Le nostalgie del «nonnino scapolo»
Le nostalgie del «nonnino scapolo» Ha festeggiato i cento anni Le nostalgie del «nonnino scapolo» Acqui, lunedì mattina. Grande afflusso di persóne ieri a rompere la quiete della frazione Rosi, a Belforte. Erano parenti e amici del < nonnino scapolo », l'agricoltore Paolo Michele Briata, che ha solennemente festeggiato, sia pure con un giorno di anticipo, il suo secolo di vita. Molti anche i compaesani, attratti dall'eccezionalità del fatto, e in testa a questi, a porgere gli auguri di tutto il Comune, il sindaco li Belforte. Siamo saliti anch'-, noi, destreggiandoci tra il fango e i lastroni di ghiaccio, alla cascina dove Michele Briata vive con la nipote Luisa Antonietta. Il <nonnìno» era salito da pochi minuti nella sua stanzetta, affaticato dalla presenza di tanti estrànei, e anche forse dal troppo abbondante menù del pranzo ufficiale, ma non è stato difficile convincerlo a scendere per affrontare ancora una volta la curiosità dei giornalisti, per i quali ha sempre avuto una spiccata simpatia. Vinto dopo poche battute la diffidenza per il microfono che un collega radiocronista continuava a porgergli per le dichiarazioni di rito, il discorso si è avviato facilmente sul binario dei ricordi del tempo passato. Non si pensi però che Michele Briata, giunto d cento anni, abbia molti ricordi. Una sola volta s'è mosso dai luoghi natii per il servizio militare e il resto della sua lunga esistenza l'ha trascorso fra i lavori dei campi e la lunga monotonia delle grigie giornate invernali. Ma l'unica assenza dalle campagne di Belforte ha lasciato un profondo solco nella memoria e rìell'.esistenza del vegliardo.: /.'■'.'>'.'<; Chiamato infatti alle armi nell'agosto del 1880 e assegnato a un reggimento di artiglieria di stanza a Napoli, deve lasciare al paesello la promessa sposa, certa Maria Cavanna, della quale è pazzamente innamorato. Ma la ragazza poco tempo dopo si lascia corteggiare da un altro compaesano- con il quale convola a nozze. La delusione che il giovane prova al suo ritorno è così grande che giura a se stesso di rimanere scapolo. Aveva ventidue anni Paolo Briata e da allora è vissuto con tre grandi ricordi e nostalgie nel suo cuore: la ragazza perduta, il suo comandante colonnello Otovanni Nobile Berta, il sole e la bellezza di Napoli. E ancor àggi, a chi gli chiede di esprimere un desiderio, risponde che sarebbe felice soltanto se potesse tornare a visitare Napoli e la « sua » caserma. Tre i ricordi rimasti indelebili nella memoria del nonnina e tre, a suo parere, le ricette per raggiun- gere it seco;0 ai vita: non spo ' sarsi, mangiare molta polenta e bere qualche buon bicchière di vino genuino.
Luoghi citati: Napoli
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