II popolo à sordo alla voee del Generale di Guido Piovene

II popolo à sordo alla voee del Generale II popolo à sordo alla voee del Generale (Dal nostro inviato speciale) Parigi, 16 maggio. La seduta del Parlamento, l'approvazione con grandissima maggioranza dello stato di emergenza, il deciso giudizio di tutti i deputati, tolta l'estrema destra, sulla sedizione' di Algeri e sull'offerta del generale Dé Gaulle, i rigidi provvedimenti presi all'ultima ora, rappresentano certo un punto di vantaggio della legalità repubblicana sul pericolo che le incombe. Sarebbe gradevole dire che le istituzioni della Francia democratica hanno resistito e vinto, anzi si sono rinsaldate in questa grave prova. Purtroppo è ancora molto presto per arrivare ad una simile conclusione. L'inconcepibile, perentorio ultimatum al presidente Coty del Comitato algerino di salute pubblica, perché affidi le sorti della Francia a De Gaulle, dimostra quanta strada bisogna percorrere ancora perché l'autorità del governo francese si possa veramente imporre con i fatti, e quale strano concetto abbiano i militari ed i civili algerini della legalità. La seduta del Parlamento è stata dominata da due preoccupazioni. Una, ben comprensibile, è stata quel la di affermare l'autorità del governo legale, ma di evitare la minaccia di una guerra civile. L'altra è stata quella di non mettere le basi di un fronte popolare, dissociando, per quanto era possibile, la difesa delle istituzioni dal partito comunista che ha già posto la sua ipoteca. Questo secondo risultato è stato formalmente ottenuto. Lo stato di emergenza infatti sarebbe stato approvato anche se i comunisti avessero votato contro. Sarebbe questo un risultato acquisito se il corso degli avvenimenti si fermasse qui. Se però le due parti, i difensori della legalità repubblicana e i fautori della sedizione, dovessero venire ad un urto più stretto, sarebbe certo più difficile evitare che l'intervento dei comunisti faccia sentire il suo peso. La Camera francese ha però fatto bene non lasciandosi paralizzare da una simile preoccupazione, che se mai dovrebbe spronarla ad agire con più energia. Se, per esempio, i socialisti si mostrassero deboli, uscirebbero screditati di fronte ai comunisti stessi. Il fine più immediato è salvare le isti' tuzioni democratiche dal l'attacco, e il partito comunista sarà portato nella mischia solamente se i sediziosi, insistendo nelle loro pretese, ve lo spingeranno denteo. Soltanto essi ne sarebbero responsabili; Dio fa impazzire chi vuol perdere. Nonostante la gravità della situazione di Algeri, la partita si gioca e si risolve quasi interamente a Parigi, Abbiamo scritto l'altro ieri che « la candidatura De Gaulle è superata dai fatt anche ac De Gaulle pone^. - su una formazione politica la copertura del suo nome, il giudizio rimane probabilmente esatto. De Gaulle non potrebbe più giungere come arbitro della Francia al di sopra delle fazioni. In qualunque forma giungesse, sarebbe ormai sempre il capo imposto da una rivolta, anche he sconfessasse chi lo ha spinto al potere. Potrebbe svincolarsene nell'animo ma non ndnmcdcsusndesmfzdd— nei fatti; ne sarebbe condizionato; avrebbe un'autonomia limitata. La- maggioranza degli uomini responsabili ha giudicato inammissibile la sua dichiarazione di ieri. Più che di un uomo politico nel senso moderno, è quella di un monarca cui il potere spetta per superiorità di natura, di un personaggio del « Gran Secolo » a cui egli deve tanta parte della sua cultura, dei suoi, sentimenti e del suo stile. Nella forma di ieri, la dichiarazione di De Gaulle è stata dunque respinta. Egli potrebbe ritornare però sotto diversa forma. Potrebbe, come è stato invitato da alcuni, specialmente di fronte ad una situazione aggravata, presentarsi alla Camera — come là Costituzione esige — dopo regolare invito del presidente Coty, esporre il suo programma, sottostare al giudizio e al voto dei partiti che egli condanna. Se il generale De Gaulle prendesse una simile strada, che sembra cosi contraria alla sua indole e alle sue convinzioni, certo il Parlamento sarebbe posto in una E111111111 [ 111 ! L111CI i 111111111111111 i M1111111 ! 1W M situazione difficile di fronte al paese. Questa è una delle tante ipòtesi che possono realizzarsi. Per ora, possiamo solo prendere atto che il. governo resiste. Le decisioni di stasera mostrerebbero che,. di fronte al contegno ormai innegabilmente sedi zioso di Algeri, e alla iniriac cia di disordini nella stessa Parigi, la decisione di resi-!s'tere si inasprisce. L'istinto di difendere le istituzioni si rivela. vigoroso in Francia. Gli avvenimenti a cui assistiamo sono gravi ed incolori. Nonostante i disordini temuti dal governo, l'apparenza della' città è normale. L'unico segno del perìcolo sono le camionette blindate della polizia^ verniciate di neroi con i vetri rinforzati di reticolati d'acciaio, che listano lè principali arterie o si raggruppano presso i punti nevralgici. La dichiarazione del generale De Gaulle sembra avere trovato nel popolo un'udienza sorda. Si pensa con disagio che moliti tra coloro che camminano per le strade hanno figli richiamati in Africa. Guido Piovene M11JIM11M11 r M11 [ 111 i M1111111111 i I i 11W11111111M111 k 11111

Persone citate: Coty, De Gaulle, Dé Gaulle