Pauroso scontro di undici macchine nella corsa sulla pista di Indianapolis

Pauroso scontro di undici macchine nella corsa sulla pista di Indianapolis Terribile schianto a pochi minuti dal via dinanzi a 150 mila persone Pauroso scontro di undici macchine nella corsa sulla pista di Indianapolis E' rimasto ucciso il pilota Fot O'Connor che lo scorso anno aveva partecipato alla «500 miglia» di Monza - La terribile competizione vinta da Bryan, lo stesso che si impose sull'autodromo italiano (Nostro servizio particolare) Indianapolis, 30 maggio. Jimmy Bryan, campione americano e vincitore della 500 miglia italiana all'Autodromo di Monza dello scorso anno, ha vinto la 42" edizione della corsa di Indianapolis, che si svolge in occasione del Memorial Day — il giorno dedicato al culto dei morti in battaglia. Ma la vicenda sportiva è stata oggi soverchiata dall'impressione suscitata dal tremendo incidente che ha funestato la < 500 Miglia»,, appena pochi secondi dopo l'inizio della corsa, un incidente in cui sono state coinvolte undici macchine in un pauroso groviglio di metallo, tra fumo, fiamme, schianti, accompagnato dall'urlo di 150 mila persone agghiacciate, seguito da una confusione indescrivibile mentre le sirene delle ambulanze e dei veicoli antincendi si aprivano un varco lanciandosi da più parti verso la fatale curva nord-est della pista. E intanto le m"-chine uscite indenni dal marasma, continuavano a gi rare a velocità ridotta, trattenute dal lampeggiare dei se ma/ori gialli che punteggiavano i bordi dello speedway. Baciavano intanto dalle macchine sfasciate dieci uomini in tuta, atterriti ma incolumi. Soltanto uno non si rialzava più, sepolto sotto i rottami dell'auto in fiamme: Pat O' Connor. Era la vittima del tragico appuntamento con la ■morte. Ed ecco come è avvenuto l'incidente. Era appena stato dato il via. I concorrenti stavano percorrendo il primo gi¬ e a e a a l n . a i ' a o o ¬ ro. La lunga fila delle macchine aveva imboccato la curva di nord-est, la terza dopo la linea di partenza; in testa la macchina di Dick Rathmann. Dietro di lui, uno vicino all'altro, tutti gli altri. Improvvisamente, la vettura di Rathmann sbandava paurosamente, girava su sé stes sa, mentre dieci macchine che la seguivano da presso, si urtavano e si ammucchiavano in una scena agghiacciante. E' sembrato che Rathmann avesse perso il controllo della macchina. « Elisian (un americano di origine armena) m'ha riferito che i suoi freni non hanno funzionato in curva. Infatti me lo sono visto improvvisamente di fronte e poi non ricordo bène come è andata», sono state le prime parole di Rathmann subito dopo l'incidente. La vettura di Rathmann è stata spezzata letteralmente in due e per vera fortuna il pilota se l'è cavata con ferite e contusioni di poco conto. Dai rottami contorti delle vetture si levavano intanto bai-'.jri di fuoco: bruciava quella di i :t O' Connor, uno dei miglia t piloti d'America. I vigili domavano l'incendio in pochi attimi e i soccorritori ne traevano il corpo dello sventurato corrido e che non dava più segni di vita. Inutile l'intervento dei medici. La salma veniva trasportata al posto di pronto soccorso della pista. All'ingresso, ad attendere la barella con il corpo di O'Conior, si trovavano la madre e la moglie, Annaltse. Le due donne non hanno avuto neppure la forza di piangere, annientate dal dolore. La morte di O'Connor — il quale partecipò, peraltro con poca fortuna, alla 500 Miglia di Mon t lo scorso anno — è stata la prima dopo il mortale incidente del 1955 in cui perdeva la vita Bill Vukovich, due volte vincitore sulla pista di Indianapoli Tuttavia, l'incidente odierno è stato il più spettacolare che si sia mai verificato alla 500 Miglia. Bisogna risalire sino al lontano 19S0 per trovare sette vetture coinvolte in un singolo incidente. Allora, tuttavia, non vi furono vittime: soltanto tre piloti rimasero feriti. Nell'incidente alla curva di nord-est sono rimaste coinvolte le macchine di O'Connor, Ed Elisian, Bob Veith, Paul Russo, Paul Goldsmith, Al Biasam, Len Sutton, Mike Gagill, Dick Rathmann, Shoi-ty Templeman e Jerry Unsert. Quest'ultimo ne è venuto fuori con una distorsione alla spalla destra, mentre Russo è riuscito a riprendere la corsa dopo che la sua macchina era stata riparata. O'Connor, di origine irlandese, lascia la moglie e un bimbo di 20 mesi. Era nato a Chicago e risiedeva a Mount Vernon, nell'Indiana. Era collaudatore di una nota compagnia produttrice di pneumatici. Per la quinta volta si trovava al palo di partenza della corsa di Indianapolis. Nel 1954 venne fermato da un incidente singolarissimo. Un acquazzone improvviso — che infesti soltanto la curva in cui egli stava transitando — lo faceva slittare fuori di pi- , l n i a e e o r e , o i , , e . a è a a sta. Ne uscì senza conseguenze. L'anno dopo fini ottavo ed ottenne il medesimo piazzamento Vanno scorso. Nel 1956 si ritirò per guasti meccanici. Un altro incidente, ma con conseguenze ben minori, avveniva più tardi. Chuck Weyant urtava contro il muretto di riparo nella curva di nord-ovest — opposta a quella dove era avvenuto l'incidente maggiore — ma se la cavava con ferite di poco conto. La corsa è stata vinta da Jimmy Bryan, pilota popolare anche in Europa per aver vinto nel giugno dell'anno scorso la 500 Miglia di Monza. La sua velocità media è risultata di oltre SU chilometri orari. Bryan è un veterano di Indianapolis. Questa vittoria gli ha fruttato oltre 100 mila dollari. Secondo si è classificato il trentunenne George Amick, che per la prima volta partecipava alla corsa. Terzo Johnny Bryan, quarto Tony Bettenhausen, quinto Jim Rath mann. a. p. '':•',:••.-••>>:««••:. Il tragico incidente sulla pista di Indianapolis che è costato la vita al corridore Pat O'Connor: undici macchine si so no scontrate ed il pilota è morto carbonizzato nella sua (a destra in fondo) in fiamme (Radiof.)