Si produce troppo e si consuma poco

Si produce troppo e si consuma poco Convegno ad Alessandria per il vino Si produce troppo e si consuma poco Necessaria una disciplina e metodi di lavorazione più moderni - Abolire il dazio e colpire i sofisticatoti Il Piemonte non è riuscito a dare un vero tipo da pasto atf.yjW./.t-i'f-^wn'JXIff'tt Alessandria, lunedì mattina. I Un migliaio di agricoltori] delle colline piemontesi, tecni-| ci, rappresentanti di associa-1 zioni contadine ed alcuni par- lamentari si sono riuniti ieri, j mattina e pomeriggio, nel tea-1 tro comunale Marini per di- scutere sulla crisi vinicola, cercarne le cause e proporre utili provvedimenti. Il professor Giovanni Dalmasso, preside della facoltà di scienze agrarie dell'Università di Torino e noto studioso di questi problemi, ha parlato per primo, svolgendo una relazione sulla quale poi si sono basati tt'tti gli altri oratori. La crisi, di cui tanto si parla e che è sentita particolarmente in Pierri' nto» consiiLc, secondo 11 p. ■>!• 'sor Dalmasso, In una « de.n ione del mercato vinicolo .. tratta purtroppo di un fenomeno ricorrente: cinquantanni fa si dicevano le -.ridesime cose di oggi e si paganizzavano convegni per chiedere di alleggerire ì pesi fiscali e di imp?dire frodi e sofisticazioni. Il dazio sul vino è senza dubbio dannoso: fa aumentare il prezzo al consumo e impedisce la libera circolazione del prodotto. Inoltre finisce per favorire e incoraggiare i soflsticatori che non sono pochi, ma che, per'il prof. Dalmasso, non costituiscono affatto quella specie di calamità di cui spesso si parla. L'abolizione del dazio, già approvata dal Parlamento, e una più energica repressione delle frodi non potranno, secondo l'oratore, assicurare da sole un tranquillo avvenire alla viticoltura specialmente delle zone collinari. E' invece necessario che siano eliminati i troppo frequenti squilibrii fra produzione e possibilità di ccllocamento. Citando altri autorevoli studiosi come i professori Albertario e Ronchi, il prof. Dalmasso ha ribadito che proprio nello squilibrio fra produzione e consumo si identifica il male cronico di cui soffrono milioni di viticol tori italiani. C'è qualche possibilità d'un Incremento di consumo del vino all'interno e si prospetta anche un aumento dell'esportazione con la graduale anertura del Mercato Europeo," ma se il prodotto non sarà sempre meglio curato e selezionato dovremo soccombere alla concorrenza di altri paesi. Secondo l'oratore è quindi indispensabile una ragionevole disciplina viticola, con un ridimensionamento dei terreni coltivati a vigneto (spesso si trascurano terreni collinari pregiati mentre le viti dilagano inutilmente in pianura) e con una riorganizzazione dei viticoltori in consorzi provinciali come prima della guerra. Per quanto riguarda li Piemonte il prof. Dalmasso ha sostenuto « la necessità di produrre, accanto ai nostri grandi vini superiori e speciali, una massa di buon vino da oasto di largo consumo, con caratteristiche proprie e costanti che possa trovar posto su tutte le mense italiane >. In altre parole si deve industrializzare la lavorazione, come hanno saputo fare i veronesi con il Bardolino e i toscani con il Chianti. Questo è compito che spetta alle Cantine sociali, le quali in futuro dovrebbero coordinarsi in cooperative di secondo grado. I piemontesi però — ha os servato Selvino Bigi, presidente dell'Associazione nazionale dei coltivatori diretti — sono i viticoltori che meno ricorrono alle Cantine sociali; preferiscono i vecchi metodi artigianali. L'anno scorso soltanto l'8,3 per cento della produzione piemontese fu avviata alle Cantine, con punte massime dell'll per cento nell'Astigiano e nel Monferrato. Il risultato è che un bicchiere di Bar bera bevuto a Milano risul ta completamente diverso da quello che si beve per esem pio a Torino o a Genova. A Reggio Emilia la percentuale è stata invece del 73 per cen to, in Toscana (tenuto conto degli stabilimenti) del 75, in Puglia del 12. Il signor Bigi ha polemizzato con il prof. Dalmasso: «I sofisticatori ci sono e la situazione è drammatica, spaventosa. Su 50 milioni di ettolitri di vino che si producono in Italia 10 milioni sono frutto di frodi. Nei due ultimi anni sono state presentate settemila denunce ». Discorsi molto più polemici, con evidenti preoccupazioni pre-elettorali hanno pronunciato gli onorevoli Walter Audisio e Luigi Longo del PCI e l'on. Angelino del PSI intervenuti al convegno per invito degli organizzatori tutti di ispirazione socialcomunista. I parlamentari e alcuni sindacalisti hanno attribuito il grave disagio dei viticoltori alla mancanza di provvidenze governative. II prof. Dalmasso, in un breve intervento finale, ha però riportato il problema nei suoi termini tecnici liberandolo dai fumi della propaganda di parte, e ha concluso: < Se da un lato dobbiamo esigere che si adottino dal governo 1 provvedimenti a favore della viticoltura (abolizione del dazio, ecc.) dall'altro occorre che tutti coloro, che operano nel settore, collaborino con unità e sincerità, per non frustrare gli scopi degli interventi legislativi ». Il geometra Goggi, as- sessore della Giunta provincia-le di Alessandria, ha applau dito la relazione Dalmasso e si è rammaricato che il convegno talvolta sia sconfinato in comizio. Infine è stato approvato un ordine del giorno che chiede l'abolizione del dazio, l'incremento delle Cantine sociali e una maggior disciplina nella produzione del vino. c. n. Il ministro persiano degli Interni, Jalali, fotografato menbt re viene trasportato a braccia da due marinai sulla spiaggia di una delle province della Persia recentemente sconvolte dal terremoto. (Telefoto a « Stampa Sera »)