Si cala dal 4° piano con una fune per liberare un alloggio allagato

Si cala dal 4° piano con una fune per liberare un alloggio allagato Acrobazie e dispiaceri di un ingegnere sessantenni© Si cala dal 4° piano con una fune per liberare un alloggio allagato Dall'esterno fa scendere il figlio sul balcone del 3° piano, mentre i padroni sono assenti ; poi scende egli stesso - Ma rimane in trappola e quando vuole risalire la moglie disperata gli impedisce di "fare il Tarzan,, - I pompieri, prima di soccorrerlo, chiamano la polizia Ore 13,30 di ieri. L'ing. Giuseppe Grabbi di 60 anni, abitante al secondo piano del palazzo di corso Francia 225, ha appena finito di mangiare. Ad un certo momento da un'occhiata verso il cortile e allibisce: dal balcone-ballatoio del terzo plano si sta rovesciando una vera e propria cascata d'acqua. < Ah, perbacco! — esclama l'ingegnere — scommetto che 1 signori del plano di sopra sono usciti e hanno dimenticato i rubinetti aperti », Avverto la moglie, la figlia Maria, il figlio Luigi di 17 anni. Il qual figlio Luigi è incaricato di salire e di suonare alla porta dei signori Vinay (titolari della tabaccheria di corso Francia 209). Come previsto, alle lunghe scampannellate nessuno rispondo: 1 Vinay sono usciti. L'acqua seguita a ruscellare giù impetuosamente. La soluzione più logica e più semplice sarebbe di far una telefonata ai vigili del fuoco. Ma nessuno ci pensa e l'ing. Grabbi prende in pugno la situazione. « Qui bisogna provvedere e n fretta » dice e provvistosi di una grossa fune si presenta con il figlio all'alloggio del quarto piano, abitato dai signori Colombano. Per l'ing. Grabbi, ex-ufficiale degli alpini e uomo d'azione, non c'è che una via, rischiosa, ma sicura: calarsi con la fune da un balcone all'altro. Difatti attacca la corda alla ringhiera del quarto plano. Da sotto la moglie si sporge e grida « Ma siete diventati matti? Volete proprio rompervi l'osso del collo?» Breve e agitato conciliabolo fra padre e figlio e alla fine 11 giovane Luigi, arditamente, scavalca la ringhiera, s'abbranca alla corda e inizia la discesa, penzolando nel vuoto. La madre si copre gli oc1chi. Dagli otto plani del palazzo 'sporgono facce dall'espressione iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii terrorizzata e allibita. Ma l'acrobazia termina felicemente. Il giovanotto tocca il balcone del terzo plano, entra nell'appartamento del Vinai. Il guaio è più grosso di quel che si pensava. I rubinetti sono perfettamente chiusi, l'acqua sgorga a zampillo dal foro di scarico del lavandino di cucina: evidentemente s'è otturato il tubo principale di scarico della casa. Il Luigi torna sul balcone e fa rapllllllllll ii^iiiiiii^iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiinii,),,,)!),,, plgcprlltsNp porto al padre. «Va bene — dice l'ingegnere — avvertiremo tutti gli inquilini dei piani superiori che non usino l'acqua sino a riparazione del guasto... Adesso tu rientra alla base ». Il figlio cerca di uscire dall'alloggio per la strada più naturale, la porta d'ingresso. Ma inutilmente. La serratura è diabolica, non si può farla scattare dall'Interno. Nuovo colloquio sul balcone. « Papà, non ce la faccio ad aprire ». « Sciocchezze — tuona l'ingegnere — ora vengo io e ti faccio vedere». La moglie, inorridita, fa di tutto per trattenerlo, lo scongiura di desistere con le lacrime agli occhi. Ma l'ing. Grabbi reagisce violentemente. « Un vecchio alpino come me dovrebbe patire le vertigini? ». «Ma alla tua età non ci si mette a fare Tarzan! » grida la moglie. « Largo, lasciatemi lavorare » sbruffa l'ingegnere e senz'altro, con notevole agilità, supera la ringhiera e si affida alla corda. La corda, per fortuna tiene e 11 padre, tra un sospiro generale di sollievo, raggiunge il figlio. Però, niente da fare per la porta Non si apre. « Pazienza — dichiara l'Intrepido professionista — siamo discesi con la fune e con la fune risaliremo ». Ma dall'alto la moglie lo diffida nel modo più severo ed energico di prodursi In un « numero » cosi pericoloso. Intanto, molto saggiamente, la figlia Maria ha telefonato al pompieri. E 1 pompieri accorrono dalla caserma di borgo San Paolo con alcune scale a ramponi. Si portano al quarto piano e l'ing. Grabbi 11 saluta calorosamente. « Un momento — dice il graduato che comanda la pattuglia — ma lor signor' sono gli inquilini dell'alloggio?». «No — gli risponde l'ingegnere — gli Inquilini sono fuori, noi ci siamo calati qua per la faccenda dell'acqua». «Spiacenti — replica 11 pompiere — i,i casi come questo et vuole la presenza di un agente di pubblica sicurezza ». Telefonata al commissario di P. S. San Paolo o di 11 ad un quarto d'ora arriva 11 brigadiere Miglioro. Si può accertare che se I due Grabbi hanno compiuto una llllllllllllllllllllllllllllllllllltllllllllllllllllllllll violazione di domicilio, l'hanno compiuta per urgente necessità e a fin di bene. Il brigadiere autorizza, i pompieri calano le scale, c Ingegnere, se la sente?». «Un vecchio alpino come me? Ma volete scherzare? ». Senza incertezze e con salda « presa » il Grabbi, seguito dal figlio effettua l'ultima acrobazia del giorno e dal terzo si cala al secondo plano. Alle 16 l'avventura è conclusa, 1 vigili del fuoco e la polizia si ritirano. L'ingegnere stacca la corda, l'arrotola, se la riporta a casa borbottando « Non si sa mal, può servire per un'altra volta... ». — In un appartamento al terzo piano di via San Secondo 37 si < sviluppato un incendio : gli inquilini se n'erano andati lasciando su di un tavolo il ferro da stiro attaccato alla spina. Il ferro aveva a poco a poco bruciato 11 tavolo, aveva fatto un buco ed era caduto sul pavimento. L'Intervento del pompieri serviva a soffocare il principio d'incendio. L'ing. Grabbi: «Non potevo lasciar allagare la casa»

Persone citate: Colombano, Giuseppe Grabbi, Grabbi, Ingegnere