Sabbadin primo in volata a Mondovì Botella è la «maglia rosa»» di turno di Vittorio Varale

Sabbadin primo in volata a Mondovì Botella è la «maglia rosa»» di turno Dopo la quinta tappa nuovamente cambiato il capofila del Giro d'Italia Sabbadin primo in volata a Mondovì Botella è la «maglia rosa»» di turno I a corsa si è svolta sotto continui e violenti scrosci di pioggia - Sulla salita di Castino si è verificata la fase decisiva della dura prova -10 corridori attaccano l'ultima rampa di 2 km. che porta al traguardo e Sabbadin domina tutti nello scatto finale (Dal nostro inviato speciale) Mondovì, 22 maggio. ■Come l'anno scorso al Campo dei Fiori avvolto dalla nebbia tra il fragore del tuono e 10 scroscio della pioggia, similmente oggi lo stesso Alfredo Sabbadin ha vinto un'altra < tappa della tempesta ». Su a Mondovì - Piazza, al termine della, breve ma ripidissima salita che dalla città bassa porta al punto culminante dell'abitato, il corridore dell'<Asborno » ha tagliato vittoriosamente il traguardo precedendo di parecchi metri, nell'ordine, Botella, Fantini, Adriaenssens, Tinazzi, Baffi, Tosato, Pettinati, Grrainiani e Catalano, suoi compagni d'una fuga cominciate più di 100 km prima, proseguita con risol" ezza r/ovanti agli inseguitori incalzanti e, come si è visto, coronata infine da un pieno successo, in quanto il gruppo comprendente tutti i < favoriti » e la stessa Maglia rosa Moser sono arrivati con quasi 5' di ritardo. Per completare subito il quadro dei risultati della tappa, aggiungiamo che per effetto del netto distacco inflitto al leader (e ad altri ritardatari), nella classifica generale sono avvenuti sensibili cambiamenti: il piti vistoso dei quali è l'avanzata di Botella dal secondo al primo posto, naturalmente a spese di Maser, che indietreggia al quinto. He ci piacesse usare la fraseologia corrente fra gli sportivi, si potrebbe dire che la Torino-Mondovì ha < terremotato » la classifica; tanto numerosi e abbastanza sensibili sono i mutamenti che vi ha apportato nelle prime posizioni. Era, d'altronde, abbastanza facile previsione che, soltanto i corridori avessero voluto approfittare della natura del terreno, si sarebbe avuta < battaglia »: il percorso vi si prestava a meraviglia, con le sue continue e sensibili ondulazioni attraverso le Langhe da Alba in avanti, come dire per circa 130 km. Su queste strade che invitavano ai colpi di mano e consigliavano a tutti di stare con gli occhi bene aperti per non doversi trovare nei pasticci di fronte alle eventuali audacie di qualche spericolato, si è infatti assistito a una corsa abbastanza movimentata, e col lieto risultato che si conosce. Merito principale, sia detto subito, va a tutti i componenti del manipolo in fuga, che non si sono mai disanimati; merito particolare all'anziano Pet tinati, che con l'esordiente Tinazzi e Catalano è stato l'ini ziatore della fuga decisiva sulla salita di Càstino; e merito anche di Geminiani — a questo instancabile coetaneo di Coppi — per la generosità con la quale si è prodigato per le tre ore che durò la fuga su e giù per le colline e sotto la pioggia, conducendo in te sta al gruppo per mantenere 11 vantaggio conquistato sui < favoriti ». Per arrivare presto alla fase della corsa dalla quale è sbocciata la decisione, si può saltare tutto quanto era avvenuto dalla partenza (data, sotto la pioggia, dal sindaco avv. Peyron a 115 corridori) per la sessantina di chilometri necessari per giungere ad Alba. Fughe, distacchi, ricongiungimenti si erano registrati a piacere, ma poiché entrando nel capoluogo delle Langhe il gruppone s'era riformato, vale prendere le mosse da quel punto, cioè dal momento che, all'uscita dall'abitato, Defilippis piazza un meditato attacco, e se ne va, portandosi dietro Boni, Sabbadin e Menini, ai quali, appena la strada prende a salire verso Borgomale, si aggregano Tosato e Tezza. La pendenza facendosi più forte, st assiste allo scatto di Boni, che sorprende Dcfllippis e