Il prezzo del vino in aumento di Gino Nebiolo

Il prezzo del vino in aumento Mentre si teme /'esaurimento delle scorte Il prezzo del vino in aumento Le cause del fenomeno: scarsa produzione dell'anno scorso; repressióne delle frodi; incetta; esportazione - La barbera all'ingrosso pagata sul posto 160 lire al litro (Dal nostro inviato speciale) Asti, 23 aprile. Il prezzo del vino è In forte aumento; negli ultimi dieci giorni ha toccato quote mal raggiunte e continua a salire. Il listino della Camera di Commercio di Asti, pubblicato questa sera, registra livelli-record che trovano riscontro nelle notizie giunte dai più importanti mercati vinicoli italiani. Le scorte dei contadini e dei grossisti, raccolte nella pur abbondante vendemmia del 1956, sono esaurite e quelle già scarse del 1957 si vanno rapidamente assottigliando. Se per i produttori ciò è motivo dì soddisfazione (si pensi alla crisi dell'anno scorso, quando non si riusciva a vendere che con molta fatica), per il consumatore le prospettive sono gravi: il vino costa sempre più caro, siamo appena alla fine di aprile e occorrerà attendere almeno dicembre per il prodotto della prossima stagione e per una ragionevole discesa dei prezzi. Nell'Astigiano il rialzo è in corso da febbraio: in novanta giorni di contrattazione, il vi elz«dvI crcccssrplpsNptlsqlvzlvno da pasto all'ingrosso è sa-jllito di 30-50 lire al litro. La barbera si è portata da 92,30 a 130 lire al litro (un anno fa era dì 76 lire al litro); la barbera superiore da 100 lire a 146 (un anno fa: 86); il grignolino da 117 a 145 (110); la freisa dolce da 98 a 125 (95); la freisa secca sup., da 90 a 118 (86); 11 nebbiolo da 125 a 150 (118); la bonarda da 100 à 128 (95); il brachetto da 120 a 140 (110); il dolcetto da 97 a 125 (83); la malvasia rossa da 110 a 120 (90); il cortese secco da 90 a 120 (80); il moscato d'Asti da 135 a 150 (118); l'Arti spumante da 380 lire alla bottiglia a 480. Questi sono prezzi per grandi derrate, e c ufficiali >: in realtà 11 mercato tiene conto fino ad un c\st io punto delle tabelle. Un dettagliante di Torino ha comprato ieri un carico di barbera nella zona di Canelli e l'ha pagata sul posto 160 lire al litro. Al minuto, nelle bottiglierie e nei bar, gli aumenti sono anche più netti. Ad esempio una barbera di mt dia gradazione (10 gradi e mezzo), che in febbraio veniva venduta a 120 lire al litro, tocca già le 160; quella superiore, con un balzo di 40-50 lire, supera le 200 al litro; il grignolino è salito fino a 300 lire alla bottiglia, quando ancora tre mesi fa non ne valeva più dd 200. Nel Cuneese, al mercato all'Ingrosso, il Nebbiolo d'Alba da 134 lire al litro (prezzo del marzo di quest'anno) si è portato a 150 e nel novembre 1957 costava 116 lire; la Barbera da 100 a 120 (94); il Dolcetto da 100 a 120 (94); il Barolo da 240 a 260 (240) ; 11 Barbaresco da 230 a 245 (230). Anche nelle altre regioni i prezzi sono saliti. Nel Veronese (i vini tipici più pregiati hanno fatto balzi molto sensibili, sono già iniziate le contrattazioni per l'acquisto di uva del prossimo raccolto e si paga 55-60 lire al chilo contro la media di 40 lire al chilo del 1957); nella zona del Chianti (sul mercato di Firenze i prezzi attuali sono tre volte superiori di quelli dell'aprile 1957: vini venduti sulle 3 mila lire al quintal:. oggi sono quotati 9 mila lire), nelle Provincie di Reggio Emilia e Modena; nel Pavese, nelle Puglie. Quali le cause del fenomeno? Secondo i tecnici sarebbero quattro: 1) La scarsa produzione del 1957. «Nelle campagne del Monferrato e delle Langhe non c'è più vino » lamentava oggi un commerciante di Asti Neppure la superproduzione del 1956 è stata sufficiente a colmare le richieste. Le brinate dell'aprile e del maggio, e il poco sole dell'estate, hanno nuociuto al raccolto, riducen dolo in alcune zone del 30-40 per cento. JJ) La repressione delle fro di. < Si sofistica meno, la gente ha paura» è stato il commento di un tecnico monfer rino. L'ufficio di Igiene e gli appositi incaricati del Ministe-J ro dell'Agricoltura, dopo le polemiche dei mesi passati, han no intensificato la vigilanza. Il loro lavoro incute maggiore ri spetto alla legge, tanto più che il soflsticatore non rischia sol tanto una multa, ma se sorpre so in flagrante reato, anche la prigione. 3) L/incetta. Non è escluso che vi siano ancora grandi quantitativi di vino nascosti. Al momento della saldatura del raccolto, nell'ottobre 1957, vi era sovrabbondanza di scorte nelle cantine dei contadini I grossisti e i dettaglianti ne avrebbero accantonate, in attesa della richiesta del mercato. 4) L'esportazione. Non è il caso del Piemonte: nella provincia di Asti il quantitativo di vino mandato all'estero (In Francia, Germania, Svizzera e Austria, ottimi clienti) è pari, fino ad oggi, a quello esportato l'anno scorso. Invece in altre regioni sono pervenute pressanti richieste, specialmente dalla Francia che ha avuto perdite superiori all'Italia ed è intervenuta offrendo prezzi vantaggiosi. Gino Nebiolo omzncesBs

Persone citate: Pavese, Veronese