L'ex ispettore svizzero ammette di essere stato spia

L'ex ispettore svizzero ammette di essere stato spia L'ex ispettore svizzero ammette di essere stato spia Consegnati alla Francia documenti sugli algerini residenti in Svizzera - Le accuse al procuratore Dubois (Dal nostro corrispondente) Berna, 5 maggio Un colpo di scena ha caratterizzato l'inizio del processo contro l'ex-ispettore di polizia Max Ulrich, di 52 anni, comparso oggi dinanzi al Tribunale federale sotto l'accusa di spionaggio politico ed economico a favore della Francia. Una dichiarazione dell'imputato prima che il presidente della Corte, dott. Abrecht, facesse sgomberare l'aula per proseguire il dibattito a porte chiuse, ha dato alla vicenda un aspetto nuovo. Finora l'opinione pubblica era del parere che l'accusato fosse stato uno stretto collaboratore del procuratore generale Dubois, il quale si uccise il 23 febbraio dello scorso anno, quando cioè l'oscuro affare dello « spionaggio telefonico» venne reso pubblico attraverso i giornali. Ma stamane l'imputato ha smentito di essere stato al servizio del Dubois, affermando di avere « lavorato » sempre da solo. Subito dopo l'apertura dell'udienza l'ex-ispettore ha ammesso di aver passato al servizio di spionaggio francese tre documenti segreti riguardanti gli algerini residenti o di passaggio in Svizzera, e una ventina di rapporti « confidenziali » delle varie polizie cantonali svizzere, contenenti indicazioni più o meno analoghe. Infine, non ha nemmeno contestato di aver trasmesso per telescrivente a Parigi un centinaio di informazioni che quasi sempre concernevano gli incontri in territorio svizzero fra capi ribelli dell'Algeria con spie egiziane. Per contro ha negato di aver consegnato all'agente francese Marcel Mercier — a suo tempo accreditato presso l'Ambasciata di Francia a Berna quale addetto commerciale — una relazione sui lavori della cosiddetta « Associazione culturale paracomunista » della Svizzera Romanda. All'obiezione del presidente clie si hanno delle prove che il documento si trovi in mano dei francesi, l'imputato ha tranquillamente risposto: «Allora esso è stato sottratto dal mio ulficìo e quindi consegnato di nascosto al Mercier ». E' evidente ohe voleva accennare a René Dubois. A questo punto il presidente ha voluto far sgombrare la sala, ma su intervento della difesa la parola è stata data all'imputato, affinché potesse spiegare brevemente i motivi della sua illecita attività. Con voce ferma egli ha fra l'altro detto: «Prima che il Dubois fosse eletto procuratore generale, feci notare al ministro che egli aveva denunciato al " Deuxième Bureau ", sorven dosi di informazioni false, uno straniero che durante la guerra aveva reso ottimi servizi alla Svizzera. Ma ciò nonostante Dubois venne eletto ed io feci di tutto per far luce sulle sue mene. Mi misi in contatto con un funzionario dell' Ambasciata di Francia. Dubois continuò a rendersi colpevole di numerosi altri abusi del suo vasto potere *■ Al termine della dichiarazione il pubblico ha dovuto lasciare l'aula e l'udienza è proseguita a porte chiuse. 1. f.

Persone citate: Dubois, Marcel Mercier, Max Ulrich, Mercier, René Dubois

Luoghi citati: Algeria, Berna, Francia, Parigi, Svizzera