I lavoratori che vivono bene non hanno forti risentimenti

I lavoratori che vivono bene non hanno forti risentimenti MITE L'OPPOSIZIONE AL GOVERNO ABENAVER ili- I lavoratori che vivono bene non hanno forti risentimenti Effetti di un'esistenza comoda e soddisfacente - Non si nota avversione di classe; in questo paese circola anzi aria di pace sociale - I social-democratici sono ottimisti e riconoscono che l'economia della Germania è eccellente, posta su solidissime basi Il che rende anche meno battaglieri i tedeschi, che, avvezzi alla disciplina e all'ordine, non navigano volentieri contro corrente (Dal nostro inviato speciale) Bonn, 20 maggio. A metà strada fra Bonn e Badgodesberg, nel verde della campagna renana, sorge una piacevole costruzione bassa e chiara, i davanzali delle finestre ornati di fiori, che somiglia alla sede estiva di un circolo di giocatori di golf. Non è tuttavia un luogo di svaghi, tutt'altro. E' il quartier generale degli uomini che hanno il mestiere più difficile della Germania contemporanea: quello di guidare l'opposizione contro il governo di Adenauer, E' noto il motivo fondamentale chc toglie slancio al partito social-democratico tedesco: il benessere economico che si espande anche in mezzo ai ceti solitamente protagonisti delle proteste sociali. L'opposizione è una pianta che non vigoreggia tenza il fertilizzante del malcontento. Ma un altro motivo, molto importante e forse meno esplorato, è che l'opposizione trova difficile terreno in un paese naturalmente versato alla disciplina e all'ordine, rispettoso dell'autorità come la Germania. E' un fatto che i tedeschi iiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiHiiiiiiiiiiiHiHMiiiiiiiiiiiii non navigano volentieri contro corrente. Ho visitato il quartier generale del partito social-democratico, ho esplorato quella che dovrebbe essere la suprema aistilleria dei malumori e delle critiche, ho parlato a lungo con molti degli uomini i quaii. simili ad accortissimi azzeccagarbugli, dovrebbero prontamente rilevare i difetti e gli errori degli avversari, anche esagerarli un po', dimostrare che non è tutto oro quel che luce e, insomma, affannarsi a suonare l'altra campana,contrastando l'ottimismo ufficiarle che si respira nelle miniere di Bonn. Ne ho tratta una impressione paradossale. Uno dopo l'altro, gli strateghi dell'opposizione mi dissero che in Germania tutto va bene nel migliore dei modi possibili, e mi dipinsero un quadro lusinghiero della situazione generale del Paese, quasi fossero gli avvocati di Adenauer. Dissi, per esempio: « Si parla molto del miracolo economico della Germania e giustamente. Ma a me sembra che U punto debole di questa grande prosperità sia iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii imiiiiiiiiiiimimiimiii il fatto che si fonda molto sulle esportazioni e dipende in misura notevole dai mercati stranieri. Non vi sembia che ciò possa essere pericoloso, specie quando la recessione è alle viste t ». Credevo, ingenuamente, di aver offerto agli avversari professionali del governo il bandolo di una sfilza di argomenti che mi avrebbero dimostrato come e perché il successo di Erhard altro non fosse che uri" imponente ca>stello costruito sulla sabbio, e mi preparavo, in cuor mio, alla diffidente freddezza che sempre' conviene mantenere quando si ascolta una delle ! parti contendenti. Dovetti pe rò ricredermi sùbito. I miei interlocutori si affrettarono a dimostrarmi che avevo torto, che l'economia tedesca posa su basi solidissime, che la Germania è in grado di parare i contraccolpi della recessione meglio di qualsiasi Paese europeo, ed esposero questi e altri argomenti con calore e precisione, al segno che, a un certo momento, mi chiesi se, per caso, non avessi sbagliato indirizzo, e fossi capitato nell'ufficio stampi del Ministero dell'Economia, e non nel quartier generale dell'opposizione. Se l'umore degli avversari del governo appare mite, è che nella Germania contemporanea si respira aria di pace sociale. Nel complesso, l'animo dei lavoratori, che possono condurre un soddisfacente tenore di vita, non conosce profondi risentimenti, né sogna di rovesciare il patronato mediante la conquista del potere. L'assenza di avversione di classe è un fenomeno che, nella Repubblica federale di oggi, si percepisce fin dal primo momento, nelle manifestazioni spicciole della vita quotidia no. Chiunque svolga un la- voro umile, per esempio, è amabile, t non spira quegli effluvi di amor rancunoso che proviene dal sentimento di mortificazione sociale. Ci edo che in nessun ultra Paese europeo si incontrino camevieri, tranvieri, facchini, spazzini, inservienti, più ossequiosi col pubblico. Gli autisti di piazza, che altrove sono così spesso risentiti