Un gruppetto di quattro al traguardo di Chiavari: la vittoria a Ciampi e la maglia rosa a Pettinati di Vittorio Varale

Un gruppetto di quattro al traguardo di Chiavari: la vittoria a Ciampi e la maglia rosa a Pettinati Cambia ad ogni tappa il capofila del Giro ciclistico d'Italia Un gruppetto di quattro al traguardo di Chiavari: la vittoria a Ciampi e la maglia rosa a Pettinati Nella discesa del Giovo sei corridori fuggono, raggiungono e staccano Zagano che si era avvantaggiato sulla salita e volano verso il traguardo - Adriaenssens e Mancini cedono allo sforzo e verranno assorbiti dal grosso del gruppo Nella volata dei quattro superstiti Ranucci è battuto dal più fresco Ciampi - Astrua non è partito da Mondovì (Dal "ostro inviato speciale) Chiavari, 23 maggio. A parte che era la più lunga di tutte le venti tappe del Giro con i suoi 258 Km. da Jifotidotiì a Chiavari e si snodasse su un percorso oltremodo accidentato, ricco di salite, di diseve, e su strade continuamente in curva, la tappa odierna ha avuto un risultato che per inciti versi è rassomigliante a quello di ieri, salvo, si intende, l'ordine di arrivo. Anche oggi, infatti, una sparuta pattuglia di animosi ha preso il largo prima che si giungesse alla metà corsa t sfoggiando risolutezza e resistenza notevoli, ha mantenutx> le distanze dal gruppo dei « favoriti > che li inseguiva, e che al traguardo ha accusato il mortificante ritardo di circa 6 minuti; ed anche oggi, uno dei componenti della pattuglia in fuga ha compiuto un tate balzo in avanti nella classifica, fino a portarsi al comando di essa; da terzo che era stamattina, partendo. Cosi, lo scambio della maglia rosa dalle spalle di Mose) a. quelle di Botella, avvenuto ieri sotto la pioggia a Mondovì, è stato seguito oggi, col sole e davanti al placido mare, dal passaggio della medesima insegna d'onore (e delle centomila lire di appannaggio quotidiano) dallo spagnolo al piemontese Pettinati. Il quale, per effet'o del già riferito distacco inflitto agli inseguitori, fra cui c'era appunto Botella, ora à primo in classifica, con 12" di vantaggio su Maser che, essendo arrivato con lui ed accreditato dello stesso tempo, mantiene immutato il distacco che aveva stamattina in partenza. Giacché mi sembra che non si debba tardare a raccontare in che modo e attraverso quali vicende soltanto quattro dei US partiti da Mondovì (dove il buon Astrua era rimasto al palo, vittima d'uno stiramento muscolare alla gamba) si sono presentati questo pomeriggio sullo spazioso violone d'arrivo a disputarsi la volata per il primo posto. Gli altoparlanti avevano già annunciato al pubblico che gli inseguitori erano indietro di cinque, di sei, di sette minu- H; lasciamo che costoro arrivino quando gli garberà, e assistiamo, insieme, all'ultimo sforzo dei quattro. Erano: Pettinati, del quale si è già detto e similmente di Moser; gli altri due erano Ciampi e Ranucci: e per chi conosce le loro doti di finalisti, è ovvio che si aspettasse la vittoria dell'uno o dell'altro. La meglio ò toccata all'excapo fermata d'una ferrovia secondaria del Pistoiese, che non ha fatto molta fatica a battere l'e.v-campione mondiale dei dilettanti; arrivato secondo a più d'una lunghezza (ma bisogna pur dire che Ciampi non si era prodigato nella fuga come i suoi compagni d'avventura, manco per sogno ch'egli facesse la sua parte in testa alla pattuglia, lavorassero gli altri. Sfido: egli fa parte della squadra di Botella, e non gli si poteva chiedere di cooperare a rendere più grave il ritardo del suo « principale >). Iti terzo e quarto