Vivace colloquio al Viminale tra Zoli e i radical-repubblicani di Enzo Forcella

 Vivace colloquio al Viminale tra Zoli e i radical-repubblicani L'appello dei vescovi ed il voto dei 25 maggio Vivace colloquio al Viminale tra Zoli e i radical-repubblicani Reale e Pannunzio chiedono che il governo compia un passo di protesta presso la Santa Sede - Il Presidente del Consiglio premette ai "laici „ una risposta entro martedì, ma essa sarà certamente negativa -1 radical-repubblicani domanderanno di essere ricevuti da Gronchi, Menagora e Leone - Incontri di Tambroni con Taviani e l'assistente dell'Azione Cattolica (Nostro servizio particolare) Roma, 8 maggio. Reale e Pannunzio si sono recati stamani al Viminale ed hanno pr«sentato a Zoli il testo della preanr>une!atp. < protesta laica» per l'Intervento dei vescovi nella campagna elettorale. Il colloquio è durato tre quarti d'ora ed è stato abbastanza vivace. Zoli — secondo l'impressione ooi due rappresentanti radical-repubblicani — voleva evitare di prendere posizione sul merito della questione ed ha cercato di non prendere in considerazione il documento che gli presentavano. C'è stata un po' di schermaglia, tra lo scherzoso e il risentito, poi il Presidente del Consiglio si è rassegnato ed ha promesso di dare una risposta ehtro martedì, pur facendo capire chiaramente che il tenore sarà negativo. <Voi dovete dirmi quando e come 11 mio governo è venuto meno alla difesa dell'autonomia dello Stato» ha attaccato subito Zoli, appena sbrigati i convenevoli. Reale e Pannunzio hanno obiettato che non avevano chiesto il colloquio per impostare una polemica sulla azione governativa nel passato, nonostante la documentazione raccolta sulle interferenze del clero nella vita politica del Paese fosse molto eloquente, ma per chiedere una presa di posizione sui fatti del presente: il mònito del vescovi e gli altri interventi di carattere elettorale. Perciò pregavano il Presidente del Consiglio di prendere in esame il promemoria che gli avevano preparato. Abbiamo già anticipata ieri sera i punti principali questo documento. Il testo ufficiale, comunque dice: «I rappresentanti del partito repubblicano e del partito.radicale chiedono al Presidente del Consiglio, sen. Zoli, che il governo italiano compia un passo ufficiale presso la Santa Sede per denunciare il sentimento di profondo tjUrbamento^che l'intervento sempre più pressante del clero nella lotta politica suscita in tutto il Paese. Essi ritengono in ispecie necessario: * <1) che sia elevata formale protesta contro la massiccia in terferenza del clero in favore di un partito impegnato nella competizione elettorale, culminata nei giorni scorsi nella deliberazione della conferenza episcopale italiana, in aperta violazione delle leggi della Repubblica e del Concordato <2) che s!°no invitati i vescovi all'osservanza del giuramento di fedeltà di cui all'art. 20 del Concordato, il quale li impegna non solo alla fedeltà verso lo Stato, ma anche e specificamente a non turbare l'ordine pubblico ed a non consentire che lo faccia il clero dipendente. Questi impegni appaiono evidentemente violati nel momento in cui i vescovi ed il eie ro si sottraggono al divieto di vincolare il suffragio degli elet tori stabilito nell'art. 98 della legge elettorale; <3) che siano richiamati la Azione Cattolica e gli organi da essa dipendenti al rispetto del l'art. 43 del Concordato, il quale dispone che essi svolgano la loro attività al di fuori del partiti » l«fèbiliimmi Il Presidente del Consiglio gli ha dato un'occhiata e poi si è lasciato afuggire una frase: « Amici miei, la Chiesa è in una fase di legittima difesa poiché è in atto nel Paese una campagna laicistica che non la può lasciare indifferente ». Era la tesi di Fanfani e dell'Osservatore Romano tendente a rovesciare sui < laici » la responsabilità degli interventi ecclesiastici ed a confondere, così, due piani ben distinti: quello dei rapporti tra i partiti e quello del rapporti fra Chiesa