrà domani Genova, 4 giugno. Stamane, alla la sezione del Tribunale penale, si è iniziato il processo per l'affondamento della motonave « Santa Chiara », naufragata la notte del 26 dicembre 1953 a Cap Cantin, sulle coste del Marocco francese, e per il quale sono imputati di «fraudolenta distruzione di cose proprie » i coniugi genovesi Giuseppe Conforti, di 30 anni e Chiara Siliato in Conforti, di 32, il capitano scozzese Archibald Mac Sporran, di 52 anni e gli industriali lombardi Gianfranco Maestri, di 47, e Leslie Lapin Peregrini, di 44, entrambi di Milano, e Aldo Pensotti, di 42 anni, di Busto Arsizio, attualmente residente ad Asuncion nel Paraguay. Di costoro oggi in aula erano presenti il Conforti, il Maestri e il Peregrini. La motonave « Santa Chiara», che trasportava un carico di merce e di macchinari per il Paraguay, era partita dal porto di Savona il 17 settembre 1953. Dopo aver vagato per tre mesi nel Mediterraneo, affondò il giorno di Santo Stefano senza riuscire a varcare lo stretto di Gibilterra. Nave e carico andarono perduti, sicché le società di assicurazione — che avrebbero dovuto sborsare circa 245 milioni di indennizzo — condussero un'inchiesta sul singolare naufragio, inchiesta che si tramutò in una denuncia di fraudolenta distruzione di cose proprie per incassare il premio di assicurazione. Il carico della « Santa Chiara » — secondo quanto emerso nell'istruttoria — sarebbe stato accettato dalle autorità consolari del Paraguay soltanto se fosse giunto ad Asunqion prima del 17 dicembre di quell'anno, data di scadenza di un precedente accordo commerciale fra Italia e Paraguay; un certo Domenico Macola — che aveva avuto contatti di affari con uno de¬ gli imputati — denunciò al commissariato di p. s. di Portoria che se ia « Santa Chiara » fosse partita dal porto di Savona non sarebbe mai giun- ; ta a destinazione; il carico della motonave non era tale da rispondere alle clausole dell'accordo e, infine, la « Santa Chiara » aveva subito numerose riparazioni e non era evidentemente in ottime condizioni, se la sentenza di rinvio a giudizio ha precisato che < il motore destro della nave aveva l'elica montata alla rovescia, sicché bisognava, per andare avanti, innestare la marcia indietro ». Le società dì assicurazione sì sono costituite parte civile. L'udienza è stata dedicata interamente alla discussione dell'istanza di uno dei difensori, avv. De Figueireda, che si è opposto alla costituzione di parte civile, in quanto le società di assicurazione, avendo sospeso il pagamento dell'indennizzo in attesa dell'esito della loro denuncia, non potrebbero considerarsi parti lese. Il Tribunale ha respinto l'istanza e ha rinviato il processo al mattino di venerdì prossimo.

Persone citate: Aldo Pensotti, De Figueireda, Domenico Macola, Gianfranco Maestri, Giuseppe Conforti, Leslie Lapin Peregrini, Siliato