sono finiti Pettinati e Moser; poi si è dovuto aspet¬ tsntdttdhchtpppdmfqtbtgdvdqfiMg tare quasi 6' perché apparisse il gruppone nel quale Benedetti regolava Poblet, che tuttavia ha dato l'impressione di non impegnarsi a fondo. In quali circostanze i quattro (che all'origine erano sette) hanno dato vita all'episodio saliente della tappa, che ha visto gli assi battuti, e non ci vengano a contare che li hanno deliberatamente lasciati andare; il vero è che dapprima sono rimasti sorpresi per la risolutezza dell'attacco, poi non hanno trovato l'accordo per organizzare efficacemente la controffensiva, e infine perché s'illudevano che quelli in fuga avrebbero ceduto, e ne avrebbero fatto un boccone prima dell'arrivo. C'era stato un mucchio di tentativi di fuga prima di giungere a Savona (Km. 67), dov'era anche, un traguardo volante vinto da Vannitsen davanti a un plotoncino di quattordici, di cui il veloce fiammingo faceva parte fin da Millesimo. Ma ogni volta il gruppo riacciuffava i fuggiti¬ vi, e anche stavolta andò a finire che ad Albisola i sopraggiunti colmassero quei 300 m. di vuoto, e la grossa compagnia si riformò. La strada pi tilde a salire decisamente verso il colle del Giovo, 15 km. dì lunghezza. Senza indugio, il modesto, quasi sconosciuto Zagano se ne va; e siccome nessuno l'insegne con impegno, su al culmine (altitudine m. R16, km. 88) dove era posto 10 striscione per il Premio della montagna, il grosso, capeggiato da Fallarmi, aveva già 3' e rotti di ritardo. Discesa su Sassello, nuova salita del genere appenninico: ottimo fondo stradale,1, ampie curve, pendenza media. Sei corridori forzano talmente] l'andatura sotto l'iniziativa di Moser e di Pettinati, che subito staccano il gruppo (gli altri sono Adriaenssens, Ranucci. Ciampi e Mancini) ed a Tiglicto (km. 118) transitano l'SO" dopo 11 battistrada, e quasi 3' prima dei rimanenti. A Rossiglione, i sei avi-vano già acchiappato Zagano: ma poco più, in là, ad Ovada (lem. i 1[3) gWinseguitori che si erano avvicinati all'avanguardia non ne distavano, che £'30". Scappano De Bruyne, Dcrijckc, Conterno, Mallejac e qualche altro: ma nessuno gli dà il cambio. Il ritardo scende a l'30" Sarebbe bastato un ultimo sforzo, ma niente. E come Girardcngo è corso avanti a spronare iì suo pupillo Moser, i fuggitivi riacquistano nuova lena e riprendono ad avvantaggiare, su e gin per le salite di Gavi, di Voltaggio, della Castagnola. Qui, Adriaenssens e Ciampi cedono (come, prima, avevano già ceduto Zagano e Mancini), ma mentre il toscano riesce .a riagganciarsi scendendo sulla nazionale per Genova, il belga non ce la fa più. Mancano 70 km. all'arrivo; ancora si sale da Busalla verso il passo della Scoffera, dov'è un altro traguardo del Premio della wtoiitagna, e Moser vi passa prima, gli altri tre in fila. Il loro vantaggio ha preso a risalire, è di 5'4B". Nella lunga discesa, esso aumenterà. . Moser e i suoi compagni vanno giù < sparati*, inoltre gli inseguitori, fors'anehe perché impediti dal numero (sono più d'una settantina), scendono meno velocemente ; tanto che a Gattorna, a SO km. dall'arrivo, esso risulta di T. Nel serrate finale, è pur vero che il gruppo riesce a guadagnare un po' del molto, dèi troppo tempo perduto; ma ormai la tappa 6 finita, e quando esso sfreccia sul traguardo già la nuova < Maglia rosa > dall'alto del paleo sta rispondendo alle acclamazioni della folla. Vittorio Varale Moser guida il quartetto dei fuggitivi verso il traguardo di Chiavari (Tclefoto;H; lasciamo che costoro arritare quasi 6' perché apparisvi e anche stavolta andò a