Gronchi accolto con viva simpatia dalla regina Elisabetta e dal governo di Nicola Adelfi

Gronchi accolto con viva simpatia dalla regina Elisabetta e dal governo Salutato festosamente da colpi di cannone, fanfare e scozzesi in gonnellino Gronchi accolto con viva simpatia dalla regina Elisabetta e dal governo Varrivo alla stazione Vittoria ornata con tricolori e mazzi di fiori - Divise sgargianti e splendidi abiti delle dame ~ Il corteo verso il palazzo reale con carrozze bianche e dorate tra una folla entusiasta - I brindisi al banchetto ufficiale - Ricordati dalla.sovrana i momenti storici dei grandi incontri tra i due popoli (Dal nostro inviato speciale) Londra, 13 maggio. «Non pensavo che Londra potesse essere una città così meravigliosa >. Questa è stata la prima spontanea impressione che il presidente Gronchi ha pronunciato al suo arrivo a Buckingham Palace, dopo avere attraversato un lungo tratto della città, stando seduto accanto alla regina Elisabetta, in un landò bianco avorio ed oro guidato da sei cavalli grigi. Non è la prima volta che il presidente Gronchi visita Londra, ma mal l'aveva vista avvolta nella tenera luce di una giornata primaverile. Anche 1 londinesi erano eccitati dalla straordinaria lucentezza dell'aria e avevano affollato a migliala le strade che dovevano essere, percorse dal corteo reale; quanto agli italiani, specialmente i proprietari di negozi e di ristoranti, avevano chiuso i battenti delle botteghe per andare ad applaudire 11 presidente del loro Paese. <E' una giornata da tulipani», diceva la gente per descrivere i soffici colori diffusi nell'aria di Londra da un cielo con lievi lontane nuvole e molto sole. « E' un cielo Italiano >, rispondevano di rimando gl'italiani al loro amici inglesi, c bisognava che arrivasse qui Gronchi per portare un po' del nostro cielo >. Gl'inglesi non se l'avevano a male e replicavano: «E' un cielo elisabettiano», e sottintendevano che 1 colori dell'atmosfera erano gli stessi degli òcchi della loro regina, gli stessi del suo volto di porcellana, E' stato alle 9 In punto che 11 presidente Gronchi e il suo seguito hanno Iniziato ufficialmente la visita alla regina Elisabetta. E' cominciata nelle acque di Calals, quando gli ospiti italiani' sono Haliti a bordo della fregata. Inglese G-renviUe, che portava.. jiull'albero di mezzana 11 tricolore Italiano e sull'albero maestro la bandiera della nostra marina militare. Donna Carla Gronchi, la signora Ines Pella e le altre signore del seguito avevano le braccia colme di fiori; era un omaggio che avevano ricevuto alla stazione di Calala da quattro bellissime ragazze francesi vestite negli sgargianti costumi della Normandia. Le acque del canale, e anche questo è piuttosto Insolito, erano tranquille e azzurre come quelle dei nostri mari d'estate. Durante il viaggio per mare sia il presidente Gronchi che le persone del seguito hanno conversato a lungo con gli ufficiali inglesi, scelti fra coloro che parlano più speditamente la nostra lingua. La fregata Grenville è stata scortata fino a metà della Manica da un cacciatorpediniere francese; poi, velocissimi e con rapida manovra, tre cacciatorpediniere inglesi si sono accodati alla fregata Grenville sparando ventun colpi a salve. Dalla plancia di comando il Presidente Gronchi ha assistito alla manovra ed è poi sceso a poppa per riprendere la conversazione con gli ufficiali inglesi. Tuttavia non è durata a lungo, per via delle evoluzioni che, in vista della costa inglese, hanno cominciato ad eseguire intorno e sopra la nave quattro formazioni di reattori militari, in tutto sedici apparecchi. Poco prima delle 10,30 la Grenville è entrata nel porto di Dover e a bordo della fregata sono saliti il duca di Gloucester, cioè lo zio paterno di Elisabetta, e l'ambasciatore Zoppi, per dare il benvenuto al Presidente Gronchi. Tutte le navi nel porto avevano inalberato il gran pavese; dalle batterie disposte intorno al Castello di Dover i cannoni hanno tuonato. A rendere gli onori militari ha provveduto uno dei più famosi e caratteristici reggimenti britannici, il