Alberti e Pia Riva campioni italiani di discesa libera

Alberti e Pia Riva campioni italiani di discesa libera SULLE NEVI DI SPOETIMI A Alberti e Pia Riva campioni italiani di discesa libera dal nostro inviato Sportinia, lunedì mattina. Sipario sui campionati italiani di sci. Ieri a Sportinia si sono chiusi gli « assoluti > delle specialità alpine e gli ultimi due titoli in palio — quelli della discesa libera — sono andati a Bruno Alberti e alla Pia Riva. Le piste erano velocissime, dominio riservato a chi aveva cuore per osare e muscoli saldi per non tradire l'ardimento in capitomboli dalle incognite conseguenze. E le qualità d'eccezione che si richiedevano ai concorrenti subito balzarono agli occhi con evidenza assoluta già alla prima prova, riservata alle donne. Le ragazze terminavano la volata da vertigini con il flato mozzo, con i mùscoli Irrigiditi dallo sforzo, con il viso disegnato da una smorfia di tensione nervosa. Bisognava essere atleti completi per vincere. E il successo parve dapprima arridere a Vera Schenone, poi il miglior tempo passò a Jerta Schir. Nel gran sole che rendeva incantata di luci e di colori la conca dove si giudicava l'arrivo, la sciatrice di Folgaria, quando seppe del l'52" e 5/10 che aveva Impiegato, forse si sentì sicura del trionfo. Ma era un'illusione, la sua. Sbucò tra gli alberi Pia Riva. Si affacciò prepotente verso il traguardo, sulle gobbe del terreno parve sbandare, disunita nell'azione. Gli spettatori rabbrividirono di paura, l'azzurra andava dritta filata, a settanta all'ora, verso un gruppetto di abeti... Si drizzò a tempo, sfrecciò come una saetta sotto lo striscione losso. Il responso dei cronometri disse: l'47"6. Dietro la Riva, la Schir e la Schenone. Dopo, tre sorprese gradite: nell'ordine la Jole Poloni, in gara nonostante la febbre, la < terza categoria > Bertolaia e la Tina Poloni. Poi ancora, a pari merito, la Marchelli e la Barbieri. Poco da dire sulla Carla. A metà gara, aveva il tempo della Schir, quindi è caduta. Piano piano torna in forma. E Lacedelli borbotta: « Per il Kandahar è a posto. Il nostro augurio più fraterno e più affettuoso. Reparto uomini. Alberti, rabbioso, ha fatto centro. E' «volato giù non badando a nessun pericolo, senza lasciarsi nemmeno sfiorare dalla tentazione d'una frenatlna per prudenza. H cortinese aveva un conto da saldare e l'ha saldato. Il suo impeto splendido di coraggio ha avuto come avversari gli uomini che s'erano meglio messi in mostra nello slalom, Gino Burrini, Pompanin, Zulian, Pianelli e Siorpaes. Senza fortuna Milianti, vittima d'un ruzzolone. Polemici David e Viotto: i due valdostani han voluto infilarsi in un' < taglio > vietato dalla giuria e sono stati squalificati Han ricorso, ma il reclamo è stato respinto. Parecchie cadute. Una sola seria, Giuseppe Sornmariva s'è rotto una gamba. Per gli altri, solo la paura e nessun danno. Gigi Boccacini Bruno Alberti nella vertiginosa volata che gli ha assicurato il titolo (foto Moisio)

Luoghi citati: Folgaria, Kandahar, Vera Schenone