Tre fratelli fermati per la morte della donna strangolata nella baita

Tre fratelli fermati per la morte della donna strangolata nella baita Riiìria di ipotesi sul movente dei deìitto della Valle Maratta Tre fratelli fermati per la morte della donna strangolata nella baita Non si esclude che sia stata accisa perché testimone di un altro delitto (Dal nostro inviato speciale) Venasca, 15 eprile. Tre giovani fratelli sono stati fermati oggi per l'uccisione della contadina Lucia Boero, di 66 anni, strangolata nella sua mi¬ eerabile baita a Casale Bonino, |eu un monte della Valle Varai- ta. Se sono davvero gli assas sinl (indizi e sospetti non maiv cano), i tre dovranno maledire per tutta la vita una piccola e frusta Eciarpa di seta: è quel foulard, trovato nel'a stalla della morta, che ha permesso ai carabinieri di fare un po' di luce sul delitto. Giuseppe, Domenico ed Emilio Michelis — 33, 27, 24 anni — abitano a un quarto d'ora di cammino da Venasca, a mezza strada cioè fra il paese e la frazione di Casale Bonino le cui casupole sono sparse fra prati e boschi coperti di neve. La gente lì conosce di vista, pochi hanno scambiato con loro più di qualche parola: sono molto legati e fanno a meno degli amici. Domenico, che è chiamato < il francese » perché ha vissuto per un po' di mesi in Francia, d"ue sere fa era in un'osteria di Venasca con i fratelli. Annodata al collo avevr. la sciarpa. E' un particolare che non nega. Si trattenne a bere fin quasi alla mezzanotte, poi ubcì con Giuseppe ed Emilio. Un paio d'ore dopo la vecchia veniva uccisa. Ieri mattina, dopo la scoperta del delitto, i carabinieri rinvenivano il foulard sulla paglia della stalla. Il Michelis sostiene di averlo perduto all'osteria o lungo la strada di casa: < Mi è caduto e non me ne sono accorto, qualcuno può averlo raccattato, e respinge con fermezza l'accusa, così come la respingono concordi i fratelli. Il capitano Ezio Magrassi e gli uomini della Squadra investigativa di Saluzzo, frugando nel disordine della baita, hanno trovato anche una scatola di cerini semivuota e una man ciata di cerini sparpagliati sul pavimento, accanto ad un pezzo di carta bruciacchiato. Per raggiungere la stanza della Boero l'assassino deve essersi servito dei fiammiferi, che gli sono scivolati di mano durante la breve ma disperata lotta con la donna. Bisogna scendere a Venasca per comprare quei cerini, ed è certo che la vittima non li ha comprati. Ciò non vuol dire che siano appartenuti a uno del Michelis, ma è una prova che l'omicida veniva dal paese. Non sarà diffìcile ai carabinieri seguire la traccia. E' un episodio < giallo >, che farebbe gola a un romanziere. Ma l'ambiente in cui è awe- ■iiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiii nuto non ha nulla di «gialloLa Boero viveva con il fratello Antonio in una stamberga sporca e povera, mezzo diroccataL'uomo, di sette anni più anziano, è sordo e tardo di mente L'estrema miseria lo ha spinto (e assieme a lui la sorella) aduna esistenza quasi-primordiale: lavora un magro campicellomangia una tazza di latte, e un pezzo di pan dì segale, dorme su'lo strame delle tre capre. Antonio non poteva udire — e l'assassino lo sapeva — il fracasso che nella stanza vicina levavano Lucia e il suo uccisore. All'alba, quando ha aperto l'uscioha visto in rirana a terra, con il corpo pieno di sangue e dferite, e segni violacei sul colloPerché è stata soppressaAntonio non sa. Quando i carabinieri hanno scoperto in un cassetto sei biglietti da milleha detto di ignorare se in casaprima del delitto, ve ne fosserdi più. Qualcuno afferma chmercoledì scorso Lucia avessvenduto al mercato due caprdelle tre che componevano, suo gregge sparuto, e che avesse avuto l'incarico di custodirlper qualche settimana: « E•iiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiilli vero? Quanto ha incassato? Dove Eono i soldi? >. Il vecchietto ha continuato a scuotere il capo Impossibile perciò dare per ora un movente a questo bestiale delitto. Se si esclude la rapina (che cosa avrebbe sperato di rubare un ladro nella baita?) potrebbero trovar credito alcune voci che gli stessi carabinieri non scartano ancora. Il 23 marzo scorso un giovane di Venasca, Michele Arro di 28 anni, è annegato nel canale che alimenta la centrale idroelettrica. Dapprima si parlò di disgrazia, poi di suicidio. I carabinieri non chiusero la inchiesta, perché si accertò che l'Arro possedeva una piccola somma che non è mai stata trovata dopo la sua morte. Fu gettato nel canale dopo esser stato derubato? A Venasca si dice che Lucia Boero abbia assistito alla uccisione del giovane, riconoscendo l'assassino. E che costui, temendo di essere denunciato, abbia voluto farla tacere. Una Ipotesi romanzesca, ma nessuno si sente di respingerla.

Luoghi citati: Casale, Francia, Saluzzo, Venasca