Mancano ancora 87 milioni del bottino di via Osoppo

Mancano ancora 87 milioni del bottino di via Osoppo Mancano ancora 87 milioni del bottino di via Osoppo Nuove rivelazioni dei banditi hanno permesso di arrestare gli autori di un'altra rapina - Fermato il "vecchietto,, che noleggiava mitra e pistole (Dal! nostro corrispondente) Milano, 2 aprile. A poco a poco, sotto il martellare degli interrogatori, i cinque banditi arrestati per la clamorosa rapina di via Osoppo, stanno rivelando ogni particolare della brigantesca impresa. Essi hanno precisato come si è svolta, quanto hanno intascato, quali sono stati 1 complici ed i favoreggiatori. Forse si trarranno informazioni utili anche in relazione ad altre aggressioni avvenute in questi ultimi tempi. Luciano De Maria e Arnaldo Gesmundo — tra l'altro — hanno rivelato di essere tra i responsabili di un'aggressione avvenuta nel giugno dello scorso anno in via Giulio Romano, dove cinque malviventi aggredirono Costante Poletti, strappandogli una borsa contenente orologi e preziosi per 16 milioni di lire. In seguito a questa confessione, gli agenti dèlia Squadra Mobile hanno' potuto arrestare anche gli altri tre complici del Gesmundo e del De Maria. Costoro sono: Giovanni Berni, Vittorino Bruno e Romano Perego. Anche altre persone sono state fermate dalla polizia e a tutt'oggi pare che i «fermi» siano una trentina. Finora però non si è giunti ancora alla cattura degli altri due banditi che presero parte alla rap' na di via Osoppo: Eros Casi glioni ed Enrico Cesaronl. li -econdo in possesso di pareo- |chio denaro, forse più di 10 milioni, pare si sia imbarcato su un mercantile salpato da Ancona alla volta della Jugoslavia. Eros Castiglioni è un pregiudicato, da due anni ricercato dalla polizia per una serie di reati contro la proprietà. Fino a qualche tempo fa la sua presenza era stata segnalata all'ippodromo di San Siro e in una palestra pugilistica. E' un giovane bruno e aitante, attorniato sempre da belle ragazze, colle quali si vantava di essere un boxeur di grido. Ufficialmente è domiciliato presso la madre in via Vigni,:.! 4, ma la donna non lo vede da circa un anno. La polizia suppone sia nascosto in città presso qualche amica. Dopo aver coperto le spese sostenute, i banditi di via Osoppo hanno avuto 15.225.000 lire a testa. Compiuto il colpo la banda si rifugiò nel garage dello stabile sito al numero 40 di via Chinotto, dove Enrico Cesaroni aveva comprato un piccolo appartamento e il boxe della autorimessa. Quando i sette banditi aperte le cassette si misero a fare i conti, stabilirono, di comune accordo, di non dare al « cafone » (l'uomo che avrebbe dovuto prendere il posto di Arnaldo Gesmundo, malvisto da Ugo Ciappina) il premio pattuito in un primo momento. Non è da escludere pertanto che sia stato proprio questo personaggio — di cui la polizia, fra l'altro, non vuole fare il nome — a denunciare la banda, o a fornire al dottor Zamparelli le prime indiscrezioni. Il < cafone », un uomo sui 35 anni, abile pilota e dotato di una forza erculea, era stato escluso dall'impresa per la mania di raccontare smargiassate Oggi è stato sottoposto ad interrogatorio anche un altro caratteristico personaggio implicato nella rapina: « il vecchietto » di Porta Venezia che ha fornito le armi ai banditi. Si tratta di Ermenegildo Rosi, che da anni abita in una ' Jdests pensione di via Plio 13. Era conosciuto come rappresentante di una dit ' . costruttrice di cuscinetti a iere e bulloni. In realtà il < vecchietto » si guadagnava da vivtre « noleggiando » ai componenti delle bande cittadine le armi necessarie per le rapine. I pregiudicati non si azzardano, infatti, a tenere nelle loro abitazioni pistole o mitra essendo sotto continuo controllo da parte della polizia. Ermenegildo Rosi, fuori da ogni sospetto, pare abbia ricavato notevole utile dalla sua «proprietà», che di volta in volta metteva a disposizione dei gangsters che ricorrevano a lui. La rapina di via Osoppo ha permesso alla po lizia di ampliare l'archivio se a a a gnaletico arricchitosi in questi giorni di nomi nuovi. I fermi si susseguono agli interrogatori quasi ininterrottamente. Nessuna traccia è stata trovata finora degli altri 87 milioni: una buona parte dovrebbe essere nelle mani dei due ricercati, mentre il Russo e il De Maria non hanno ancora rivelato dove è stato nascosto il loro malloppo. Poco dopo le ore 18 Arnaldo Bolognini è stato accompagnato sotto buona scorta al Palazzo di Giustizia per essere interrogato dal giudice istruttore incaricato .dell'indagine giudiziaria. Il banditq ha fatto ritorno alle guardine della Questura centrale alle 20,30. Pare inoltre che stasera il De Maria abbia confessato di aver preso parte ad altre rapine tra cui quella contro l'ufficio postale di via Beato Angelico che il 30 ottobre scorso anno fruttò alla banda composta da altri quattro individui — due dei quali già arrestati — oltre un milione e mezzo in contanti. i „ 1, c. ni. Eros Castiglioni, uno dei due banditi latitanti, che dovrebbe essere in possesso di una notevole parte del bottino

Luoghi citati: Ancona, Jugoslavia, Milano, Venezia