Le ultime notizie sulla recessione americana

Le ultime notizie sulla recessione americana Le ultime notizie sulla recessione americana Proprio in questi giorni, sulla recessione americana furono espressi pareri rtispairatisskni. Non sarà male, allora, se cercheremo di esprimere noi stessi un fondato giudizio solidamente ancorato alle cifre. Del resto, spiana questa via urna tabellina, compilata dalla First National Bomk di Nuova York, e pubblicata ieri l'altro sulla sua rivista mensile. Per i principali indici congiunturali, a cadenza mensile, si stimano le contrazioni avutesi, rispetto ai massimi, dapprima, nelle due recessioni del 1948-'49 e del 1953-'54; poi, durante l'ultimo ripiegamento economico, sino al febbraio scorso. PERCENTUAI.- DI CONTRAZIONE DEI PRINCIPALI INDICATORI CONGIUNTURALI NELLE RECENTI RECESSIO NI AMERICANE ■ Calcolala dal punto massimo di ciascuna serio. (Eliminato le variazioni stagionali). '48-'49 '53-'54 '57-'58 Prodw. industrial* 10,5 10,2 11,6 ProdiK. di acclaio 32,2 36 42 Produz. autovetture 8,2 35,4 32 Pcrmossi costr. cdiii 21,9 10 15,7 Occupaz. non agrlc, 5,1 3,5 3,2 Ocoup. ind. manif, 13,7 12,7 11,1 Reddito glob, person. 4,9 1,4 1,6 Vendue al mlnuto 4,1 5,9 4,9 Nuovi ordini all'in- industr. manitatt. 18,3 16,9 22,8 Soorte manuf. finitl 10,4 7,4 3,1 dsginl'mau1tedsBasta questo limpido prospetto, a dimostrare che la recessione odierna non va presa sul tragico, ma neppure alla leggera. In alcuni casi (permessi per costruzioni edilizie; reddito globale personale ; vendite al minuto) siamo ancora alquanto lontani dalle massime flessioni avutesi in precedenza. Ma i tre più importanti indicatori congiun-turali (produzione industriale__globale ; produzione di acciaio; ordinazioni alle manifatture) mostravano già, a fine febbraio, contrazioni più profonde di quelle avutesi fra i massimi e minimi, nelle due fasi recessive, avvertite nell'ultimo decennio. E purtroppo la dimwuzione nelle scorte di prodotti finiti non è tale per ora (avverte un altro indicatore) da sostenere la speranza ohe ogni futuro aumento nella domanda possa riflettersi sulla produzione. * * Negli ultimi giorni, la situazione economica degli Stati Uniti non ha subito mutamenti profondi. Qualche lieve segno favorevole tuttavia s'è avuto. In particolar modo, le serie statistiche riguardanti i carri ferroviari caricati; oppure le ordinazioni di macchine utensili, infine i già citati permessi per costruzioni edilizie hanno invertito il loro ■andamento. Troppo poco, per tirare il fiato, quando altri indici, ben più significativi sono ancora al ribasso. Eppure il governo americano, per bocca del vicepresidente Nixon, ma soprattutto dello stesso presidente Eisenhower ha riaffermato che l'attuale fase recessiva è sulla via dell'esaurimento; poteva dirsi un « guaio interno di scarsa importanza ». Quindi tale da non generare preoccupazioni, solo che gli operatori economici si fossero mostrati giudiziosi. Così ogni nuovo provvedimento anticiclico fu un'altra volta rimandato. Che questo atteggiamento trovi numerosi avversari, non occorre ripetere. L'ha criticato lo stesso modera tissimo ex-presidente Truman. E che la lentezza con la quale il governo ameri cano avvia una politica an ticiclica generi perplessità in parecchi osservatori neutrali (e noi fra questi) non deve neppure essere confer mato. Val la pena d'approfondire invece i motivi di queste esitazioni: se non altro, per trarre profìtto da un'esperienza rara. Eccoci al punto. Sinora il governo americano ha con¬ sdspècpedqgeddcsnsppztcEnsltdp«NsOslctai trastato la depressione Conjuna energica politica mone-jtaria. Le Banche della Ri- kserva Federale hanno re-lcentemente ancora ridottoil tasso di sconto ed i mi' nimi di riserva obbligatoria. Così il costo del denaro, per prestiti a breve alla produ zione è sceso dal 4% al 3 Va per cento. Ancora il governo si mostrò favorevole a prolungare i sussidi per la disoccupazione e ad accelerare le spese per la difesa. Ma esso non vuole, per ora, impegnarsi in una politica di lavori pubblici a largo raggio ed è del tutto contrario a riduzioni d'imposte. Perché? Prima di tutto, pj»l timore che una politica ÒR lerom pubblici cominci a dare i suoi effetti, a reces-|zsione conclusa; e così s'ag-jngravi la latente pressione inflazionistica. Nel marzo, l'indice dei prezzi al consu gmmatore (1947-1949=100) èjnancora salito di quasi j dun punto, toccando quota : s123,3; vertice mai raggiun-joto in passato. Poi, perché sesso teme che la riduzione td'imposte aggravi oltre mi-jlosura il deficit nel bilancio |ncmstatale (già a due miliardi! di dollari, nel bilancio che si chiuderà al 30 giugno prossimo). Infine (e questo è, senza dubbio, fattore principaliss"imo) • perché ogni politica di lavori pubblici estende la sfera d'azione dello Stato.' Contrasta dunque con le premesse ideologiche di molti repubblicani e troppo concede al partito democratico. In un'annata d'elezioni ciò, purtroppo, conta parecchio. * * Soltanto nei prossimi mesi si potrà dire se il governo di Eisenhower abbia così scelto la via giusta; oppure non abbia, per motivi politici, perduto tempo pre zioso. Oggi tuttavia la situazione economica ameri' cana va seguita, anche in Europa, con molta attenzione. Ogni movimento recessivo infatti diviene pericoloso quando giunge ad « autoalimentarsi » ; cioè quando, per effetto di vari impulsi, si manifestano rea- «Iisililllllltllltftlllllllllllttifllllllllllllllllilllllllllpgl1ldscsvstrpcvcgnbsasgnss zioni a catena., che giungono a spingere sempre più produttivi giù, livelli mortificati. Ora le reazioni già a cate- na dipendono principalmente' dal comportamento dei con sumatori i quali sino ad oggi, si sono comportati as sai bene: non hanno con tratto apprezzabilmente i loro acquisti. Lo mostra la nostra stessa tabellina. Ma che succederà nelle prossi me settimane? Il reddito lllllllllltllllllllllltlllllllllllllllltlllllllllllllfltllflllvdcpersonale, che aveva raggiunto i 303 miliardi di dol lari nel terzo trimestre del 1957 (cifre su base annuale) è' caduto a 299 miliardi di dollari nel primo trimestre del 1958. In più, i consueti sondaggi semestrali effettuati dalla Università di Michigan mostrano che questi operatori sono tendenzialmente riservati ed assai poco propensi ad acquisti di beni di consumo durevole. Non provocheranno essi, così, una contrazione nella domanda globale difficilmente dominabile, anche da lavori pub-1 blici O da riduzioni d'impo--. <f .A „. , ,. Questo 1 interrogativo po-1 sto, or ora, dalla recessione americana. La risposta allo stesso regge in definitiva il giudizio sulla politica economica di Eisenhower, che sarà pronunciato in sede storica. Ferdinando di Fenicio sszj

Persone citate: Eisenhower, Nixon

Luoghi citati: Europa, Michigan, Nuova York, Stati Uniti