Non sempre annoia il latino di scuola

Non sempre annoia il latino di scuola Non sempre annoia il latino di scuola Ognuno ha i latinucci suoi, di prima o seconda o terza mano; e 'ognuno se li tièn cari, perché avverte che lì è il fiore della cultura. Quanto s'è disputato e quanto più si disputerà, nell'era spaziale, sull'opportunità che l'uomo impari il latino! Ma perché i più accesi antilatinisti son poi quelli che lo sanno o almeno l'hanno studiato, vien voglia di dar ragione a Marno Ricci, un vecchio scolopio che conosceva bene la natura umana:' «Credetelo, la' lingua latina non solo giova come scienza di vocaboli, ma quadra la testa colla precisione, approfondisce la facoltà di riflettere, avvezza a pensare, è maestra e guardiana del buon gusto; tan"to che, io mi penso, certi in credito di buoni scrittori i quali hanno sbertato il latino, quasi quasi l'abbiano fatto a posta, perché gli altri non avessero modo di raggiungerli, e potessero cosi restare essi soli padroni del baccellaio ». Del qual baccellaio ci riprende nostalgia qualora apriamo una qualunque delle antologie latine dei nostri figli; molto più se si tratti d'una raccolta come questa che abbiamo sott'occhio, giudiziosamente nuova nella forma e nello spirito. Res viri facta, a cura di F. Borio e A. Bairati, edita da Pettini, non porta la rivoluzione fra i libri di letture latine per la scuola media; ma con una quantità di accorgimenti anche tipografici, con una costruzione più geniale delle solite, con un ordinamento più arioso, accosta all'intelligenza e diciamo anche al cuore dello studente l'irta tradizionale materia. Intanto le note, di cui. si vorrà subito sapere, aiutano senza sovraccaricare, senza costituire, col rendere oscuro il chiaro, una difficoltà dentro la difficoltà; come le dita del medico sagace toccano i punti dolorosi e soltanto quelli. E l'iconografia, attinta dalle più diverse fonti, oltreché copiosa e calzante, è sempre cosi vivace da scongiurare ogni principio di cascaggine sul testo. ■ Non sappiamo se il Borio e il Bairati siano giovani; certo sembrano essersi ricordati, compilando questo volume, degli stenti e delle noie sofferte sui banchi della scuola, . per privarne d'ogni pretesto l'ope ra loro. Non ci sono avverten ze spinte imboniture: si comin eia a tuffo, dilla descrizione dell'Europa antica (con cartine a fianco): il teatro dove sì svolgerà la grande rappresentazione. La Storia romana dalle ori gini ad Augusto (desunta da « Lateinisches Lesebuch » di Fr. Jacobs), Eutropio con una buona scelta dal Breviariwn e Fedro, occupano i primi settori. Il grande favolista, anticipato da spiritose parafrasi, è illustrato dal pittore E. Lavagno che ha colto il punto più vivo, per così dire cinematografico d'ogni favola: si veda la Rana gonfiata e prossima a crepare sacra alle risate del Carducci e del Gargani in quel di San Miniato. Vengon poi, con tutti i conforti e d'immàgine e di commento, Cornelio Nepote Giulio Cesare, con frammezzo una gustosa scelta di « Anti chità romane ». Quindi s'entra in poesia coi due, grandi eie giaci Tibullo e Ovidio, con Ca tulio Seneca Marziale e Ausonio, col Pontano il Navagero e altri poeti medievali e urna-, nistici. E finalmente il latino che piaceva a Renzo, il latino di Cristo: oltre ai sublimi fra i luoghi del Vangelo, gli Atti dei Martiri scillitani e gl'Inni religiosi della Chiesa. Fa ufficio di portinaio e chiude il tutto Fra Salimbene de Adam con la sua sapida prosa. Ma il supremo fascino del latino è in quei motti lapidari densi folgoranti che sono come la parola d'ordine con cui si riconoscono fra loro le persone colte. Questo è il latino più invidiato rubato e manomesso, di cui è sempre bene ristabilire la fonte e la lezione. A studio ricreativo e ricostituente i nostri Autori hanno intercalato frequenti tavole di «Scienza perenne », un intero vivaio di sapienza latina ridotta in pillole, da servire per tutta la vita. Ma anche qui occorreva assegnare interpretare spiegare; giacché tutti son buoni a dire In vino veritas e poi, a studio di sincerità, farci sopra una bella bevuta. Il titoletto « Attenti al vino! » mette quel motto nella vera luce. Altri si rispondono « bilanciano. Nil novit, qui acque omnia, dice Varrone: Chi stTNsIqmnrducpzCmdmttfermCcsR sa tutto è ignorante. Ma un in^ telligente Anonimo dice anche: Timeo homineìh ' unita libri, Non fidarsi' di chi sa una cosa sola. Da che la conseguenza che In medio stat virtus. E anche questa bella antologia tiene il mezzo fra la tradizione e ,l'innovazione, e senza disordinarlo rende più facile e caro lo studio della lingua materna. Leo Pestelli

Luoghi citati: Europa, San Miniato