compagni, obbligandoli a perdere terreno mentre alle loro spalle, avvertiti del pericolo, avanzano dapprima Moser, Burctti. L\ Vvjppn c Planckaert e pr*i un altro grosso manipolo di inseguitori capeggiato da Baldini. Va a finire che nella susseguente discesa il toscano è ria via raggiunto dai nominati, e dovere di cronaca obbliga a dire che in questa fase uno de' più energici è apparso Baldint. Appetta appreso dalla radio del Giro che Vannitsen (5 caduto, nuovamente una salita si presenta di fronte al gruppo che, sebbene ricostituiA umaallCBcmR una settantina di uomini, i-rimanenti essendo già distaccati. Questa è la salita che porta alle quattro case di Costino, all'80" km. Ed è qui che tiasce l'episodio, dal quale scaturirà la decisione della corsa. La Cioppa parte all'attacco, ma Boni riporta il gruppo alle calcagna dell'abruzzese. Cinque minuti di calma e poi Pettina¬ ti scatta a sua volta seguito da Tinazzi e Catalano. Stavolta, nessuno reagisce al momento: ma quando qualcuno si decide, i tre sono già arrivati sul culmine, e con ZOO m, di vantaggio si buttano nella discesa. Allora, ui*>he nel gruppo si accende la lotta; vedo che esso si fraziona in tanti tronconi; vedo che Nencini avanza con difficoltà, e perde sempre più terreno, mentre i suoi compagni di squadra gli si stringono premurosamente intorno, quasi a proteggerlo; vedo, ma senza identificarli, sette od otto corridori che si gettano per la discesa più audacemente degli altri; ed avvantaggiano. Finché, qualche chilometro fuori Cortemilia è possibile fare il , 5 7 punto della situazione, che è la seguente: in testa i tre fuggitila; a S5"< gli 8 mira-visti prima, e sono Coletto, Sabbadin, Tosato, Fantini e Baffi di parte italiana; e Botella, Geminiani c Adriaenssens di parte strar niera; a l'IO" segue un gruppo d'una cinquantina di uomini, fra i quali tutti i migliori; a H'SS" Nencini, con altri. Si è appena a metà corsa, ed è opinione di tutti della carovana che, sebbene gli otto siano andati a raggiungere i tre, ed ora l'avanguardia sia composta di undici uomini che. si scambiano continuamente a fare l'andatura, gl'inseguitori non dovrebbero tardare a riprenderli. Macché: a Gamerana (km. 114) il ritardo di q.iesti è salito a 3'SO"; ed a M'Vesimo (km. 1S7), dov'è posto il rifornimento, esso è salito addirittura a 5'10". Sarà perché il gruppo non reagisce con l'energia necessaria, e Moser è laudato solo, coi suoi gregari, nell'improba fatica di condurre la cacciat Sarà perché gli undici in fuga vanno, come suol dirsi, come tante spief Fatto è che il distacco ad un certo punto scese a J/'SO", allorché venne cronometrato sul culmine della più dura e lunga salita della tappa — la cosidetta Pedaggera, a 790 m. di altitudine ed al 1S0" km. di corsa — ed è altrettanto vero che scendendo verso la pianura esso ritornò alla quota precedente. Lassù, fra troni, fulmini e scrosci d'acqua, il traguardo del « Premio della Montagna», essendo posto su un tratto di falsopianq, c.rcvu visto sfilare per primi i due velocisti Baffi c Fantini. Ma subito, gli altri del plotoncino — nel quale non c'era più Coletto rimasto fermo per una foratura — li ripresero e. via con essi « precipizio sul bivio per Do gitani, su Carrù, verso l'ultimo tratto della tappa, naturalmente in pianura. Un ultimo controllo a Magliano, a 10 km. dall'arrivo, confermò che il vantaggio era ormai incolmabile: ritardatari, più di 80 in gruppo compatto, compresi Nencini e Coppi, erano indietro 'di 5' e rotti I dieci entrano ancora assieme a Mondavi; iniziano in fila gli ultimi £ km. della ripida salita che porta a Piazza, lo scarto fra essi rimane minimo; salvo per Sabbadin che negli ultimi B00 m. avanza su tutti dal primo posto che è già suo, e vince, rialzato, davanti allo spagnolo e agli altri, come ap pare qui sotto. Vittorio Varale s Sotto l'imperversare del temporale Sabbadin domina in volata il gruppo a Mondovì

Luoghi citati: Alba, Borgomale, Castino, Cortemilia, Gamerana, Maser, Mondovì