I 400 mila voti cuneesi orientati sui partiti di centro di Giovanni Giovannini

I 400 mila voti cuneesi orientati sui partiti di centro Inchiesta sulle eiezioni in Piemonte I 400 mila voti cuneesi orientati sui partiti di centro Vibranti manifestazioni antifasciste in tutta la provincia nell'anniversario della Liberazione -1 liberali sperano d'intaccare la maggioranza d.e-L'incognita Giolitti, del PSI (Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 28 aprile. Nell'iniziare venerdì la nostra inchiesta elettorale in Piemonte con un viaggio attraverso il Cuneese, abbiamo avuto in un primo momento l'impressione di aver scelto male la giornata: pochi 1 comizi, difficile da trovare gli uomini più rappresentativi, restii a parlare anche quelli che riuscivamo ad avvicinare. Sembrava che, sia pure p?r qualche ora, tutti rifuggissero dalla polemica elettorale: eppure in ogni piazza c'era un oratore e gH ascoltatori erano molti. Ma era un altro tema, era la celebrazione del 25 Aprile a riunire concorde la gente delle piane, delle Langhe, delle valli cuneesi in un'atmosfera di semplice spontanea festosità, ad indurre molti da soli o a piccoli gruppi' a tornare sui posti dove avevano combattuto, dove accanto a loro qualcuno era morto. Risuonavano più che mai vere, senz'ombra di retorica, le parole dettate da Ca'amandrel per l'epigrafe a Kesselring: < Su queste strade se vorrai tornare — ai nostri posti ci ritroverai — morti e vivii collo stesso impegno — popolo serrato intorno al monumento — che si chiama — ora e sempre — Resistenza >. Non era dunque una giornata poco adatta, ma anzi una giornata ideale per affrontare un discorso sulle eiezioni in questa terra cuneese di radicate antiche e nuovissime tradizioni democratiche, strutturalmente ostile ad ogni estremismo formale o sostanziale, di destra o di sinistra. Da destra — e ci si scusi se cominciamo a trattare del vari partiti in ordine inverso alia loro importanza — è intervenuto il MSI a ravvivare la polemica elettoralistica con la presentazione a capolista del gen. Battisti, comandante della divisione alpina Cuneense in Russia. Davanti alle prime, ostili reazioni locali, il generale in pensione reagì sostenendo su un foglio dì Bologna una curiosa tesi: «accettando la candidatura nel MSI — egli scrisse — ho ritenuto con un; atto di cosciente volontà di portare ancora una volta qualche granello di sabbia al lavoro che sto compiendo da anni, e cioè a colmare la trincea che divide tuttora gli italiani: passione che mi assilla e mi angoscia dal giorno in cui ritrovai la mia patria nelle tristi condizioni che nessuno può ignorare >. L'unico — ai disse subito a Cuneo — ad ignorare in che condizioni ci avessero lasciato i Marescialli dell'Impero, è evidentemente lui. < Generale o no, il MSI a Cuneo non ha mai parlato e non parlerà nemmeno questa volta >, ha scritto su un settimanale locale un pubblicista: contro di lui è stata sporta querela. Ora sono intervenuti tutti i partiti (monarchici esclusi) e vari enti (Associazione Alpini compresa) a firmare un manifesto dal titolo non sibillino di « Cuneo brucia ancora >. Se il comizio avverrà o meno, dirà la cronaca: inutile occuparci oltre del MSI il cui risultato elettorale fu nel '53 estremamente modesto: 4410 voti. Ricordiamo i risultati delle «politiche» di cinque anni addietro nella provincia di Cuneo, capoluogo compreso: DC 179.358; PCI 34.269; PLI 32.477; PSDI 30.006; PSI 27.120; Contad.-PNM 25.182; PRI 7044; Soe. Ind. 4701; Un. Pop. 3463; Ali. Dem. 3241. La DC da sola aveva la maggioranza assoluta e, per il solo Cuneese, mandava alia Camera cinque deputati (Bima, Bubbio, Ferraris al quale succedeva poi Armosino, Giraudo e Sabatini) e tre senatori a Palazzo Madama: Bertone, Sartori e Toselli. H PLI conquistava un seggio alla Camera (Badini Confalonieri) e uno al Senato (Perrier afl quale dopo la morte succedeva Dardanelli); il PCI (Giolitti) e il PSDI (Chiaramello, che eletto in collegio nazionale lasciava il posto al defunto ministro Romita), ottenevano un seggio ciascuno. Per avere questa volta lo stesso numero di eletti, la Democrazia Cristiana dovrebbe ottenere in tutta la circoscrizione quasi ventimila voti in più. E' un obbiettivo raggiungìbile? Alla DC — dove uno « svecchiamento » dei . quadri, 1,'avvento di dirigenti nuovi di indubbie capacità organizzative e di maggiore sensibilità politica, l'assenza di fazioni in contrasto con la linea fanfaniana, hanno impresso un notevole dinamismo — si sostiene naturalmente di sì; di parere contrario si è invece in tutti gli altri ambienti dove si nega senz'altro che si possa ripetere nella stessa misura lo schiacciante successo precedente. Tutti gli eletti DC del '53 sono nuovamente candidati: solo l'on. Giraudo si presenta questa volta per il Senato, lasciando praticamente il suo posto al giovane avv. Adolfo Sarti al quale vengono accordati i favori del pronostico (altri nomi possibili: Manfredi ex-sindaco di Fossano, il dottor Baldi di Cortemilia, il dottor P. L. Gasco di Mondovì). Nei tre collegi senatoriali di Cuneo-Saluzzo, Fossano-Mondovì, Alba-Savigliano, appare pacifica l'elezione dei tre rispettivi candidati democristiani Giraudo, Bertone e Sartori. Esigenze di chiarezza richiedono che a questo punto, prima dì passare ad altri partiti, si parli dei Contadini. Nel '53, questo partito, sotto la guida dell'on. Scotti, aveva unito le PrBletadmczfocvleCcszilfgnctrndsBgrsouhzCPtsCCMppfl'tmgcplpzlagsRotdstpllaCleqcdlsnlp■Fdsue forze a quelle monarchi- j che: oggi lo stesso Scotti si presenta nella stessa formazione per il Senato, e suo figlio per la Camera, mentre il Mmpsm! Partito del Contadini e schierato con Comunità (profeti'or Boeris, consiglière provinciale Carniccio) ed altri Contadini (prof. Cerrutti, sindaco di Cossano Belbo) sono insieme ai repubblicani e ai radicali che puntano sull'avv. Salza. In questa dispersione di forze, la cosa più probabile è che il seggio dell'on. Scotti vada questa volta ad una delle altre due liste di ContadiniComunità o Contadini-Radicali. Diciamo subito che per lo stesso seggio è in lizza un terzo ed agguerrito concorrente: il Partito Liberale punta infatti apertamente ad aggiungere all'on. Badini Confalonieri e al sen. Dardanelli la cui rielezione appare certa (altro nome liberale per il Senato, l'avv. Motta) un secondo deputato che dovrebbe essere il dott. Giovanni Andrea Burzìo di Savlgliano. A sostegno di queste speranze, i liberali citano l'intensa opera svolta e la nuova efficiente organizzazione che già nelle ultime elezioni amministrative hanno portato il partito al terzo posto nella provincia. Torniamo a sinistra. L'on, Chiaramello, unico eletto del PSDI, si presenta questa volta anche per il Senato: se riuscisse per l'una e per l'altra Camera potrebbe, si pensa a Cuneo, optare per Palazzo Madama e in questo caso «papabili» per Montecitorio appaiono o il segretario della federazione Ideale, Pecollo, o l'alessandrino figlio di Romita, ring. Pier Luigi (altro nome per il Sf.nalo, quello del geom. Fino, consigliere provinciale di Cortemilia). Complessivamente, si ritiene che la Socialdemocrazia cuneese possa conservare le sue posizioni nonostante alcune crisi locali. I socialisti (che nel '53 non avevano ottenuto nessun seggio: erano usciti solo due alessandrini, gli on. Angelini e Ronza) sono dichiaratamente ottimisti per ima serie di motivi che il federale e candidato Cipellini ci elenca in que st'ordine: l'intensa opera svolta specie nelle zone più depresse; lo sperato defluire óuIla loro lista dei voti che nella precedente consultazione andarono a Unità Popolare, a Cucchi e Magnani e ad Al leanza Democratica di Corbino e Antonicelli, ed inoltre di quelli dei secessionisti democratici; la figura del loro candidato Antonio Giolitti dal quale sperano la conquista di un seggio. La presenza dell'on. Giolitti non porterà a franamenti delle posizioni comuniste già di per sé modeste: potrà al mas' almo — è il termine più impiegato — « intaccarle » specie nei centri in cui maggiore è il seguito del neo leader socialista (come Barge 11 cui consigliere provinciale avvocato Cogo ha seguito la stessa evoluzione). Per conto loro, i comunisti — i quali contano di mandare alla Camera il loro federale Biancani — evitano nei comizi di attaccare Giolitti così cóme 11 giovane depurato si limita alla polemica teorica, troppo intellettualistica forse iri clima elettorale. E la propaganda DC o PSDI contrattacca mettendo nello stesso mazzo PCI, Giolitti e PSI. Ecco quindi concludendo le previsioni prevalenti: PCI in lieve regresso, PSI in leggero aumento, PSDI stabile, DC stabile o in lieve regresso, PLI in aumento, Destre in declino, buona affermazione di Comunità-Contadini ed anche dì Radicali-Rcjpubblicani-Contadini, incognita totale del MARP xlla sua prima uscita in una sona in cui la polemica regie nalista ha scarsa presa. Vedremo cosa ne penseran no ì 401.350 elettori del Cuneese. Giovanni Giovannini