Loi rischia di chiudere la carriera senza combattere per il titolo mondiale

Loi rischia di chiudere la carriera senza combattere per il titolo mondiale Domenica prossima incontrerà a Milano il campione messicano Al Nevarez Loi rischia di chiudere la carriera senza combattere per il titolo mondiale La paradossale situazione del nostro pugile da quattro anni campione europeo, numero due della classifica dei «leggeri» e sempre scartato dagli americani - Vano ogni tentativo di spez xare la coalizione - La recente rottura fra i gruppi monopolizzatori fa rinascere le speranze (Dal nostro corrispondente) Milano, 24 aprile. La carriera di Duilio Loi, il pugnatore di miglior classe fornito in questi ultimi anni dal pugilato italiano, è una delle più singolari e serve da sola a sunteggiare l'incredibile situazione imposta dagli organizzatori che sono al timone della boxe mondiale. Mediocre come dilettante, sì da dover subire sconfitte e mortificazioni da avversari presto scomparsi dalla scena sportiva, Loi ha saputo imporsi brillantemente e perentoriamente nel campo dei professionisti. In centodue combattimenti, 95 vittorie (delle quali 21 prima del limite), sei pareggi e una sola sconfitta quest'ultima subita il 18 agosto 1952 a Copenaghen ad opera del danes"e Johansen, sconfitto poi largamente a Milano cinque mesi dopo. Campione d'Europa dei pesi leggeri dal 6 febbraio 1954 Loi occupa attualmente il numero due nella graduatoria mondiale, a ridosso del campione Brown e davanti a Kenny Lane, Ralph Dupas, Willye Toweel, Joe Lopez, Paolo Rosi (un giovane di Rieti munito della cittadinanza americana), Baby Vasquez e Al Nevarez nell'ordine. Perché allora il negro americano Joe Brown metterà in palio il titolo mondiale contro Ralph Dupas (N. Orleans) il 7 maggio a Houston ed il vincitore di tale combattimento dovrà incontrare entro tre mesi Kenny Lane (Michingam), mentre il nostro Loi, che precede sia Dupas sia Lane nelle classifiche ufficiali, deve accontentarsi d'incrociare i guantoni domenica prossima sul quadrato del velodromo Vigorelli, col messicano Al Nevarez senza che la probabile v'ttoria possa accrescere nemmeno di un soffio i suoi titoli sportivi? Se, per riconoscimento generale, Loi capeggia la serie dei candidati al titolo, perché non si arriva al combattimento tra Joe Brown e l'italiano? Per rispondere a tali domande fin troppo logiche, bisogna sapere innanzi tutto che le commissioni per i titoli mondiali sono attualmente tre: N.Y.S.A.C. (New York); British Boxing Board of Control (Gran Bretagna e Impero) e European Boxing Union Federation (Europa continentale). Il detentore ha la facoltà di scegliere chi vuole, tra gli sfidanti designati dalle rispettive commissioni; perciò l'accordo viene stipulato con l'avversario che, secondo gli affaristi del pugilato americano, risulta più comodo e più rimunerativo. Bisogna dunque entrare nelle grazie di tali affaristi e soprattutto assecondare i loro interessi non sempre puliti che tendono a monopolizzare una attività che dà fior di utili soprattutto attraverso le scommesse. Il mediomassimo Archie Moore (Missouri), osteggiato dal trust che fa capo a Gim Norris, soltanto a trentanove anni potè conquistare il titolo mondiale (che detiene tuttora, a quarantaquattro anni suonati); l'indipendente Patterson campione dei pesi massimi, divenuto tale perché senza avversari validi, sta resistendo a denti stretti alla guerra mossagli spietatamente da Norris e compagni. Si rammenterà che nel 1954 Loi ruppe gli indugi, recando si negli Stati Uniti dopo avere disputato e vinto tre combattimenti in Australia: il 14 gen naio 1955 a Miami, il nostro rappresentante in cerca della massima gloria pugilistica si trovò di fronte Glen Flanagan, un prima serie scorbutico scelto appositamente per sbarrare la strada alle ambizioni dell'intruso e togliergli per sempre la voglia di dar noia. Loi vinse al punti, rispondendo alle scorrettezze del brutale antagonista con altrettante scorrettezze: ma ouando si crattò di vincolarci al trust che vanta l'egemonia e il controllo dei titoli mondiali sottomettendosi incondizionatamente al suo dominio, il peso leggero italiano rimase perplesso: e se ad un certo momento l'avessero abbandonato a se stesso e gli avessero messo contro, per eliminarlo, un antagonista ancor più scorretto del primo capace di rovinarlo per sempre, anche a costo dì subire una squalifica già preventivata e retribuita? Lp prime angherie lo misero allarme e co3Ì Lo: cornò in Italia. Due anni or sono provò il suo procuratore a varcare l'Atlantico nell'estremo tentativo di condurre il campione di Europa alle soglie del titolo mondiale; ma il risultato della missione fu modesto. Smith, allora campione, accettò una caparra di 2000 dollari per combattere a Milano, ma senza titolo in palio; poi l'incontro dovette essere rinviato e quando finalmente Smith venne, non possedeva più né il titolo, né un minimo di efficienza. Intanto gli anni passano e Loi, che ha compiuto i 29 cinque giorni fa, continua a collezionare vittorie ed a difendere validamente il titolo continentale. Entro il 27 giugno dovrà subire un nuovo assalto, quello dell'inglese Dave Charnley, non si sa ancora se a Londra o a Milano (le trattative sono in corso). Comunque, ancora due vie rimangono aperte, affinché Loi possa giungere in un giorno più o meno lontano alla disputa maggiore. La recente scissione è in fase di sviluppo: la N.B.A., che si è staccata appunto dal trust di New York, tende a costituire un nuovo organismo, che dovrebbe comprendere anI che le commissioni della Fede¬ razione britannica, della Fodera; ione Europa, del Sul America e del pugilato orientale. Il nuovo ente potrebbe mettersi decisamente contro l'egemonia della N.Y.S.A.C., negando il riconoscimento dei suoi titoli mondiali ed istituendo i propri. La seconda prospettiva è offerta dalla coi venienza tecnica e<' economica che potrebbe Indurre un giorno il detentore del titolo a venire in Italia. Un Loi declinante ed un bel pacchetto di milioni in dollari ed esente da tasse potrebbero far compiere il miracolo. Frattanto Loi tenuto a freno dal suo procuratore per quanto concerne i peccati di gola (per un buongustaio cl-e si diletta in ricètte gastronomiche di sua invenzione dev'essere un supplizio) può restare agevolmente nel peso della categoria. Ha un maschietto e due bambine (l'ultima è nata meno di un mese fa), ama la caccia e la lirica e conta di chiudere la sua carriera con l'ambitissima conquista del titolo mondiale. "Vi riuscirà? Leo Cattini