Motivi paradossali o grotteschi nella propaganda a livorno ed a Pisa di Francesco Rosso

Motivi paradossali o grotteschi nella propaganda a livorno ed a Pisa Il P opama elettorale della Toscana Motivi paradossali o grotteschi nella propaganda a livorno ed a Pisa Un marito ingannato bersaglia con sconcertanti rivelazioni gli esponenti del PCI - Per evitare sorprese, tatti i grossi rappresentanti sono stati esclusi dalle liste - Molti neofascisti si sono ribellati alle "direttive,, di Rachele Mussolini e voteranno per le sinistre ■ La protesta di Carla Boni e Johnny Borelli (Dal nostro inviato speciale) Livorno, 8 maggio. Anche nelie manifestazioni più imnegnate dell'esistenza nazion» ., come snnc. a-punto, le ulozioni, gl. asp^.ti paradossali, comici, grotteschi della lotta politica si rivelano, talvolta, determinanti. Tali aspetti sono chiaramente avvertibili nella circoscrizione Livorno - Pisa . Lucca - Massa Carrara, dove ambizioni personali, dissidi familiari, persino le disavventure coniugali, sopravanzano nella campagna elettorale l'interesse per i programmi politici. Decisa a far valere la sua condizione di vedova dell'exduce, Rachele Mussolini volle sanare !a frattura tra fascisti rivoluzionari integrali, diciamo di Salò, e nostalgici del paternalismo mussollniano anteguerra. Pretese, quindi, che Fabrizio Ciano, Aglio di Edda, a cui nonno Benito fece fucilare 11 padre a Verona, fosse capolista dei missini a Livorno, mentre un giudice del tribunale speciale che condannò Galeazzo Ciano alla fucilazione fu incluso coi candidati neofascisti dì Perugia. Non so che cosa sia accaduto nella circoscrizione perugina; a Livorno il tentativo di Rachele Mussolini di metter pace tra fucilatorl e Agli di fucilati ha provocato il finimondo tra le schiere neofasciste. Per quanto caldeggiata dalla vedova dell'exduce, la candidatura di Fabrizio Ciano, e la sua posizione di capolista, ha fatto insorgere tutte le federazioni, che hanno minacciato le dimissioni in massa. Per non approfondire ancora le crepe nel fascismo toscano, Rachele Mussolini ripiegò su posizioni di compromesso e Fabrizio Ciano andò a finire, in ordine alfabetico, quasi in fondo alla lista. Ciò non servì a placare tutte le ire, le defezioni sono state numerose e la federazione di Massa Carrara, composta in gran misura da elementi convinti che la guerra sia stata perduta per il tradimento dei Ciano, Bottai, Grandi, De Bono nell'ultimo gran consiglio del fascismo, si è pressoché dissolta. Si dice che, per far dispetto a Fabrizio Ciano ed a sua nonna Rachele, molti fascisti toscani voteranno comunista. Non ci si dovrà stupire se ciò accadrà; la faziositv politica toscana è un ponti Fufflcentemente solido per ur.'.re i due estremismi. In questo settore della Toscana, i comunisti hanno bisogno di voti e sono disposti a racimolarli non importa dove, anche tra i fascisti repubblichini, per tamponare il franamento provocato dall'uscita di Furio Diaz e di altri Intel lettuali dal partito. I responsabili del comunismo locale si esibiscono in salti mortali di dialettica per dimostrare che il partito ha guadagnato in vigoria tornando alla sua essenza proletaria dopo l'amputazione dei rami secchi, che sarebbero, appunto, gli intellettuali dissidenti, ma si sono tenuta ben stretta Laura Diaz, sorella del dimissionario, che non proviene certo dalla classe operaia ed è tra le poche deputate uscenti che il p.c.i. ha nuovamente presentato in lista Da Livorno a Massa Carrara il comunismo è in crisi, e non soltanto a causa dei ri volgimenti Ideologici portati a maturazione dalla sangui nosa repressione sovietica in Ungheria, ma anche da grottesche situazioni alla « Cocu magniflque ». Le disavventure sentimentali di due coniugi comunisti pisani sono diventate scottante materia politica dopo che lo strano marito le ha rese pubbliche interpretandole in chiave marxistica. Siano aristocratiche, borghesi o proletarie, le corna sono sempre fonte di umorismo, sia pure amaro; questa volta han no assunto un particolare- si gnificato sociale. Il povero marito è stato espulso dal p.c.i. ed egli, pacificatosi con la moglie, ha dato vita al movimento dissidente di « Unità progressista », in violenta polemica coi compagni di ieri attraverso memoriali e manifesti che suscitano diatrlbe: non solo divertite, tra i comunisti pisani e molte perplessità della direzione centrale del partito che, per evitare sorprese alle urne, ha escluso dalle Uste tutti i grossi rap presentanti della federazione pisana bersagliati dal marito ingannato. La crisi del comunismo si riflette anche sui socialisti, forse i più fusionisti d'Italia. Uscendo dal p.c.i., Furio Diaz passò nelle file nenniane, dove fu accolto con scarso entusiasmo. A