Come la polizia scoprì il traffico della droga

Come la polizia scoprì il traffico della droga Sono nove gli arrestati nel carcere di Biella Come la polizia scoprì il traffico della droga Il più giovane membro dell'organizzazione, è caduto nella trappola tesagli dal commissario capo Credendosi tradito, ha fornito il nome dei complici -1 due sacchetti sequestrati contene vano cocaina purissima - Continuano le ricerche dell'Interpol per arrestare i fornitori svizzeri Dai nostro rtofrispondente Biella, lunedi mattina. Il numero delle persone accusate di traffico di stupefacenti rinchiuse nelle carceri della nostra città è da ieri mattina salito a nove. Da Brescia, dove era stato arrestato nei giorni scorsi dalla locale questura su segnalazione del commissariato di P. S. di Biella, è giunto il mobiliere Andrea P'etro Cantone, di anni 30, accusato dagli stessi presunti complici di avere introdotto clandestinamente in Italia la droga acquistata in Svizzera. Gli altri arrestati; come è noto, sono: Luigi Busi, d'anni 20, Otello Rota, di 25, Demetrio Taveri, di 27, Giuseppe Diego Fiocca, di 23, Luigi Rivetti, di 30, tutti residenti in quel dì Brescia; Giuseppe Balocco, di 57 ami'., Emilio Ramella Paia, di !6, abitanti a Biella rispetti vamen-.e in via Cerino Zegna 5 i in "ia Delleani 1 e Giacomo Gs.rabello, di 62, domiciliato a Torino in via Berthollet. Insieme a Giuseppe Colombini, di anni 32, di pongo, e a un non meglio identificato dottor Dur di Lugano, entrambi ancora latitanti, essi sono considerati responsabili di un traffico di cocaina. Il personaggio più interessante è il Busi, il più giovane membro dell'organizzazione, che nella romanzesca vicenda ha assunto un ruolo di primo piano. Già alta fina della scorsa estate, egli era giunto a Biella insieme al Rivetti con un discreto quantitativo di cocaina e si era incontrato col Ramella Pala; quest'ultimo" gli aveva fatto conoscere il Balocco, che però si era rifiutato di comperare la droga perché, a suo parere, era di qualità scadente. Il Busi non aveva insistito ed era tornato a Brescia dicendo al Balocco che per combinare in seguito l'eventuale affare sarebbe bastata una lettera convenzionale. Passano I mesi. Verso la fine di gennaio, il Balocco scrive al Bubì che è finalmente giunto il momento buono; l'essenziale è che la « merce » (così era definita la cocaina nella lettera) sia buona. Il Busi va dal Fiocca che conosce da tempo e questi gli consegna due sacchetti in plastica conter.untl 100 grammi di droga eh ?>cuno e 10 mila lire per le spese di viaggio. La somma è esigua tanto più che il Fiocca ha affiancato al Busi il Rota e il Taveri con l'incarico di sorvegliarlo, forse perché non si fida tanto del giovane; ma il Balocco è considerato un cliente « buono » perché si sa che dietro alle sue spalle c'è gente facoltosa e quindi l'affare pare sicuro; i tre compari dovrebbero dunque incassare diversi milioni. La cifra non può essere indicata esattamente perché nessuno ha voluto riferire il prezzo di vendita delia droga. - Il viaggio da Brescia a Biella è compiuto su una « 1100103 » male in arnese per non dare nell'occhio. Tuttavia la macchina, giuntr. nel tardo pomeriggio del 23 gennaio è notata all'ingresso della nostra città da alcuni agenti in borghese e la sua presenza viene subito segnalata al commissariato. Gli agenti, che non hanno mai perso di vista il terzetto, agiscono solo il mattino dopo fermando il Busi e i due compari mentre si accingono a ripartire. Nel frattempo il Busi si era incontrato con 11- Balocco per prendere gli ultimi accordi sull'affare. La cocaina avrebbe dovuto essere collocata a Torino con la collaborazione del Gar ab elio. Una perquisizione nell'auto porta alla scoperta della dròga nascosta dietro il parasole situato sopra il parabrezza. Il commissario capo dottor Granellini, che aveva assunto personalmente la direzione delle indagini, non muove alcuna accusa ai tre fermati; anzi si comporta nei loro confronti come se la perquisizione non avesse dato alcun risultato. Convinti di averla fatta franca, i tre attendono con impazienza di essere rilasciati. Sorge però un intoppo. Addosso al Busi viene trovato uno zircone, cioè un diamante sintetico di scarso valóre (30 ' o 40 mila lire) ; il giovane non, perde la calma e senza esitazione dichiara di averlo portato con sè perché intendeva compiere una truffa in danno del signor Natale Garabello (fratello gemello di Giacomo), proprietario di una galleria d'arte della nostra città. La tentata truffa è un reato notevolmente Inferiore al traffico di stupefacenti e con questo diversivo il Busi sperà di avere fornito definì tamente. una spiegazione logica alla sua presenza a Biel la. Egli appare però molto agitato. II dottor Granellali, che attendeva questo momento, gli parla in moda da indurlo a credere che gli altri due fer mati hanno cantato addossali do a lui la colpa. Il trucco ottiene il risultalo sperato. Il giovane cede di schianto e vuota il sacco indicando tutti i complici che vengono a mano a mano arrestati dalla questura di Brescia in continuo contatto telefonico con il commissariato di Biella. A sua volta, il Fiocca ha dichiarato di avere ricevuto la droga dal Cantone che la comperava dal Colombini il quale la otteneva dal dottar Dur. Il Cantone ha ammesso d'i avere consegnato (foto Moisio) i due sacchetti in plastica al Fiocca ma « senza sapere che contenevano cocaina». . Ieri mattina è giunto al commissariato il documento ufficiale relativo all'analisi chimica della droga eseguita dal prof. Augusto Fortina, primario del. Laboratorio di ricerche dell'ospedale, il quale ha accertato che si tratta di clorldrato di cocaina purissimo. Le indagini proseguono d'Intesa con l'Interpol per l'esatta identificazione e l'arresto del dot- tor Dur. p. m. Cd ll' bllte Andrea Pietro Cantoni, di 30 anni, uno degli arrestati - USL Nel sedile posteriore della « 1100 » furono trovate le fascette di garanzia. I due sac-betti di plastica contenenti la cocaina erano nascosti fra il parasole, sopra 11 parabrezza, e la carrozzeria (foto Moisio)