Vanno in Germania per lavori stagionali quattromila braccianti agricoli italiani

Vanno in Germania per lavori stagionali quattromila braccianti agricoli italiani Manca «fi manodopera la Repubblica di Bommxz Vanno in Germania per lavori stagionali quattromila braccianti agricoli italiani Le paghe variano da 27 a 33 mila lire al mese, pia vitto e alloggio - Lo scorso cito 6000 emigranti sono rimasti definitivamente a vivere con i tedeschi • Speciali corsi di qualificazione per evitare disillusioni (Dal nostro corrispondente) Bonn, 29 aprile. Altri quattromila braccianti italiani verranno in Germania l'estate prossima per i lavori stagionali. Molti di essi, che stanno già. arrivando a gruppi, tornano nella Repubblica Federale per la seconda o In terza volta: segno che le condizioni di lavoro offerte dalle aziende agricole tedesche sono ormai considerate soddisfacenti. La constatazione è molto importante, considerando che per il passato, agli inizi dell'emigrazione, parecchi se ne tornarono in Italia con delle esperienze non positive. Indubbiamente le condizioni di lavoro dei braccianti italiani in Germania sono di molto migliorate, anche se nel settore dell'emigrazione in genere restano ancora diversi problemi da risolvere. In un primo tempo il salario minimo di un nostro bracciante in Germania era di ISO marchi il mese, circa 18 mila lire. Ora il minimo netto è stato portato a 27 mila lire il mese, oltre il vitto e l'alloggio gratuito. Le ore settimanali di lavoro effettivo stabilite dai contratti variano da 48 a 54, e l'ora straordinaria viene compensata con circa 195 lire. Questi, come s'è detto, sono i minimi contrattuali. In pratica però, oltre la metà dei nostri lavoratori agricoli viene ~a guadagnare cifre superiori, senza contare che nei Lànder della Repubblica più racchi il minimo stabilito dai contratti iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiniif ìMiMiiiiiiiiiiiii e si aggira sulle 33 mila lire il mese. Per l'emigrazione di contadini italiani in Germania le prospettive sono pur sempre favorevoli. L'agricoltura tedesca è in fase di sviluppo e, se la congiuntura economica non subirà qualche contraccolpo (come ha garantito di recente anche il ministro Erhard I le capacità di assorbimento dei nostri braccianti dovrebbero aumentare per il futuro. Va poi tenuto conto che in Germania cominciano a farsi sentire gli effetti della depres sione demografica della guerra e che di conseguenza le telassi» dei diciottenni e dei ventenni che entrano adesso a far parte della popolazione attiva risultano dimezzate: sono le cosiddette < classi deboli ». Tutto sommato si può dire che nella maggioranza dei casi gli agricoli e in genere i lavoratori italiani nella Repubblica Federale vengono a guadagnare di più che in Italia e spesso, come appunto nel caso dei contadini, più anco ra degli stessi 'colleghi tedeschi. Ciò ttittavia non basta ancora a incoraggiare un'emigrazione di massa, a compensare del tutto i nostri emigrati degli svantaggi materiali e morali della separazione delle famiglie. Non tutti sono ancora in condizioni di provvedere al proprio manteni mento e a un tempo di assicurare tranquillamente quello dei familiari rimasti in Italia. iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii Tanto più che in Germania gli assegni familiari sono limitati ai lavoratori con tre o phl bambini, e restano esclusi dal beneficio tutti gli altri parenti a carico, moglie, genitori o fratelli minori. La nostra emigrazione quindi presenta ancora aspetti discutibili, anche se molto si è fatto e si sta ancora facendo per migliorare le condizioni dei lavoratori. I progressi in questo senso . sono innegabili. Siamo tuttora in fase di consolidamento. Migliaia di italiani giungono ogni anno in Germania e molti, finiti i lavori stagionali o scaduto il con tratto, se ne tornano in patria. Ma ognuna di queste « ondate » migratorie lascia diremmo così un sedimento, una certa percentuale di lavoratori — operai, minatori c contadini — che si stabiliscono definitivamente nel Paese chiamando poi le loro famiglie; ed è una percentuale che va aumentando costantemente di anno in anno. Dopo le prime scoraggianti esperienze degli anni scorsi, l'< aliquota fissa » degli italiani in Germania ha superato nel 1957 le seimila unità, compreso il territorio della Saar annesso alla Repubblica Federale. Alla fine di quest'anno, secondo i calcoli prudenziali degli esperti, essa non sarà inferiore alle ottomila persone. Il lento ma continuo aumento degli emigrati < permanenti » è dovuto anche ai criteri di accurata selezione e di preparazione dei lavorato ri. Si sta sviluppando in altre parole un'emigrazione qualifi cata. I connazionali che raggiungono la Repubblica Federale, contrariamente ai primi grup ìpi, partono con contratti in I regola e nessimo di loro igno | ra più le condizioni di vita e di lavoro che lo attendono. Nessuno, né l'imprenditore tedesco né l'operaio e il contadino italiano, va incontro a delusioìii. Inoltre, per migliorare ancora l'emigrazione — questa è l'ultima novità — si stanno organizzando in Italia speciali corsi di addestramento e di lingua per gli operai. Al momento di lasciare l'Italia gli operai avranno una rudimentale ma sufficiente conoscenza del tedesco che permetterà loro di affrontare con maggiore serenità il nuovo, tanto differente ambiente. m. c.