Re Baldovino parla di concordia e di pace nella nuova civiltà dominata dalla scienza

Re Baldovino parla di concordia e di pace nella nuova civiltà dominata dalla scienza INAUGURATA L'ESPOSIZIONE UNIVERSALE DI BRUXELLES Re Baldovino parla di concordia e di pace nella nuova civiltà dominata dalla scienza Spettacolosa cerimonia Carosello di reattori che sfrecciano disegnando una B - Ancora chiusi i 70 ristoranti che dovrebbero servire 25.000 pasti - La folla si sposta per chilometri e chilometri alla ricerca di cibo - / due immensi padiglioni Ll.S.A. e V.R.S.S.: prime impressioni (Dal ,."M70 Inviato speciale) IBruxelles, 17 aprile. L'unico raggio di sole della j giornata ha illuminato l'Espo- sizione Universale di Bruxelles nel preciso momento in cui Baldovino, Re dei Belgi, ha fatto il suo solenne ingresso!inaugurale. Sotto un cielo pie-|no di nuvoloni neri spinti da| un vento gelido, la scena sem-ibrava tolta da una stampa ot- ! tocentesca: pubblico numeroso, ma ordinato ai lati del vasto piazzale in cui è cominciata lalserie delle cerimonie; molti si-i gnori in « tight» e cilindro da-] vanti all'Auditorio e accanto a! loro altri dignitari in ricche]uniformi con ampie piumate fe-:luche, cavalleggerl della « scor- la reale » con gli enormi col- bacchi da ussero tiriti sugli occhi e le lance ornate lai tri-1colore belga, su tre squadronicognuno dai cavalli di diverso neri. colore, bianchi fulvi questo scenario, alle dieci in punto, mentre si levavano le note de La Brabnncnnne, è apparso il corteo delle macchine reali. In una automobile scoperta Baldovino, il quale aveva alla sinistra il fratello principe Alberto che dell'Esposizione è| jn presidente onorario, ha percorso il fronte dei reparti salutando militarmente prima di scen- ; dere a ricevere l'omaggio 'lei Presidenti del Consiglio, della Camera e del Senato, del commlssarl° ali Esposizione e del k°re°m,astr°.d.> Bruxelles/Fra » PuW?!lc° ?' e>e=a° tlu.al<;he g"d° d! « Vive le Roi », npetuto quando -da una seconda yettura eT sceso il padre di Baldovino, Leopoldo, con la consorte Liliana e i loro tìgli, il principe Alessandro e la piccola princi Pessa Maria Cristina. Sempre PpPolare, a giudicare dagli eyv>va. la nonna di Baldovino la vecchia giovanile regina madre khsabett» Ma pa. ticolarmente lieto dev? essere stato oggi Leopoldo a.' <luale e andata la pm entuf,1»*1» ovazione quando nell'Auditorio uno degli oratori ha <*'ainato Baldovino , « figlio di V! erande re»: nell unanimità ci quell applauso, e sembrato chc « boIe' 4! °en.> llnBua reh gione e partito volessero porre definitivamente fine ad un lungo periodo di acri polemiche. ST. Baldovino ha tenuto a ringraziare «delle parole amabili rivolte alla mia famiglia ed a me ». A differenza degli altri oratori che hanno pronunciato i loro discorsi parte in fiammin- letto il suo tutto in una lingua prima e tutto nell'altra poi: il volto austero come sempre nonostante i suoi 28 anni, tenendo i fogli con la destra e con la sinistra appoggiata sulla spada, un po' curvo nella sua uniforme di generale, Baldovino ha parlato senza mai mutare tono di voce. Dopo avere ringraziato tutti coloro che hanno collaborato al successo dell'Esposizione, il Sovrano ha detto: : L'umanità è entrata in una nuova èra della sua storia. Oggi come non mai la Civiltà appare condizionata dalla Scienza. Forze delle quali un quarto di secolo addietro nessuno avrebbe osato immaginare la potenza sono state messe a disposizione degli uomini. Due strade si aprono ora davanti a noi, quella di una rivalità che trascina ad una corsa agii armamenti sempre più pericolosa e che minaccia di scatenare contro l'umanità le scoperte fatte dal genio dei suoi scienziati, oppure quella che deve permettere — quali che siano le divergenze di concezioni sociali politiche spirituali — di mettersi sulla strada della comprensione, la sola che può condurre ad una vera pace. « Scopo dell'esposizione — ha continuato il Re — è suscitare quest'atmosfera di collaborazione e di pace. Tutte le più grandi Potenze d'Occidente e d'Oriente, tutti i popoli, tutte le vii. ze v. sono stupendame:ite rappresentati... Possano i visitatori tornare nei loro Paesi sicuri che un nuovo umanismo sta sorgendo sopra le civiltà antiche — senza nulla distruggere dei valori ch'esse hanno creato nei secoli — e convinti che questo umanismo non potrà realizzarsi che nella concordia. La tecnica non basta a creare una civiltà: per essere elemento di progresso essa esige uno sviluppo parallelo delle nostre concezioni morali, della nostra volontà