Il problema di dormir bene di Angelo Viziano

Il problema di dormir bene PER LA SERENITÀ' DELLE NOSTRE NOTTI Il problema di dormir bene Medici a congresso a Milano - Il sonno è un fenomeno complesso, con strane manifestazioni II sonno parziale e il meccanismo del sonno-veglia - Un dispositivo "reticolare,, che ha molta importanza Tranquillanti e nuove indagini (Dal nostro inviato speciale) Milano, 12 aprile. Perché non si dorme, oppure si dorme troppo, o semplicemente perché si dorme? Innanzitutto che cos'è il sonno? Sono domande che ancora lasciano un po' perplessi gli stessi uomini di scienza più qualificati a rispondere. Ragione per cui è stato fatto oggi il pieno, da parte di medici e biologi, della grande aula universitaria in cui si è tenuto precisamente il Simposio sul sonno, sotto la consueta magistrale regìa di un fisiologo di chiara fama, il professor Carlo Foà, assistito dal segretario organizzatore, prof. Montorsi. Sono saliti alla pedana il Moruzzi, con i collaboratori Rossi e Zanchetti, per la fisiologia del sonno; Gori, per la farmacologia anche a nome del suo Maestro prof. Trabucchi, impegnato altrove; Polli, per la clinica; il Berlucchi, con i collaboratori Luzzatto e Pinelli, per la neuropsichiatria ed infine Gastaldi e De Renzi per l'applicazione del sonno in terapia, oltre il Meldolesi che a quest'ultimo proposito ha chiarito qualche aspetto della terapia del sonno nella cura della ipertensione arteriosa. Questo voluto elenco cronistico sta a significare per quanti rivoli il sonno sia attualmente seguito e posto sotto inchiesta. Se, difatti, i disturbi del sonno talvolta sono preziosa guida alla diagnosi ed all'interpretazione di processi morbosi di disparato genere; per contro sovente ingenerano grande imbarazzo nel curante alla ricerea del movente causale e della terapia adatta. C'è l'insonne e chi esagera nel dormire; c'è chi crede di non dormire mai ed invece ha alternanze di veglia e di sonno, dimenticando in buona fede queste ultime. D'altra parte si hanno casi di sonno parziale, detto dissociato, allorché è inibita l'attività di una parte sola degli organi o centri, che nel sonno vero e proprio dovrebbero entrare cumulativamente in letargo Cosicché l'inibizione può essere limitata al substrato motorio, tanto da impedire qualsiasi movimento al malato, che, tutta via, resta cosciente. Viceversa può essere soppressa la componente psichica, mentre il soggetto si mostra agitato, ir¬ requieto e compie movimenti complessi. A volte ci si incontra con inversioni di fasi tra veglia e sonno. Ciò senza considerare quegli stati di dormiveglia, di torpore da sonnolenza, di sonniloquio, durante i quali l'individuo rischia di incorrere persino in strambe manifestazioni, da farlo sospettare affetto da una gravissima alterazione della personalità, se quel suo particolare stato transitorio non viene tempestivamente riconosciuto. I problemi sono, dunque, molti. Nel solo settore della medicina interna il prof. Polli, della Clinica medica di Milano, ha enumerato e discusso una quarantina di malattie nelle quali si inalberano in vario grado i disturbi del sonno. Ve n'ha di infettive del cervello, naturalmente con la encefalite epidemica in primo piano; altre comportanti lesioni meningo-encefaliche; altre ancora che fomentano turbe del dinamismo sanguigno ad eco cerebrale; infine quelle che producono alterazioni del ricambio e metaboliche, che pure si riverberano nel cervello. Di ognuna bisogna riconoscere il meccanismo per cui si perviene alla turba ipnica. II che, evidentemente, è condizionato all'annoso problema della localizzazione del centro del sonno. Questo problema oggi, però, tende ad essere risolto in senso molto estensivo, facendo perdere importanza all'idea del punto focale unico, capace di agire in modo autonomo. Una nuova concezione ammette, difatti, un'influenza reciproca tra la corteccia cerebrale, da cui traiamo coscienza, e altri centri posti in zona interna più sottostante. Pertanto è venuta in pieno onore la dottrina di Moruzzi e Magoun, secondo la quale lo stato di veglia risulterebbe dalle influenze dinamogene che una struttura nervosa, da essi definita « formazione reticolare ascendente », esercita tonicamente sulla corteccia del cervello, convogliandole, selettivamente vagliati e amplificati, gli stimoli sensitivi e sensoriali che riceve in grande quantità da tutta la periferia del corpo. Il sonno verrebbe, quindi, causato dalla sospensione del bombarda mento della corteccia ce; ebrale da parte degli impulsi reticolari. Invero, a seguito della separazione mediante un taglio della formazione reticolare dal cervello sovrastante, l'animale da esperimento, che in genere è il gatto, cade in un sonno profondo, mentre la registrazione elcttroencefalografica del fenomeno segna le onde caratteristiche di tale stato. Per contro la stimolazione della formazione reticolare provoca un risveglio dell'animale. Il Moruzzi sta attualmente indagando sull'importanza relativa di parti diverse di tale struttura. Non va, tuttavia, trascurata la possibilità di una partecipazione attiva della stessa corteccia cerebrale nei meccanismi del suo risveglio ed in quello della veglia stessa, forse attraverso stimoli che la corteccia invierebbe a sua volta alla sostanza reticolare. Con la scoperta dei nuovi «iiimim nini ii iimi uri ii i iiriinniiiiiiiiiiiiii farmaci psicoplegici o tranquillanti si è pure aperto un altro campo a indagini farmacologiche tendenti a individuare il punto d'attacco di tali sostanze nell'encefalo; studio che è stato attualmente avviato mediante l'impiego di isotopi radioattivi incorporati nella molecola del farmaco e scopribili nel posto d'accumulo nel cervello a mezzo di ben noti accorgimenti tecnici. Angelo Viziano

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