Gordon Highlandèrs, composto di scozzesi col gonnellino a scacchi verdi e gialli e col giubbetto verde; le cornamuse e i pifferi, agli ordini di un ufficiale avvolto in una pelle di leopardo, hanno intonato gli inni italiano e inglese. Qui, come vuole un antico rito, il Presidente della Repubblica italiana e il Sindaco di Dover si sono scambiati due plichi contenenti un messaggio di benvenuto e un altro di ringraziamento. Nella let tera consegnata da Gronchi al Sindaco della città portuale è detto fra l'altro che «Do ver ha nel corso della sua storia sempre tenacemente mantenuto i propri diritti di città libera ed è stata la vigile sentinella nella difesa della li berta e dell'indipendenza di questo Paese contro ogni tentativo di invasione e sopraffa zione. E' stata questa sensibi lità per la libertà e l'indipen denza cosi viva costantemente in ogni ceto del vostro Pae se che ha tenuto spiritualmen te vicini i nostri due popoli fin dal nostro Risorgimento ». Il treno speciale, composto tc o di vetture addobbate come altrettanti salotti e ciascuna recante un nome significativo, è partito da Dover alle 10,50 ed è arrivato alla stazione Victoria alle 12,25 con cinque minuti di anticipo sull'orario. Il bianco, il rosso e .il verde erano i colori che nella vecchia scura stazione londinese dominavano dappertutto. A parte le bandiere e 1 festoni tricolori, il principale addobbo era costituito da sei grandissimi fasci di fiori, formati da gladioli rossi, gigli e frónde verdi. Sulla piattaforma era stato messo .un tappeto rosso, grande quanto una piazza, e là sì erano dati convegno i più alti dignitari del Regno Unito.- Erano quindici in tutto e indossavano le splèndide uniformi di gala: vestiti elisabettiani e napoleonici, spadini, bastoni da maresciallo, moltissime piume bianche, azzurre, cremisi, qua e là un melanconico tight. Quando, è stato annunciato l'arrivo del treno il maestro delle cerimo-. nie ha fatto allineare i quindici personàggi col piglio- se vero di un maestro, richiamandoli ora con un gesto, ora con una parola breve. Non vi dirò l'elenco delle quindici persone in atteggiamento di scolari davanti al maestro, ma vi basti sapere, per capire quanto imperiose siano qui le regole del cerimoniale, che fra esse c'erano il presidente del Consiglio Mcmillan, il ministro degli Esteri, quello dell'Interno, il maresciallo Alexander, l'ammiraglio Mountbatten che è lo zio della regina, il primo sindaco di Londra, il capo della polizia. • j Esattamente .un minuto prima che il treno sì fermasse davanti alla piattaforma è apparsa sul tappeto rosso la regina Elisabetta sola. Portava un abito di seta grigio-celeste con maniche di visone e un cappellino a forma di turbante con piume; al collo, tre giri di grosse perle. Il taglio era di un' estrema sobrietà. Tutt'altro vestito aveva invece Margaret: gonna di seta a forma di trapezio di colore azzurro delfino e cappellino bianco. Dietro la regina a tre passi di distanza stava il principe Filippo che portava l'uniforme di ammiraglio e un po' più indietro la principessa Mary zia di Elisabetta, le duchesse dì Gloucester e di Kent, la bella principessa Alessandra. Non appena 11 presidente Gronchi è 3ceso dal treno, la Regina d'Inghilterra gli è andata incontro con un largo sorriso e con la mano tesa. Dopo questi primi saluti tra 1 due Capi di Stato, dal treno è scesa donna Carla Gronchi e alla Regina si sono avvicinati la Borella Margaret e il principe consorte per le presentazioni. In seguito la Regina ha accompagnato il Presidente della Repubblica italiana lungo la linea dei quindici personaggi, facendo via via le presentazioni Intanto dal treno scendevano il ministro Pella, la signora Ines Pella, il segretario generale di Palazzo Chigi ambasciatore Alessandrini, il capo del protocollo italiano, il medico personale di Gronchi e gli altri componenti della missione; sono dodici in tutto. All'uscita dalla stretta e fumosa stazione Victoria il servizio d'onore era stato affida¬ tdres j to ad una compagnia di guardie Coldstream con le giubbe rosse, pantaloni blu