Pleven costretto a rinunciare all'incarico di Sandro Volta

Pleven costretto a rinunciare all'incarico Si fa drammatica la crisi di governo in Francia i Pleven costretto a rinunciare all'incarico l'inclusione nel Ministero di André Morice, esponente dei colonialisti, ha indotto radicali e socialisti a negare l'appoggio promesso - Coty, dopo, il rifiuto di Biìlères e Berthoin, ha chiamato il democristiano Pflimlin (Dal nostro corrispondente) Parigi, 8 maggio. René Pleven è stato costretto a rinunciare definitivamente alla costituzione del nuovo governo quando aveva ormai completato la lista dei futuri ministri e credeva di essersi già assicurato la maggioranza parlamentare necessaria per ottenere domani l'investitura dell'Assemblea Nazionale. Ma è stato appunto per assicurarsi questa maggioranza che aveva dovuto cedere ad un'Imposizione dei gruppi di destra, i quali gli avevano fatto affidare il portafoglio, della difesa nazionale ad André Morice. Questa scelta, che annullava tutti i propositi di svolgere una politica liberale In Algeria, gli ha fatto ritirare immediatamente l'appoggio dei partiti democratici. André Morice è un deputato ex-radicale, che abbandonò il partito durante il tentativo di modernizzazione compiuto da Pierre Mendès-France. Nel Parlamento francese è, insieme a Georges Bidault e a Jacques Soustelle, uno degli esponenti del colonialismo e di una soluzione del problema algerino affidata esclusivamente alla forza. Quando era miristro con Bourgès-Maunoury si opposs alla legge cornice, che considerava troppo liberale, e contribuì così a ritardare la pacificazione dell'Algeria. Durante l'ultima crisi ministeriale, André Morice è stato uno di quei deputati di destra che hanno rifiutato I risultati del buoni uffici anglo-americani ed hanno unito il proprio voto a quello del comunisti per rovesciare il governo di Felix Gaillard. Il suo ritorno al potere avrebbe avuto dunque un significato preciso, che sarebbe stato impossibile non interpretare come un'affermazione di intransigenza da parte del nuovo governo. Oltre a-queste ragioni di carattere politico, ce ne sono altre di natura più intima che hanno determinato l'opposizione del partiti democratici contro la nomina di André Morice. Lo ricorda stasera Le Monde, accennando che «il suo nome non manca di ricordare che egli rimane legato a certi affari sui quali tutta la luce non è stata fatta». André Morice è stato infatti accusato di avere partecipato ad un'impresa che costruì il Vallo Atlantico per conto dei tedeschi durante la occupazione. L'iniziativa per impedire 11 ritorno di André Morice al potere è stata presa in una riunione dei parlamentari e dei dirigenti del partito radicale, 1 quali hanno affermato all'unanimità che < non avrebbero ammesso di dare la propria cauzione a un governo che, per la sua sola composizione, escluderebbe la possibilità di vedere la politica africana evolversi in un senso liberale ». Da tempo immemorabile, è stata la prima volta che i radicali hanno preso una decisione all'unanimità. Anche I socialisti avrebbero probabilmente preso la «tessa decisione sé I radicali non li avessero preceduti. Nello stesso partito di Pleven, l'U.D.S.R. (Unione Democratica Socialista della Resistenza), la scelta di André Morice aveva sollevato- d'altronde violente opposizioni e una delegazione di dirigenti aveva approvato a grande maggioranza una mozione in cui, dopo avere approvato le dichiarazioni di René Pleven sull'Algeria, affermava che < sarebbe stata non di meno portata a fare le più serie riserve se la composizione del governo, per ciò che concerne le responsabilità della politica in Algeria, deludesse questa speranza ». Dal fallimento del tentativo di Pleven Le Monde trae queste conclusioni: < 1) ci sono degli uomini il cui passato, recente o no, suscita con la loro sola presenza il disagio o le reticenze, almeno a sinistra; 2) è sempre più necessario definire pubblicamente una politica nordafricana che tenga conto dei precedenti insuccessi; 3) è sperabile che, non essendo come le altre, questa crisi non si concluda con la costituzione di un governo come gli altri ». Tutto lasciava dunque supporre che, dopo la rinuncia di René Pleven, sarebbe stato designato un parlamentare del centro-sinistra che, senza bisogno dei voti comunisti, ma valendosi soltanto della loro astensione, avrebbe potuto costituire un governo facendo a meno di subire le imposizioni della destra, responsabile delle tre crisi ministeriali di questa legislatura. Il nome di Francois Mltterand era perciò ritornato a circolare a Palazzo Borbone. Invece il Presidente della Repubblica, tenuto conto delle responsabilità assunte dal partito radicale nella rinuncia di René Pleven, ha rivolto l'invito al radicale René Biìlères, che però ha rifiutato l'incarico. Uguale rifiuto ha opposto Maurice Faure, un deputato radicale di 36 anni, al quale Pleven aveva offerto il portafoglio degli Esteri. Dopo di loro, René Coty si è rivolto ad una personalità meno impegnata nei contrasti politici che agitano in questo momento l'Assemblea Nazio naie: il senatore radicale Jean Berthoin, ma anche lui hp. rifiutato di compiere il tentativo per costituire il nuovo governo. Rinunciando allora a una soluzione della crisi attraverso una personalità del partito radicale, il Presidente della Re pubblica ha invitato all'Eliseo, per offrirgli l'incarico, il leader democristiano Pierre Pflimlin. Sandro Volta

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