Le donne dovrenno svelare la loro età agli serutatori? di Vittorio Gorresio

Le donne dovrenno svelare la loro età agli serutatori? Le donne dovrenno svelare la loro età agli serutatori? Le nuove disposizioni hanno creato malumore nell'ambiente femminile - Molte volte il silenzio sulla data di nascita non è solo civetteria - Invitiamo i presidenti di seggio ad essere discreti (Dal nostro corrispondente) Roma, 21 maggio. Due giorni ancora di comizi: e sarebbe opportuno che i leaders dei partiti ed in genere tutti i candidati in queste ultime J/8 ore pensassero alle donne. C'è, infatti, in aria la minaccia d'una larga astensione da parte dell'elettorato femminile, perché si va tramando una congiura greca: non meno classica, cioè, per i motivi che la ispirano, di quella ordita dalla bella Lisistrata ai tempi di Aristofane. Com'è noto, quest'anno, per la prima volta nelle ricorrenze elettorali, i certificati che abbiamo ricevuto, insieme al nostro nome portano segnato la data e il luogo della nostra nascita. Le volte scorse vi era indicata la paternità, anziché il numero dei nostri anni: adesso invece, in obbedienza alla legge che tutela il decoro degli illegittimi, i quali hanno diritto a che non sia ostentata la loro melanconica qualifica di « figli di N.N. >, per precisa identificazione dell'elettore si ricorre all'indicazione della sua data di nascita. E' stato, per le donne, un colpo grave, e l'hanno risentito come un colpo a tradimento, sleale, iniquo, obbiettivamente lesivo di interessi e diritti. Nascondere la propria .età può essere, difatti, per una donna non solo un frivolo espediente della civetteria, ma una vera arma idonea ohe consente di godere una migliore situazione, nella società in cui viviamo; e, quindi, uno strumento che procura vantaggi, non solo di amor proprio, ma altresì valutabili stri terreno economico. Dato il costume contemporaneo, la convenienza concreta per una donna a farsi credere più giovane di quanto sia, probabilmente è pari a quella che ha un illegittimo ad essere ritenuto figlio di buona famiglia. E' insomma, come tanti altri, un bene giuridico che una bene ordinata società dovrebbe tutelare. E' esemplare, al riguardo, una sentenza del Tribunale di Monaco di Baviera che ha assolto l'altro giorno con formula piena una signora tedesca che si era calata dieci anni sul proprio passaporto contraffacendo la data di nascita da 1916 in 1926. L'alterazio ne non è punibile, hanno san cito i giudici, trattandosi di un falso che non è destinato ad ingannare la legge, i funzionari dello Stato, la polizia; non è che un trucco meditato per un inganno d'amore, e come tale è un fatto che non costituisce reato. Più che l'amore, in molti casi, l'alterazione femminile della data di nascita persegue il bene della comune estimatone, della rinomanza decorosa, del diritto alla considerazione del prossimo, tutti valori che dal codice sono previsti e protetti. Dovrebbero cadere, questi diritti femminili, in occasione delle elezioni t E' stoltezza pensarlo. Da molte parti già si levano onorevoli invocazioni al sentimento di civismo delle donne perché esse, in nome della coscienza di cittadine che certamente non è scarsa in loro, vogliono fare getto, generosamente, di una prerogativa che la comune opinione riconosce legittima; cioè di quel diritto al riserbo sulla propria condizione anagrafica che in ogni tempo le donne di ogni Paese hanno rivendicato e difeso. Porre il problema in questi termini equivale affrontare una prova di forza della quale è sicuro l'esito catastrofico. Sarebbe come andare al paragone fra i cosiddetti diritti naturali ed i codificati diritti civili e politici; nessuno dubita che vincerebbero i primi. La soluzione, a giudizio nostro, è diversa e più equa. Non c'è nessun bisogno che la donna elettrice si senta domandare la propria età nell'atto in cui presenta il proprio certificato al seggio elettorale. Non c'è bisogno che il presidente del seggio si comporti con la donna elettrice al modo che è seguito da un presidente di Tribunale o da un [pretore con una testimone o ufgavnsasai un'imputato. Come è noto, difatti, chi compare in un'aula giudiziaria deve annunciare ad alta voce la propria età, come vuole la legge procedurale. Ma non c'è alcun motivo che questa dura lex sia trasferita per applicazione analogica al cospetto di un seggio elettorale, davanti al presidente, al vicepresidente, agli scrutatori ed ai rappresentanti di lista. Sia ignorata l'età della donna elettrice, non la. proclami il presidente ad alta voce; anzi, egli non volga neppure fuggevolmente lo sguardo sui tre gruppi di cifre che figurano nella casella contrassegnata dalle lettere G.M.A. (giorno, mese, anno) della data di nascita. Taccia, dunque, e sorvoli, ed anzi ost-nti di non leggere. In questi giorni tutti i partiti, lodevolmente, diffondono istruzioni destinate a spiegare come si vota, e molti inoltre espongono all'attenzione dei presidenti e dei componenti dei seggi le norme che essi debbono seguire nello svolgimento delle loro delicate funzioni. Meraviglia oltremodo che nessuno f>a i fanti esperti degli uffici elettorali dei diversi partiti finora abbia compreso la necessità di raccomandare ai presidenti ed agli scrutatori di esser molto discreti sul punto che è essenziale per garantire un largo afflusso di elettrici alle urne: cioè sull'obblico che loro incombe di tutelare non solamente il segreto del voto, ma anche il segreto dell'età delle votanti, come assai più geloso, ) Per questo, appunto, noi (Iimiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiitiiitiiMiiiiiiiiiiiii esortiamo i leadera dlei partiti, e tutti i candidati dei diversi partiti, a pensare alle donne nei due giorni che restano da utilizzare per la propaganda elettorale; e ciò facendo siamo coscienti di assolvere non tanto ad una gentile convenienza galante quanto piuttosto a un vero dovere civico. Vittorio Gorresio

Luoghi citati: Monaco Di Baviera, Roma