Zi ' un enorme colbacco di pelo d'orso. Sono ragazzi altissimi, Diondi, rosei, ma il più alto,.'Il più biondo e roseo di tutti era l'ufficiale che li comandava stamane: sembrava un gigante; sul labbro aveva piccoli baffi ' e col suo colbacco sovrastava di almeno un metro 11 presidente Gronchi. Eppure l'ufficiale è apparso cóme un bambino quando con la sciabola sguainata si è avvicinato all'ospite d'onore e arrossendo fino alla cima dei capelli ha detto in un italiano dalla pronuncia molto approssimativa: « Signor Presidente, la guardia d'onore è presente e pronta per la sua ispezione». Mentre Gronchi passava in rivista gli alti e biondi giganti, tutti gli occhi erano fissi su di lui; erano occhi attènti, di intenditori. Gli inglesi giudicano le personalità straniere dal modo come passano in rivista le truppe, e pare che il presidente Gronchi sia stato messo al primissimi posti nella graduatoria degli otto Capi di Stato che hanno visitato i reali di Inghilterra dopo la fine della guerra • • Si è poi formato un corteo di carrozze aperte, estive, settecentesche, bianche e coperte di dorature. I cavalli erano montati da un palafreniere per ogni pariglia; sono fantini piccoli con i pantaloni di pelle bianca e giubbetti rossi e oro, berretti blu, parrucche bianche. Nella prima carrozza hanno preso posto i due Capi di Stato e il duca di Gloucester; seguivano nella seconda carrozza la signora Gronchi e 11 duca di Edimburgo; nella terza i signori Pella con la dama di Corte contessa di Euston, e poi tutti gli altri. II corteo era composto da cinque carrozze ed altrettante automobili nere. ■ Intanto' le salve di artiglieria sparate da Hyde Park e dalle Torri di Londra davano l'avviso dell'inizio del corteo e la gente accorreva da ogni parte lungo le strade del percorso: Victoria Street, Westminster, White Hall, Largo dell'Ammiragliato, il Mail, che è quanto dire la parte più bella e .storica di Londra. Lungo i marciapiedi stavano i reggimenti più gloriosi e con le divise più ricche della Gran Bretagna, dalle guardie della Regina alle guardie scozzesi, al corpo del tamburi e dei pifferi, soldati a cavallo e soldati a piedi. E poi oltre 1 cancelli do rati della reggia stavano gli appartenenti all'antica aristocrazia, cavalieri, gentiluomini del più diversi Ordini. Complessivamente cento uniformi, cento colori e una cavalcata di molti secoli nella storia dei costumi inglesi.. A Buckingham Palace i signori- Gronchi dopo le ultime cerimonie e presentazioni sono stati accompagnati nell'appartamento « belga » dove dormiranno nelle prossime tre notti. Si trova nell'angolo nord-ovest della reggia e le finestre si aprono su un grande parco. Lo compongono una camera da letto, una sala da toeletta, uno studio e un salotto. Ogni stanza ha un suo nome; quasi tutti i mobili sono firmati da grandi mobilieri dei secoli scorsi e alle pareti si trovano quadri di autori celebri. Dopo la colazione offerta dai Reali d'Inghilterra ai signori Gronchi in forma privatissima e un breve riposo, sono cominciate le visite. Alle 16,30 il Presidente della Repubblica e la consorte si sono recati a deporre una corona alla tomba del Soldato Ignoto nella Abbazia di Westminster e là il decano ha detto: « Siamo qui silenziosi pregando per la pace del mondo ». Da Westminster gli ospiti italiani si sono portati alla Clarence House per salutare la Regina madre, la vedova di Giorgio VI. La visita è durata mezz'ora. Subito dopo altra visita; al Consiglio della Contea di Londra. Là altro "scambio di discorsi. In quello pronunciato .