Ardente supplica del Papa ai governi perché restituiscano i prigionieri

Ardente supplica del Papa ai governi perché restituiscano i prigionieri Quarantamila persone in San Pietro per la "giornata del reduce e del disperso,, Ardente supplica del Papa ai governi perché restituiscano i prigionieri "In nome dell'umanità, in nome della carità, rendete alle famiglie, alla patria, alla lineria i soldati che ancora languoao in prigionia,, - Le parole di Pio XII suscitano nella folla un moto di intensa commozione e molte mamme di dispersi scoppiano in pianto - Inviato un messaggio al segretario dell'O.N.U. - Decorazione al valore al labaro della "Divisione Torino,, Città del Vaticano, lun. matt. «Ci rivolgiamo ai governanti di- tutti i Paesi e li imploriamo: in nome dell'umanità, In nome della carità, rendete alle famiglie, alla patria, alla libertà i soldati che ancora languono in prigionia!. Quando il Pontefice ha pronunciato questa ardente supplica, la folla, raccolta sotto le ampie navate della Basilica'di San Pietro, ha avuto un moto di commozione: molte mamme di nostri dispersi in guerra piangevano silenziosamente, quasi pudiche del loro dolore. Vorrà. l'O.N.U., vorrà, soprattutto l'Unione Sovietica, accogliere 11 messaggio di pace del Capo della Cristianità? Le quarantamila persone convenute ieri a Roma per celebrare la « Giornata del reduce dalla prigionia e del disperso in guerra > lo sperano fortemente; più giusto è dire che i familiari dei soldati che non sono tornati si aggrappano a questa speranza come all'ulti ma àncora di salvezza. In un messaggio che hanno Inviato a Dag Hammarskjoeld, segre tarlo dell'O.N.U., es3i chiedcrno quanto meno di conoscere un preciso elenco dei mortk e il luogo dove hanno avuto sepoltura; tutto sembra preferibile all'incertezza che rinnova senza tregua la sofferenza. In Italia molti sono i genitori ed i figli che vivono da anni questo penosissimo dram ma; dai fronti di guerra non sono ritornati 131.419 soldati, e sulla loro sorte è calato.un velo impietoso ài silenzio. Il Piemonte è una delle regioni più colpite; conta oltre tredicimila dispersi, quasi tutti in Russia, in Grecia c, • Albania. Ma il dramma dei dispersi in guerra è comune a tutte le Nazioni che hanno partecipato all'ultimo conflitto; per questo la Pontificia Opera di Assistenza, che ha organizzato la manifestazione di ieri, ha voluto che in San Pietro fossero presenti, oltre agli italiani, anche delegazioni di familiari dei dispersi giapponesi, tedeschi, francesi, belgi, olandesi, onde conferire all'avveniBiento un carattere di internazionalità. La < Giornata del reduce e del disperso» si è iniziata di prima mattina con una Messa celebrata dinanzi all'Altare della Patria; il tempo era inclemente, con fitti rovesci di pioggia marzolina, e ben presto piazza Venezia è apparsa punteggiata da migliaia di ombrelli. Su uh palco eretto ac canto al Vittoriano erano presenti il ministro Angelini e il sottosegretario De Martino, in rappresentanza del governo l'on. Meda, delegato italiano all'ONU per i dispersi in guerra, e molte personalità civili e religiose. Tra la folla, facevano spicco mille bandiere di associazioni combattentistiche di reduci, di mutilati, che formavano un semicerchio intorno a un gruppo di bimbe profughe giuliane e dalmate o orfane di caduti in. Russia. Al termine della funzione religiosa, i quarantamila familiari dei dispersi, cui si erano uniti molti cittadini romani, si sono diretti in corteo alla basilica vaticana dove erano attesi dal Santo Padre. Pio XII ha pronunciato la sua allocuzione dall'alto del trono papa le, e più volte, prima di parlare, ha invitato i presenti, con un paterno gesto delle mani aperte, a desistere dalle acclamazioni. « Non è la prima volta — ha detto il Pontefice — che parliamo del triste argomento della guerra; a suo tempo, anzi, avvertimmo i reggitori de popoli che nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra. Non ci ascoltarono e furono distruzioni, disprezzo del diritto, esplosioni di odio e di violenza, dispersione delle famiglie ». Rivolgendosi ai familiari dei soldati dispersi; Pio XII ha così proseguito: ci morti sono fccsmtnsfcdesLlapdvsrgmtenclpcavGacp finiti per sempre in polvere, confusi con la terra su cui combatterono. I dispersi non sì sa se e come vivono e, per molti, sono pressoché perdute tutte le speranze di un ritorno. Davanti ai caduti e pensando al dispersi chi non ha fede cade nella disperazione; chi ha fede è consolato nel suo dolore dalla gran luce che emana dalla promessa cristiana del'a vita immortale. La morte non è la' fine, ma la trasformazione della vita: anche i dispersi non sono completamente tali per chi ha fede; Dio sa dove sono, Dio li vede', sa di che cosa'hanno bisogna e nessuno di essi è veramente solo ». Il Pontefice ha ancora aggiunto che egli prega giornalmente per coloro che non sono tornati dai fronti di battaglia e prega per scongiurare una nuova guerra: « Tutti coloro che hanno fede nella universale potenza e provvidenza di Dio preghino con noi, e potranno così raggiungere idealmente ed aiutare i loro cari ». ' Concludendo, Pio XII ha rivolto in francese la supplica ai Governi di tutto il mondo che abbiamo riferito, e che tanta commozione ha destato tra i presenti in San Pietro. Prima di lasciare la Capitale, i familiari dei reduci e dei dispersi si sono recati al Quirinale per depositare un messaggio di omaggio al Capo dello Stato, assente da Roma per precedenti impegni. Infine — la pioggia era ormai cessata, per far posto ad un pallido sole — hanno assistito alla consegna di una decorazione al valore al labaro della divisione « Torino », che tanto olocausto di sangue diede durante l'ultimo conflitto. Sandro Cova Fio XII acclamato In San Pietro dai quarantamila familiari del dispersi (Telefoto)

Persone citate: Angelini, De Martino, Meda, Pio Xii