e bruschi, quasi a gettarvi in faccia che la loro non è una professione servile, sono qui angeli sorridenti e bonaccioni, che si alzano ad aprire la porta al cliente, ringraziano di cuore anche se non ricevono un soldo di mancia e, se lo ricevono, si sprofondano in ine/tini manierosi e vi fanno mille auguri. Più che condurre la lotta di classe, l'azione dei lavotatori si muove sul terreno delle rivendicazioni sociali, spesso fecondo, e può accadere sovente che i contrasti si' ammorbidiscano, quando non cedono addirittura a un clima di cooperazione fra gli antagonisti. Un esempio fra tanti: le commissioni di fabbrica, che dopo il 1950 i sindacati ottennero di istituire nei settori del carbone e dell'acciaio, più. che rappresentare la conquista operaia di un posto chiave nel regno della produzione agiscono come cuscinetti fra le parti contendenti e valgono ad attutire gli attriti di classe. Vista panoramicamente, la parte occidentale del paese che dette i natali a Carla Marx, sembra smentire il teorico quadro marxista che pone l'avversione irriducibile degli « sfruttatori > e degli « sfruttati », e fa invece intravedere una realtà sociale nella quale le classi, in una misura apprezzabile, intrecciano interessi comuni. In Germania la cogestione delle aziende costituisce un anello di congiunzione fra due mondi che i testi classici del marxismo vogliono inconciliabili nemici. Non tutti i socialisti tedeschi sono convinti che ciò sia un bene e parlano di fantasmi corporativi, ma i più riconoscono che la lotta di classe, ngl jens(J scolastico> è supe. rata dalla realtà delle cose. Un esempio. Alcuni mesi fa, sùbito dopo la decisione di Adenauer di procedere al riarmo atomico dell'esercito tedesco, i leaders del partito social-democratico, ■ contrarissimi ad un provvedimento che essi giudicano pericoloso per l'avvenire del popolo tedesco, si chiesero se fosse il caso o no di proclamare lo sciopero generale. Nell'incertezza fecero un «ondaggio, ma le masse degl' elettori socialisti risposero che erano contrarie al riarmo atomico della Bundeswehr, ma che non volevano saperne altresì dello sciopero generale. E per quale motivo? Perché i lavoratori tedeschi, dissero, erano impegnati con i pagamenti rateali dei frigoriferi, della televisione, della motoretta, e non potevano rischiare di perdere tutto in séguito all'interruzione improvvisa dei compensi salariali. Quando in un Paese accade che gli operai esitano ad agitare la bandiera dello sciopero per paura di perdere gli elettrodomestici, vuol dire che ci troviamo davanti a una realtà molto diversa dalle pre n | visioni del socialismo scien \ tifico. E' indubitabile che le masse lavoratrici della Germania federale rivelano scarso spirito offensivo, sono restie alle agitazioni sociali. I massimi organi operai, i sindacati e il partito social-democratico, riflettono indubbiamente la quiete un po' letargica della base, e spesso sono costretti a segnare il passo. Eppure non si può dire che manchino le ragioni per continuare a combattere per il progresso sociale. Se è vero che le classi lavoratrici hanno ottenu- UimtldaiaEivto moiti miglioramenti e pos- , , „ -, , Isono condurre una vita sod- disfacente, è anche vero che il prodotto totale non viene ripartito equamente fra capitale e lavoro. Nella Germania di oggi il formarsi di rapide e colossali fortune, senza precedenti nella storia economica tedesca, non viene seriamente contrastato dalle masse operaie, abbastanza contente del loro stato. Uno dei dirigenti socialisti, avendo l'aria di chi cerca giustificazioni, mi disse: « E' piuttosto facile spingere alla lotta lavoratori che hanno fame. Non è altrettanto facile spingere lavoratori che hanno il frigorifero ». 4fa, di là della favorevole situazione economica, toglie mordente alla opposizione l'innato rispetto dei tedeschi per l'autorità dello Stato. L'autorità dello Stato, che il governo rappresenta, è guai¬ cosa di sacro in Germania, e i tedeschi non si sentono a cuor leggero di criticare le direttive che vengono dall'alto. Mentre nel nostro Paese l'opposizione, spesso, affonda le sue radici in un sentimento di insofferenza anarchica, in Germania gli avversari del governo hanno quasi l'aria di chiedere scusa e sfiorando il paradosso, temendo che opposizione ■possa significare trasgressione o ribeHione all'autorità.; paiono più prudenti e legalitari degli uomini che siedono al potere. Si spiega così che visitando il basso e piacevole chalet, c)ie, nella verde campagna renana, ospita la centrale degli avversari di Adenauer, possa venire il dubbio di aver sbagliato indirizzo e di trovarsi invece nel cuore degli uffici governativi. Alfredo Todisco

Persone citate: Adenauer, Alfredo Todisco, Carla Marx