Di Cuevas ferisce leggermente Lifar davanti a decine di spettatori divertiti

Di Cuevas ferisce leggermente Lifar davanti a decine di spettatori divertiti Il duello al «primo sangue» tra il marchese e il ballerino Di Cuevas ferisce leggermente Lifar davanti a decine di spettatori divertiti Lo scontro è avvenuto, in circostanze umoristiche, a 80 chilometri da Parigi - Vi hanno assistito giornalisti e fotografi: soltanto la polizia non era riuscita a trovare la località «segreta» - Al termine del quarto assalto il marchese settantaduenne ha graffiato con la spada un avambraccio del danzatore, poi è scoppiato a pian•^jeifeffayi^ioia -t- l'emozione - -Con»-- .sì ■ prevedeva, i due si sono riconciliati a tutto è finito in un abbraccio Parigi, lunedi mattina. ' Il duello è morto, e non ha più senso oggi — se mai ne ha avuto uno. La sua agonia è stata lunga, poiché anche in questo dopoguerra una ventina d'in¬ contri detti cavallereschi si sono svolti nella sola Francia, senza morti né feriti gravi; il colpo di grazia gliel'ha dato ieri mattina aite 11 e mezzo circa il marchese di Cuevas facendo uno sgraffio lungo due centimetri al braccio destro del sìio avversario, Serge Lifar. Or¬ mai nessun individuo sensato oserà più affermare che l'onore si lava col sangue, tranne, forse, il deputato di destra JeanMarie Le Pen, l'unica persona ad aver preso sul serio ciò che tra soltanto una buffonata. Le vittime sono, se mai, una decina di fotografi, che si sono bu- scoti un bel raffreddore. Da una settimana montavano giorno e notte la guardia dinanzi al domicilio del marchese di Cuevas per non lasciarsi sfuggire l'occasione di fotografare il mio tanto strombazzato scontro alla spada. Una cinquantina di macchine con giornalisti e fotografi, jn fila incNana, è partita ieri alle 9 dietro l'auto che trasportava il marchese di Cuevas coi suoi padrini e il medico. Chiudeva il corteo una vettura della polizia. La lunga coda di automobili arrivava meno di una ora dopo in un tetro sobborgo parigino e penetrava nel cortile di una vecchia fabbrica, dovè già si trovava Serge Lifar, che salticchiava con gesti fauneschi intomo a una sedia sulla quale aveva collocato un'icona, simbolo della fede, una daga, simbolo dell'onore, le sue scarpette da ballerino, simbolo della danna. Gli ispettori di polizia erano scesi dalla loro macchina e aspettavano, pronti ad intervenire per impedire il duello, mentre il 'marchese non si muoveva dalla sua. Con stupore i funzionari vedevano Serge Lifar salire su un'auto che partiva a tutta velocità, seguita dalle altre. Quella della polizia si ritrovò sola nel cortile e gli ispettori si guardarono in faccia, scoppiando in una risata. € Niente duello >, disse uno. Invece si sbagliava. I padrini li avevano beffati e l'iniziativa era venuta proprio dall'on. Le Pen il quale, a un dato momento, aveva fatto correre discretamente una parola d'ordine: < Piano n. 7 ». Era quello che prevedeva la villa < Moulin du Val » del signor Charles Levasseur, amico dei duellanti, che si trova a 80 chilometri da Parigi, nel paesetto di Blaru. Arrivò prima di tutti, verso le 10,30, il marchese di Cuevas, che aveva la macchina più potente. Era stanchissimo e domandò di riposarsi qualche minuto. Con molta serietà il direttore dello scontro, Jean Tournon campione di scherma, e i quattro padrini, scelsero il terreno, invitarono i giornalisti e i fotografi ad allontanarsi di qualche metro e il deputato Le Pen prodigò le ultime raccomandazioni: «Silenzio per favore; serietà. Si tratta di un duello al primo sangue e questo potrebbe sgorgare dalla pancia di uno degli avversari». Ci credeva davvero, l'onorevole. Forse pensava che i duelli più pericolosi sono, appunto, quelli fra chi non ha mai tenuto un ferro in mano. « Pronti t » tuonò il direttore dello scontro, aggiungendo: € In guardia; allez ». Ed ecco i duellisti a faccia a faccia, tentando di ricordarsi ciò che avevano imparato in fretta e furia in una settimana di lezioni. Lifar, che ha soltanto 53 anni ed è ballerino, piegava senza difficoltà le ginocchia e avanzava, a passetti, sul marchese la cui difesa consisteva evidentemente, nella cosiddetta « linea dritta », cioè una guardia con la spada allungata orizzontalmente nel prolungamento del braccio, con la punta diretta verso il petto dell'avversario, per tenerlo a distanza il più possibile. Dritto sulle gambe allargate, il marchese sembrava piuttosto impaurito e indietreggiava a poco a poco. L'assalto, di due minuti, si concluse senza che nessuno dei due avversari tentasse la minima «botta». I ferri si toccavano come le spade di legno dei ragazzini quando giocano alla guerra. Dopo un minuto di riposo, incominciò il secondo assalto, durante il quale Serge Lifar andò a fondo a varie riprese: ma. il settantatreenne marchese resistè validamente agii attacchi, indietreggiando sempre al momento opportuno. Al terzo assalto il marchese prese l'offensiva, e dinanzi a quella spada puntata in linea orizzontale che gli andava incontro, il ballerino indietreggiava. Dopo questo sforzo di oltre un minuto, il marchese si fermò, piantato sulle gambe, con la spada tesa in avanti, dinanzi alla quale Serge Lifar esitava. E i due minuti finirono. Il marchese era pallido e il medico, ascoltatogli il cuore, parlò coi padrini e con il direttore dello scontro, il quale annunciò: < Signori, il prossimo assalto sarà l'ultimo, il marchese .è vecchio ed ha il cuore debole ». Lo scontro ricominciò, e al 55° secondo si alzò un urlo: dall'evembraccio destro di Lifar uscivano alcune gocce di sangue. <Alt» ordinò il direttore dello scontro, precisando poi che < Lifar era stato ferito da un colpo d'arresto all'avambraccio su attacco dall'avversario ». Il marchese non credeva ai suoi occhi, rimaneva in piedi sulle gambe tremanti, la spada in pugno. Lo disarmarono e gli gettarono un soprabito sulle spalle. Tutto ad un tratto, mentre i fotografi si precipitavano su Lifar che agitava allegramente il braccio fasciato, il marchese scoppiò in lacrime,gettandosi nelle forti braccia del deputato paracadutista Le Pen. Lo presero quasi di peso e lo portarono nella villa, dove si allungò per riposarsi. Arrivò quasi subito Lifar e gli si gettò al collo. Quando le braccia del marchese si chiusero stringendolo forte, il ballerino disse fra le risate dei presenti: c Lo sapevo che sarei riuscito ad abbracciarvi ». L. Mannucci Una fase del duello tra il marchese de Cuevas (a sinistra) e Serge Lifar assistiti dal padrini. Dirige lo scontro 11 campione di scherma Jean Townon. (Telefoto)

Luoghi citati: Cuevas, Francia, Parigi