differenza di Giolitti, egli non è étato incluso nelle liste socialiste e fu lui stesso a dichiarare che non avrebbe accettato la candidatura. E non lo si può biasimare per questo. Quando chiese l'iscrizione al socialismo nenniano, un responsabile del partito scrisse al federale comunista di Livorno una lettera in cui, sommessamente, chiedeva scusa di non aver potuto respingere la domanda del transfuga. E' evidente che in simile compagnia, Furio Diaz aveva scarse possibilità di essere eletto deputato. Il dichiarato fusionismo del socialisti locali dovrebbe giovare ai socialdemocratici, che contano di attirare quegli elettori scontenti della troppo supina acquiescenza del loro partito al p.c.i. lssgaveqhca Meno afflitta da complessi e lotte interne, la d.c. si presenta più compatta dietro al suo capolista, il ministro Togni, ma è una compattezza apparente, raggiunta attraverso insidie di indole varia e non interamente placate. In questa circoscrizione, la d.c. ha sempre presentalo come capolista l'on. Gronchi, seguito dal ministri Togni e Angelini. Ora, il Presidente della Repubblica è assente dalla competizione elettorale e il ministro Angelini, che in una prima lista appariva col numero due, dopo Togni, è stato inopinatamente dislocato al difficile seggio senatoriale di Viareggio. Le leve per manovrare la base della d.c. sono cosi passate alla destra democristiana, e il ministro Togni; non trascura gli sforzi per ottenere un'affermazione plebiscitaria attraverso i voti di preferenza. La circoscrizione elettorale ha una fisionomia composita; socialcomunista accesa a Livorno e Pisa, è. largamente democristiana a Lucca e Massa, prevalentemente radical-repubblicana a Carrara con discrete aliquote di anarchici. E' evidente che la propaganda democristiana è più intensa dove il partito è in minoranza, propaganda fatta non solo a parole, ma a colpi di miliardi negli investimenti di opere pubbliche. Nessuna circoscrizione ha mai assistito alla posa quasi contemporanea di tante < prime pietre ». Rinnovamento del teatro lirico a Lucca, tre funivie a Massa Carrara, la camionabile attraverso la Cisa da Milano a Sarzana, un centro di studi galileiani a Pisa, rifacimenti di spiagge, ospedali, ponti, acquedotti sono impostati quasi da un giorno all'altro, ed i lavori subito avviati. Naturalmente non mancano le polemiche, e il ministro Togni ne fa le spese in tutti 1 comizi dei partiti laici. Lo accusano di imitare Lauro con la presidenza onoraria della squadra calcistica di Pisa per attirare i voti dei tifosi; gli rimproverano di ricevere medaglie d'oro dalle società corali per ottenere 1 voti dei melomani, che qui sono falangi, concedendo sovvenzioni al < Comitato pucciniano », del quale egli è presidente. Parlando di melomani, mi viene opportuno accennare ad una corrispondenza da Raven- ppmsrmnsdtcdaefvpfsna In cui parlavo della com-j petizione' accesasi tra repubblicani e socialcomunisti per accaparrarsi le simpatie dei giovani organizzando feste danzanti e scritturando i cantanti più famosi Avevo detto che 1 comunisti avevano fatto cantare Carla Boni e Johnny Dorelli. Ora, Carla Boni ha precisato che, per contratto con la Rai, non può esibirsi, in locali pubblici fino a giugno e assicura di non aver mai gorgheggiato sotto 11 ritratto di Lenin. Anche Johnny Dorelli afferma di non aver mai lavorato per i comunisti. E' evidente che accennando alla gara canora e danzante mi riferivo esclusivamente alla situazione romagnola e non intendevo attribuire un colore politico alle esibizioni dei cantanti, 1 quali, come professionisti, prestano la loro opera a chi glie la richiede. In Toscana, per fortuna, i | partiti trascurano 11 ballo, e la polemica, come s'è visto, assume altre colorazioni. Il ministro Togni, ad esemplo, preferisce i giganteschi ritratti illuminati al neon nelle piazze e nelle vie delle città. Con la sua tambureggiante propaganda egli otterrà quasi certamente un'affermazione personalr clamorosa, anche coi voti delle destre, rodendo,.cioè, ' i posizioni dei monarchici e .missini e attirando buona parte dei liberali più conservatori, rimasti Indifferenti all'attività del p.l.i. e alla polemica Malagodi-Fanfani. Una buona affermazione dovrebbero ottenere 1 radlcal-repubbllcanl, particolarmente saldi a Massa Carrara. La presenza in lista di Pacclardi e Scalfari esercita molta attrazione sui ceti colti e schiettamente lasuAsalovom'Inlafutenvempdscliiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiin laici della circoscrizione, anche sugli anarchici di Carrara e Avenza, i qua!'., a quanto pare, sarebbero decisi a rompere il loro :.--ol«izionijnirj politico e votare non più scheda bianca, ma per la foglia d'edera. ' ' Francesco Rosso