-da Gronchi egli tra l'altro ha detto: «Anche per noi i problemi delle auto nomle locali restano in primo piano perché essi non sono che un aspetto.del problema getieràle "dèlia "nfeèrtà "in uno Stato democratico moderno ». In seguito nella reggia, la iimniiiiimmiiiiiiiiiMniiimmiimiimii'iiim regina e il presidente delle repubblica si sono scambiati onorificenze e doni. Gronchi è stato nominato < Cavaliere di Gran Croce dell'onorevolissimo Ordine del Bagno». Questi sono i doni: i signori Gronchi hanno donato ai reali inglesi due statuette di legno policromate di antica arte senese, e hanno ricevuto due ceste d'argento finemente cesellate del principio dell'Ottocento e una serie di tre pezzi decorativi da tavola, anche d'argento cesellato. La prima sera del soggiorno inglese degli ospiti italiani si è conclusa con un grande banchetto offerto dalla regina Eli sabetta nell'immenso < salone verde». I centottanta invitati sono stati disposti in parte a un tavolo a forma di cavallo e in parte intorno a sedici tavole ordinate nell'arco del tavolo principale; il vecchio Churchill era per l'appunto seduto in uno del tavoli secondari. Al centro del tavolo stavano la regina e il principe Filippo insieme. Gronchi era alla destra della regina Elisabetta e alla sinistra della regina madre; la signora Gronchi a sua volta stava tra Filippo di Edimburgo e il duca di Gloucester. I brindisi che la regina di Inghilterra e il Presidente del la Repubblica italiana si sono scambiati al termine del grande banchetto di Stato rappre sentano, per le dichiarazioni di principio che vi sono state enunciate, il momento culminante di questo incontro fra capì dì Stato. Intorno ad esse tutte le funzioni della giornata acquistano semplicemente il valore di una ornata cornice. Al termine del banchtit", fra il profumo delle rose sotto i sei immensi lampadari, nello splendore dei servizi da tavola di oro zecchino, la sovrana si è alzata e ha ricordato 1 tré momenti storici salienti dei grandi incóntri fra l'Italia e la Gran Bretagna: II debito ohe abbiamo nei riguardi di quei colonizzatori mmimiiiiiiiinmmiimim^ romani che per primi inserirono il nostro Paese nei confini del mondo cwile ». < il debito culturale che non solo noi, ma l'Europa intera ha verso le opere del Rinascimento italiano », < l'epoca di Cavour, Garibaldi e Mazzini, quando si stabilirono fra i nostri due Paesi forti legami e profonde simpatie ». La regina ha aggiunto: <Nel corso degli ultimi dieci anni abbiamo osservato con ammirazione la ricostruzione della moderna Italia, le cui opere eguagliano quelle dell'Italia dei secoli passati. Il ritorno dell'Italia al posto che le spetta di diritto quale potente fattore di pace e di democrazia in questo mondo inquieto è slato salutato con piena simpatia dal popolo britannico. Siamo lieti di essere associati e alleati con l'Italia nella comunità delle nazioni occidentali in seno alla quale essa svolge una parte di sempre crescente importanza. Benché i nostri legami politici economici e culturali siano già stretti, è nostro desiderio ed auspicio che venga intensificata la cooperazione fra i nostri due Paesi per affrontare i problemi del futuro. « Signor presidente, io levo il mio bicchiere alla salute sua e della signora Gronchi e alla prosperità e alla felicità del popolo italiano ». II presidente Gronchi ha risposto porgendo omaggio alla concezione politica inglese, da cui è sorto lo Stato moderno, ed ha aggiunto: « L'Italia di oggi porta nel suo impeto di vitalità e nel fervore delle suo opere un .rinnovato senso del reale insieme con quel fermento di idealità, che fu in ogni tempo la caratteristica della sìm gente. Essa avverte con viva sensibilità che le alleanze militari non esauri¬ scono le esigenze della difesa della civiltà occidentale, perché un'altra competizione si va sempre più accentuando sul terreno della redenzione degli individui e dei popoli dalla schiavitù del bisogno: cosi la giustizia si rivela termine inseparabile della liberta». « La democrazia — ha detto più oltre il presidente Gronchi — vive di solidarietà esterne oltre che di disciplina interna. E' perciò che noi sentiamo la necessità di un'Europa unita, così come valutiamo la esigenza di uno sforzo comune verso i Paesi meno sviluppati ». Gronchi ha concluso dicendo: <I nostri due Paesi possono dunque camminare insieme non soltanto nell'interesse comune, ma per il benessere e la sicurezza di tutti gli uomini ». Nicola Adelfi Il presidente Gronchi e la regina Elisabetta giungono a palazzo reale a bordo della berlina dorata (TeAefoto) attraversa Trafalgar Square (Telefoto)