e politica. La polemica laica può essere giusta o sbagliata, ma la replica spetta al partito o ai partiti che si fanno portavoce delie tesi cattoliche, non autorizza le gerarchie'ecclesiastiche ad uscire dai limiti fissati dal Concordato e dalle leggi dello Stato. Pannunzio e Reale hanno esposto le loro ragioni, Zoli ha lasciato cadere la questione ed è passato ad un altro argomento polemico, rimproverando al < laici » di finire, anche senza volerlo, con il portare acqua al mulino comunista. « Lasciate stare — ha consigliato bonariamente — non conviene a nessuno ». Anche qui gli oppositori hanno trovato a ridire. < Gli abbiamo risposto in modo deciso e categorico — ha detto più tardi Reale — che noi abbiamo rifiutato sempre ogni solidarietà propostaci dal p.c.i., e che, a nostro avviso, proprio le irregolarità e gli abusi denunziati offrono incentivo alla campagna comunista». Insomma non c'era assolutamente modo d'intendersi. Pannunzio, riferendo agli amici le sue impressioni, ha poi detto: « Più che un Presidente del Consiglio era un buon parroco di campagna, di quelli con cui si gioca volentieri e che non vogliono saperne di discussioni troppo difficili». La conversazione è continua-, ta ancora per un poco, passanti o ad altri argomenti. Zoli è apparso preoccupato dell'andamento, della campagna-elettorale per il suo partito! na.Uv; sistito sulla difficoltà di forma? re un governo se 1 risultati non saranno tali da - soddisfare la democrazia cristiana: Infine ci si è lasciati con l'intesa, come si è detto, che entro martedì il governo risponderà ufficialmen te al pro-memoria laico. Solo dopo questa risposta i radicalrepubblicani chiederanno 1 colloqui con Gronchi e con I presidenti delle Camere. Mentre' si svolgeva l'incontro con il Presidente del Consiglio, in una stanza poco distante il Ministro dell'Interno avevauna serie di incontri con Taviani (che proprio oggi, con una intervista al Giornale d'Italia, ha tentato un rilancio della collaborazione democratica, smussando la polemica con i < minori », su cui Fanfani ha impostato la campagna elettorale), con l'assistente ecclesiastico dell'Azione Cattolica, mons. Castellano, e con il presidente della Pontificia commissione di assistenza, mons. Baldelli. E' probabile che il voto del 25 maggio sia stato 11 motivo conduttore di questi incontri, e che le preoccupazioni governative illili Mimmi imimmiimmimmiimo per i risultati della battaglia vi abbiano frequentemente riecheggiato. La protesta contro l'intervento ecclesiastico è tenuta viva anche dai liberali. Nel prossimo numero del loro settimanale verrà pubblicato un articolo dal titolo: < Eccesso di difesa ». Il giornale liberale replica al comunicato episcopale confutandone In particolare l'affermazione che la d.c. vdtpossa essere considerata il solo partito capace di difendere le libertà della Chiesa: < Ci sono, ti 11111111 ii m 111111 m 11 t 1111111111111 s 11 a 1111111111111 viceversa, forze e tendenze laiche, ma non anticlericali, cui diritti e libertà della Chiesa stanno sommamente a cuore, in quanto collegati ai diritti di coscienza di tanta parte della popolazione italiana e in quanto manifestazioni, articolazioni particolari della libertà senza aggettivi. Sono forze che con i comunisti non si sono alleate, non potranno allearsi mai, perché ogni singolo punto dei loro programmi, dei loro propositi, delle loro regole di vita, rifug ge radicalmente dal comuni¬ 111111111111111111 ii 11111 • 11 m • i. 11 : e ; ^ ! • i ; i i m 11 > i ii 111 ii 111 smo, rappresentandone, ansi, l'antitesi esatta. L'ostracismo contro forze ' così fatte — conclude La Tribuna — può pronunziarsi in nome di causali chiare e persuasive, ma solo in nome del deliberato proposito di privarle del consenso, del suffragio dei cattolici tendenzialmente simpatizzanti con il loro programma economico-sociale. Questo sembra di dover concludere oggi, non senza amarezza ». Enzo Forcella

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