Anche tre donne giudicheranno a Casale il carabiniere che uccise l'amante e un autista

Anche tre donne giudicheranno a Casale il carabiniere che uccise l'amante e un autista Il processo per il tragico episodio accaduto presso Moncalvo Anche tre donne giudicheranno a Casale il carabiniere che uccise l'amante e un autista Sull'imputato incombe la condanna all'ergastolo - Aveva abbandonato il suo servizio presso Modena per seguire la donna amata, madre d'un bambino e separata dal marito - Mercoledì la prima udienza (Dal nostro inviato speciale) Casale, 11 aprile. Una giuria della quale, per la prima volta a Casale, faranno parte tre donne, giudicherà mercoledì venturo in Corte d'Assise il carabiniere Elvidio Sammartino, accusato d'avere ucciso a Moncalvo la sera del 5 novembre '56 l'amante Rosa Zonta di 28 anni e l'autista Pietro Carnevali di 1/9. Per l'uccisione della Zonta egli dovrà rispondere di omicidio premeditato. Più grave è l'imputazione per la morte del. Carnevali, essendogli stata contestata l'accusa di aver commesso il delitto per assicurarsi l'impunità dal precedente omicidio. Ognuno dei due reati comporta la pena dell'ergastolo; ma mentre il primo potrebbe esser motivato da una morbosa passionalità, il secondo appare del tutto arido e difficilmente spiegabile. Il Sammartino è inoltre imputato d'un terzo reato. Poiché egli all'epoca dei fatti era carabiniere e prestava servizio nella caserma di Guiglia, in provincia di Modena, dovrà a 1 n 11 m 1111 ; 1111:11.1 > 1 [ 1 i ! 1m1 li 11111111 n 1 m m n 11 m 1 m rispondere anche di allontanamento illecito, aggravato dal grado di carabiniere e dal proposito di uccidere la Zonta. La vicenda di cui il Sammartino, nato trentun'anno fa a Casale di Boccapiemonte, in provincia di Salerno, è stato il protagonista, ebbe inizio nell'agosto del '56 a Vignala, presso Modena, dove egli si recava da Guiglia nelle ore di libertà. In un albergo di Vignola conobbe appunto Rosa Zonta. Costei si era sposata una diecina d'anni prima a Moncalvo con l'autista Giuseppe Bonelli, e aveva avuto un bambino, Carlo, che oggi ha dodici anni. Ma non si sentiva portata per il matrimonio: lasciati marito e figlio si era trasferita a Modena e aveva intrapreso una vita sciagurata. Il Sammartino e la Zonta s'incontrarono ripetutamente, presi da una spiccata simpatia. In un secondo tempo nell'uomo nacque un amore irragionevole; egli contava di farla separare dal marito e di vivere con lei. Nel settembre 1111111111111111 fi 11 i 111M lllllllli i(l 11 i 1111111 11 111 Hill» o e successivo, profittando d'una licenza di convalescenza, la condusse a Salerno e la fece conoscere ai parenti. Ma nell'interessamento per la Zonta il Sammartino aveva un rivale, Gigi Norcelli, di cui dapprima non parve però ingelosito. Lo fu quando la donna cominciò a evitarlo per incontrarsi più frequentemente con l'altro. Il 1" novembre egli lasciò la caserma, si mise in borghese ma tenne in tasca la pistola d'ordinanza, una Beretta calibro 9. Andò a Vignala per cercare la àonia, gli dissero che era andata a Bologna. Si recò a Bologna, e la trovò col Norcelli. Lei fu evasiva, disse che con l'altro aveva degli affari. Il Sammartino non rientrò in caserma, quel giorno e il successivo s'intrattenne con un'altra ragazza, Elena Ognibene, amica della Zonta. Il 3 il Sammartino, la Ognibene, la Zonta e il Norcelli, con la macchina di quest'ultimo, si recarono a Moncalvo. Arrivarono di notte, mangiarono e dormirono in casa della Zonta (il marito era assente per il suo lavoro, ma il bambino era in casa). La mattina dopo Elena Ognibene fece capire al Sanimartino in quale brutto pasticcio si era messo, ed egli comprese di essersi rovinato. Questo pensiero lo torturerà sino alla fine, e forse è determinante nel dramma: essersi rovinato per una donna che non lo meritava. Lo stesso giorno la corniti va riparte per Bologna, meno la Zonta che rimane a Moncalvo. La mattina del 5 il Sammartino va a Castelfranco per presentarsi alla tenenza dei carabinieri, ma apprende di essere ricercato, e quando è già quasi sulla soglia si spaventa e va a Modena. Da Modena parie per Milano. Da Milano prende il treno per andare a Moncalvo, torturato dall'idea di punire la Zonta. Pensa che basteranno quattro schiaffi ed il suo disprezzo. Scende ad Alessandria, noleg già un tassi e arriva a Moncalvo Sono le sette di sera. La Zonta lo accoglie cordiale, ma gli dice che c meglio che torni in caserma e gli promette il suo aiuto. Lei decide d'accompagnarlo ad Alessandria, salgono sullo stesso tassi. Scendono ai giardini della stazione, siedono su una panchina. Un tarlo gli rode il cer111111111111111111111111111111111M11111 imi 1111 vello: uccidere la donna e uccidersi a sua volta. Lei gli propone di tornare a Moncalvo, gli darà i quattrini per il viaggio. Noleggiano un altro tassi, è quello guidato da Pietro Carnevali. Partono alle 22,30. La Zonta è seduta alla sua sinistra, si stringe al suo fianco. Egli le carezza meccanicamente il viso. C'è sempre quel tarlo che lo rode. A un certo momento sfila la pistola dalla fondina, ne poggia la canna al petto della donna, tira il grilletto. Il corpo di Rosa Zonta si affloscia sul suo. Qui Comincia la parte meno chiara del dramma, Mentre il Carnevali frena di colpo, egli appoggia la pistola alla tempia sinistra e tira una seconda volta il grilletto, ma l'arma si è inceppata. Scende dalla macchina ancora in moto e cade per terra. Intanto l'autista gli si è avvicinato, allarmatissimo, c dall'arma, ora efficiente, partono due colpì: uno raggiunge il Carnevali alla tempia. Perché uccidere l'autista? Fu inavvertitamente, dice Elvidio Sammartino. Fu per non essere catturato, sostiene l'accusa. E gli contesta che la ferita del Carnevali ha una direzione dall'alto 'in basso, affermando che fu ucciso mentre in ginocchio implorava salvezza. Su questo punto si batterà principalmente la difesa, rappresentata dagli avvocati Ubertis di Casule e Sotgiu dì Roma. L'avv. Parvopassu sarà patrono di Parte civile del piccolo Carlo Bonelli, non si sa ancora chi rappresenterà la famiglia del Carnevali. Sosterrà l'accusa il P. M. dott. Porta. Il processo sarà diretto dal presidente dott. Caprioglio, e si prevede che occuperà quattro udienze. Giuseppe Faraci zrsbcPsflgdBcGrttdcssBCtptrs