Subito dopo il colpo, uno dei banditi andò dal dentista per crearsi l'alibi

Subito dopo il colpo, uno dei banditi andò dal dentista per crearsi l'alibi Quasi concluse le indagini per la rapina di via Osoppo Subito dopo il colpo, uno dei banditi andò dal dentista per crearsi l'alibi Lo stadio medico è a meno di ceoto metri dal luogo dell'impresa: egli poteva osservare polizia e carabinieri durante il sopraluogo • Ora ha confessato (Dal nostro corrispondente) Milano, 3 aprile. Le indagini per la rapina di via Osoppo possono considerarsi oramai pressoché concluse, almeno per quanto concerne l'assalto al furgone portavalori della Banca Popolare. Tra breve 1 cinque prigionieri saranno tradotti al carcere di San Vittore e la magistratura proseguirà l'inchiesta per accertare le singole responsabilità, ricostruire tutti i particolari della < rapina del secolo > e raccogliere tutti quegli altri elementi che serviranno di base d'accusa, al processo della pericolosa banda. A San Vittore i rapinatori verranno rinchiusi in celle isolate e tenuti costantemente . sotto sorveglianza; qualcuno di essi, cosciente di avere con i propri errori contribuito indirettamente a mettere la polizia sulla pista giuste, teme ora la vendetta dei compagni ed ha chiesto la protezione della legge. Occorrerà inoltre accertare quali altre responsabilità debbano attribuirsi ai banditi di via Osoppo. Due di essi, il De Maria ed il Gesmundo, hanno ammesso, come è noto, di aver preso parte con altri tre complici già arrestati (Giovanni Berni, Romano Perego e Vittorino Magro) alla rapina di via Giulio Romano ai danni dell'orefice Poletti, con un bottino di sedici milioni di gioielli. Ma altre gravi rapine sono rimaste impunite negli ultimi anni e la tecnica usata in molti casi, soprattutto quelli più clamorosi, rivela singolari analogie di organizzazione e audacia con quella di via Osoppo. Sul tavolo del capo della Squadra Mobile, dr. Zamparelli, e su quello del comandante del nucleo di polizia giudiziaria dei carabinieri, si allineano i fascicoli di tutte le banditesche imprese compiute negli ultimi tempi a Milano e in altre città e dal confronto delle modalità di ciascuna di esse con quella di via Osoppo potranno scaturire nuovi elementi di contestazione. I milioni spesi dalla banda per organizzare l'assalto a! furgone portavalorl della Banca Popolare dimostrano che tutti o in parte i rapinatori dovevano essere in possesso, già molto tempo prima del colpo, di notevol' somme di denaro. I cinque ai reo tati hanno tentato di addossare al Cesaroni, latitante e perciò impossibilitato a scagionarsi, la responsabilità del finanziamento dell'impresa. Sul modo in cui era stata concertata la rapina, e risultato pure che In un primo tem po l'assalto all'automezzo del iiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiMimiiimiimiiiiitiiin la Banca era stato deciso in una località più periferica, dove minori sarebbero stati i pericoli di trovare sbarrata da qualche imprevisto incidente la strada della ritirata. Il progetto venne poi abbandonato per la considerazione che il furgone sarebbe giunto in quel punto, dopo aver oramai depositato nelle varie agenzie cittadine la maggior parte dei valori trasportati. Cii*ca 1 due banditi ancora latitanti non vi sono novità. Le loro fotografie sono state diffuse in tutta Italia e sono in possesso anche della Interpol. Uno dei due, Eros Castiglióni, è stato visto per l'ultima volta in Riviera, dove si era recato subito dopo il colpo. Ugo Ciappina ha confessato dopo quattro giorni di martellanti interrogatori, durante i quali si era mantenuto ostinatamente sulla negativa, sostenendo di essere vittima di un errore di persona e presentando anzi a proprio discarico un alibi che, nelle sue intenzioni, avrebbe dovuto sconcertare la polizia. Ciappina è un pregiudicato rotto a tutte le astuzie e ben sapendo che, dopo una cosi clamorosa rapina sarebbe stato immancabilmente tra i sospettati, aveva predisposto accuratamente un alibi che sarebbe indubbiamente servito a scagionarlo se le prove raccolte contro di lui e gli altri suoi complici da polizia e carabinieri non fossero state davvero schiaccianti. Nel giorni immediatamente precedenti il colpo di via Osoppo il rapinatore si era infatti recato più volte da un dentista che ha lo studio a meno di cento metri dal punto ove il furgone portavalori della Banca Popolare è stato poi assalito dalla banda, ed aveva chiesto che gli venisse otturato un molare. Pochi minuti dopo il clamoroso colpo il Ciappina era tornato tranquil- lamento dal dentista e, mentre in via Osoppo accorrevano le camionette della Volante e le forze dell'ordine iniziavano le ricerche degli audacissimi banditi, il rapinatore si trovava seduto nel gabinetto medico, sottoposto ad una noiosa trapanazione al molare cariato. Fermato e portato in Questura, il Ciappina fino a questo pomeriggio non aveva smesso 11 contegno sprezzante che gli è -abituale, proclamando la propria innocenza e rifiutandosi di rispondere alle domande che gli inquirenti gli sottoponevano nella speranza di indurlo a confessare. Poche ore fa la resistenza del rapinatore è però finalmente crollata. Messo di fronte alle confessioni del propri compagni, dimostratagli l'assurdità dell'alibi che si era predisposto, convintolo dell'inutilità di continuare in una finzione che lo avrebbe ugualmente portato dinnanzi alla magistratura Botto l'imputazione di correità nella rapina di via Osoppo, Ugo Ciappina si è deciso ad ammettere la sua colpa. 1. c. m.

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