di realizzare insieme uno sforzo costruttivo. Questa è, signore e signori, la grande idea che ha ispirato il popolo belga nell'invitare il mondo a fraternizzare nell'Esposizione che noi oggi inauguriamo ». Scena seconda. Il Re appare con i familiari e il seguito sulla Piazza del Belgio, da dove parte il duplice viale, con al centro una serie di specchi d'acqua, verso l'Atomium: altre migliaia di persone sono ammassate ai lati; al centro, su un'unica lunga fila, cinquantatré ragazze degli Stati espositori, ognuna con un grande vessillo del suo Paese (di italiane evidentemente non se ne è trovate, e la nostra "bandiera è affidata a una hostess belga). Baldovino avanza fino a un piccolo podio, si irrigidisce sul¬ l'attenti mentre risuona ancora La Brabanconne, poi preme una leva accendendo una grande fiamma al centro del piazzale e dando inizio nei laghetti a meravigliosi giochi di acqua. Sfrecciano nel cielo cinquanta ì eattori disegnando una <B» a quasi mille chilometri l'ora; altri aerei tracciano fra le nubi minacciose i colori giallo-rosso-nero della bandiera belga; si intensifica e si abbassa il carosello degli elicotteri, oggi mr.nonnlizzati da fotografi e operatòri cinematografici: si alzano migliaia di palloni, si leva il vocio della folla. Il Re, sempre austero e impassibile, si allontana in macchina in testa al corteo, preceduto dai cavalieri della guardia: l'Espos.'.ione Universale di Bruxelles è aperta. Nor. sono ir- t^e aperte ancora tutte le sezioni, specie quelle dove i più si dirigono subito: U.S.A. e U.R.S.S. Ci sor no già decine di migliaia di persone dentro l'Esposizione, ma non ci sono ancora i settanta ristoranti che dovrebbero servire v<>nticinquemila pasti. Mai vista una simile folla spostarsi per chilometri e chilometri alla ricerca di cibo, dare l'assalto ai pochi ristoranti in funzione. Quando i sovietici alle ore 2,30 del pomeriggio aprono i battenti del loro palazzo di cristallo, soddisfatti di un cosi forte numero di aspiranti visitatori, assistono sbalorditi allo spettacolo delle prime centinaia di persone che, incuranti di qualsiasi meraviglia tecnica, irrompono alla carica nel ristorante russo. Per lo stesso comprensibile motivo il folto pubblico ammassato verso la stessa ora davanti al vicino edificio americano ascolta con una certa impazienza una serie di discorsi dell'ambasciatore a Bruxelles, del commissario all'Esposizione, del rappresentante di Eisenhower il quale dà lettura di un messaggio del Presidente. Finalmente altra irruzione, soddisfazione nello scorgere uno splendido drug-store e delusione nell'accorgersi che è ancora chiuso. Per descrivere i due immensi padiglioni occorrerebbero pagine intere: ci limiteremo ad un'impressione. Domina quello sovietico il suono intermittente del bip-bip, un modello di Sputnik incastrato nella ogiva del suo razzo, accanto ad un altro modello di razzo spaziale; due grandi statue all'ingresso in-iuad ano nel 'ondo del salone -nella glgain^: sca di Lenin; • ••.'Unqu•, i*-.chine di ogni genere; n,< -olii di traspoiti, navi, compreso il rompighiaccio a'omico, d: aerei, di città, di kolko^, di sovkoz, nuove lussuose automobili di spiccata linea americana. Alle pareti, un'infinità di tabelle palla produzione industrialo ed agricola, sulla vita e la condizione dei lavoratori, delle donne, degli studenti, dei bambini nell'U.R.S.S. E accanto alle cifre, immensi affreschi nel consueto realismo sovietico con personaggi intenti ad ogni genere di opere, tutti dall'aria estremamente soddisfatta. Macchine di ogni tipo (calcolatrici elettroniche, modelli di impiant1 atomici, innovazioni nel campo dell'automazione, ecc.) anche nel < colosseo avveniristico» degli Stati Uniti, ma più nascoste. Gli americani hanno voluto evitare la taccia di ottimismo ad oltranza: parlano questa volta dei loro problemi ancora da risolvere, la tensione razziale e la delinquenza giovanile e le inondazioni, e ciò ha permesso loro di riuscire con più efficacia a dare un quadro convincente dell'amertean way of life. con le loro case, fornite di ogni ben di Dio. le loro fabbriche modernissime, i loro svaghi in ogni genere di locali di divertimento o all'aria aperta. Giovanni Giovannìnl All'inaugurazione: il principe Alberto (in uniforme di marina) e, partendo da lui a destra, Baldovino, Liliane con la piccola Maria Cristina, Leopoldo, e la regina madre (Telefoto) iimiMiiw

Persone citate: Alberto, Baldovino, Eisenhower, Giovanni Giovannìnl, Lenin, Maria Cristina, Pessa

Luoghi citati: Bruxelles, Stati Uniti, U.r.s.s., U.s.a.