Allagamenti e frane nel Monferrato paurose valanghe nel!e valli alpine di Gino Nebiolo

Allagamenti e frane nel Monferrato paurose valanghe nel!e valli alpine Si aggrava per il maltempo la situazione nell'Itali* Settentrionale Allagamenti e frane nel Monferrato paurose valanghe nel!e valli alpine Il torrente Belbo, rotti gli argini, preme sull'abitato di Incisa Scapaccino - Vibrata protesta del Consiglio comunale per i lavori di protezione ritardati dal Genio Civile nonostante lo stanziamento di quattrocento milioni - La popolazione minaccia uno "sciopero elettorale,, (Dal nostro inviato speciale) . Nizza Monf.. 14 aprile. Per la sesta volta In dieci anni il torrente Belbo ha rotto 1 fragili argini e ha allagato Incisa Scapaccino. Verso sera le acque si stavano ritirando, ma la pioggia che scroscia da sabato alimentr va ancora la paura. L'allarme è venuto stamane alle 5. L'acqua del Belbo, a causa del rigurgito del rio Gallareta e del rio Cernella, era uscita dall'alveo e stava penetrando nella zona più bassa dell'abitato, in borgo Ghiare e in borgo Madonna. Avanzava con tale rapidità e violenza che subito richiamò alla mente le tragiche ore del 1948, quando la grande alluvione travolse i villaggi lungo il corso del torrente, distrusse case e cascine, allagò migliaia di ettari fertili. In pochi minuti tutti furono nelle strude. Alle 6 le ondate rossicce si erano spinte verso il centro, sommergendo campi e rosicchiando mirti di ciiila. Alle 6,30 erano straripate in altri tre o quattro punti. Continuarono a salire a vista d'occhio per tutta la mattinata, poi si fermarono. Durante il pomeriggio la situazione non è peggiorata, ma gli uomini sono sempre stati all'erta: « Quel cielo color piombo — dicevano — promette male ». A Incisa la gente è eccitata, la sua lotta con il Belbo dura da troppo tempo ed è sempre uguale, drammatica e disperata, e finisce sempre con la vittoria del fiume. Dopo le due rovinose alluvioni del '48 (alle quali se ne sono succedute tre nel '51 e una del '57) era stato messo allo studio il taglio di un canale, che, lungo 700 metri e largo una ventina, avrebbe dirottato dal paese l'acqua delle piene. Una soluzione che impiegò anni per trovare approvazioni e quattrini. Nel settembre scorso i fondi furono stanziati: 400 milioni; e si appaltarono i lavori. Sembra però che al l'ultimo momento i tecnici provinciali, ritenendo insuffl ciente il canale alla sicurezza del paese, abbiano deciso di modificare il progetto e stiano studiando il modo di costruire argini nuovi, così come è stato fatto o si sta facendo a Canelli, a Nizza e — a valle di Incisa — a Castel nuovo. Nelle more delle discussioni, dopo tre giorni di pioggia, il Belbo ha ora spezzato le difese. E' per questo che gli animi sono inaspriti e in paese si minacciano gravi reazioni. Stamattina, mentre il torrente irrompeva, il sindaco Benedetto porta e una trentina di cittadini sono corsi in automobile ad Asti, all'ufficio del Genio Civile, ed hanno presentato un ordine del giorno approvato dall'intero Consiglio comunale (dalla magranza: d.c. e socialdemocratici, e dalla minoranza: comunisti e socialisti) in cui « si invita l'autorità a dare inizio senza indugio ai lavori previsti dall'attuale progetto del canale, senza alcuna modifica, anche nella parte riguardante la sistemazione per le difese dell'abitato ». Tornato da Asti il sindaco trovava la gente ancor più irritata. Una grossa frana era caduta sulla strada IncisaCastelnuovo e due sulla strada che dalla stazione porta a Borgo Villa. Gli uomini in stivaloni di gomma, sferzati dalla pioggia, discutevano ad alta voce, parlavano di una « rivolta elettorale»: «Se ad Asti, o dove sia, non si decidono a incominciare subito 1 lavori, noi non andremo a votare. Le elezioni sono vicine e questo sarà l'unico modo di far sentire la nostra protesta ». Convocato d'urgenza il Consiglio comunale, il sindaco faceva approvare il testo di un telegramma che inviava d'urgenza a una dozzina di personalità, al Presidente del Consiglio, al Ministro dei Lavori Pubblici, al Genio Civile di Asti, al Provveditorato delle Opere Pubbliche di Torino, al Magistrato delle acque del Po a Parma, all'on. Fanfani e ad alcuni parlamentari della provincia. Il telegramma dice: «L'odierno straripamento del Belbo esaspera la popolazione di Incisa. I lavori di sistemazione del torrente, malgrado l'appalto già avvenuto, non sono stati iniziati a causa di mutili discussioni su variazioni del progetto. Se tali opere non verranno subito incomin ciate, ci sarà impossibile ri spondere dell'ordine pubblico e l'amministrazione rassegnerà le dimissioni». In attesa di una risposta al messaggio, la gente di Incisa continua a sfollare i piani in feriori delle case. Gino Nebiolo Una frazione di Rimasco isolata dalle valanghe in Valsesia

Persone citate: Fanfani, Incisa