Le domestiche a congresso discutono sul loro lavoro

Le domestiche a congresso discutono sul loro lavoro Il 3 maggio entrerà in vigore la nuova legge Le domestiche a congresso discutono sul loro lavoro In Italia sono seicentomila, in parte fisse in parte ad ore - La maggioranza è scarsamente preparata al mestiere - Sono allo studio "scuoie di perfezionamento „ • Sempre più richieste le cameriere qualificate /'Nostro servizio particolare; Roma, 25 aprile, t Noi non ci siamo ancora rese conto Iella nostra forza... ma cosa farr',bero le signore senza cu noi? ». Con queste parole una cimer'ierina giovane, bruna, piccoletta, chiusa in un severo abito nero abbracciato da un gran grembiule bianco, ha conquistato dalla tribuna dell'« Angelicum » il più lungo degli applausi prodigati ogg dalle delegate al terzo congresso delle lavoratrici domestiche. Sono parole che nessuno potrebbe confutare. Stanno a confermarle le statistiche sul numero srempre decrescente delle ragazze disposte ad impiegarsi come « tuttofare », mentre in continuo aumento è il numero delle famiglie che possono cor cedersi una cameriera; e un'altra conferma ci viene dalle inserzioni nei giornali: sempre più lunga la colonna delie « offerte », sempre più corta quella delle « richieste di lavoro ». Delle seicentomila italiane ancora pronte a preferire il lavoro nelle famiglie ad altra occupazione appena più della metà s1' impiegano come « tuttofare ». li mezzo-servizio, il lavoro ad ore stanno'diventando lentamente la regola. Le ragazze sono .stanche di ottenere, o quasi come per grazia soltanto poche ore di libertà la settimana; e soltanto con il lavoro ad ore riescono ad ottenere il rispetto dell'orario di lavoro, m*i finora garantito alle « tuttofare ». ■ Il due maggio entrerà in vigore la nuova legge che alle lavoratrici casalinghe assicura un numero minimo di ore quotidiane di riposo, e da 15 a 25 giorni di ferie pagate. « Sarà applicata rigorosamente dappertutto?» si chiedono le cameriere, ed aggiungono: la legge, stabilendo la chiusura delle agenzie private di collocamento, riuscirà ad eliminare del tutto la piaga dei sensali che. per attirare le ragazze, promettono paghe meravigliose («americana cerca cameriera r> 35.000, cuoca a 50.000, bambinaia a 70.000 ») lasciandole poi perennemente insoddisfatte quando sono costrette ad accontentarsi delle 23.000 li: e mensili che, ad esempio a Roma, rappresentano l'a paga media d'una buona cameriera? K' una somma non immeritata. Ma le domestiche dovrebbero essere tutte come le 56 camerierine che si stanno preparando alla scuola-modello di Cevo in Val Camonica, affidata a un gruppo di maestre torinesi, guidate da Teresa Bellino, che in dieci mesi di corso insegnano alle ragazze anche l'economia e la contabilità, la puericultura, l'uso degli elettrodomestici, le buone maniere, facendone domestiche ideali, non dissimili da quelle « signore cameriere » svedesi, delle quali conservo così grato ricordo anche se smettevano inesorabilmente il lavoro alle sei del pomeriggio o si facevano pagare due corone per ogni ora di straordinario (e cinque dopo le nove di sera). Alla maggior parte delle cameriere italiane — e lo hanno riconosciuto le congressiste — manca, invece, la preparazione che trasforma le allieve della, scuola di Cevo in quelle " perle " che nessuna famiglia, una volta conquistatane una, vorrà mai farsi scappare, anche a condizione di aumentarla lo stipendio di mese in mese. Ma la quasi totalità delle « tuttofare » non ha alcuna preparazione. Per un mestiere' che presuppone la conoscenza d'almeno una dozzina di mestieri — da cuoca a stiratrice, da bambinaia ad infermiera, da guardarobiera a segretaria privata — in Italia viene, infatti, generalmente riconosciuto che non occorra alcuna preparazione. Ora cne si sono assicurate la ferie e la tredicesima, il massimo d'orario lavorativo e la pensione, le lavoratrici casalinghe si vogliono anche garantire la possibilità dì specializzarsi. Avremo, quindi, fra non molto scuole per la razionalizzazione del lavoro domestico come ne esistono in Germania, nei Paesi scandinavi ed a Marsiglia, dove un « Centro di educazione professionale » insegna ad evitare gesti inutili; scuole dove le domestiche apprenderanno che in una famiglia di quattro persone una cameriera percorre giornalmente 15 chilometri, lava (se resta 40 anni a servizio, ipotesi piuttosto improbabile) una pila dì piatti più alta del Monte Everest, spende tre anni e mezzo a togliere la polvere, 125 mila ore al mercato, 187 mila ore davanti ai fornelli e rifà 125 mila letti. Il « Lavoro domestico, vera professione > è il tema del congresso che continuerà domani I tre oratori ufficiali — l'on Repossi, sottosegretario al Lavoro, il presidente delle ACLI, dott. Pennazzato, e la dottoressa Storchi — hanno parlato delle < professioniste della casa >, che bisognerà aiutare nel lavoro di qualificazione, e non spingere verso altre occupazioni perché la professione di cameriera, come altri sostengono, non rispetterebbe la dignità umana. E' vero, fra le t professioniste della casa» non esistono disoccupate; ma viviamo in un Paese che ha molti milioni di disoccupati e di sotto-occupati. E d'altra parte le cameriere qualificate alimentano sempre di più una corrente emigratoria alla quale nessun Paese europeo frappone ostacoli: a decine di migliaia si contano le cameriere italiane in Francia, in In¬ gmdlltml6lrdtqm1rmhaSAclspsgNcddmCv ghilterra, in Svizzera, in Germania, Il lavoro in casa — hanno detto gli oratori — non è umiliante. Anche in Paesi nei quali la disoccupazione è Ignota a tutte le categorie di lavoratori, molte sono le lavoratrici casalinghe: 470.000 in Inghilterra, 670.000 in Francia, 600.000 nella Germania Occidentale, dove rappresentano il 7 per cento della popolazione femminile attiva. Un'altra statistica ci dice quanto importanti siano le cameriere: negli Stati Uniti erano 1.900.000 prima dell'inizio della recessione e 1.900.000 erano un Enrico Altavilla mese fa. A molte altre cose hanno rinunciato le famiglie americane; alla cameriera no.

Persone citate: Enrico Altavilla, Pennazzato, Repossi, Storchi