Uccidono due donne a colpi di pistola dopo averle derubate di tre milioni di gioie

Uccidono due donne a colpi di pistola dopo averle derubate di tre milioni di gioie Impressionante delitto per rapina a S. Cataldo in provincia di Caltanissetta Uccidono due donne a colpi di pistola dopo averle derubate di tre milioni di gioie Le vittime sono spirate senza aver potuto fornire indicazioni sui due aggressori - Probabilmente esse avevano riconosciuto i banditi e per questo sono state assassinate - Una quindicina di fermi Nostro servizio particolare Palermo, lunedi mattina. Un feroce duplice omicidio è avvenuto alle 21,30 di sabato sera a San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, mentre per le vie e nella piazza principale si attardava la gente che il sabato è solita passeggiare più a luijgo del consueto. Per rapinare tre milioni di gioielli, due malfattori hanno uccìso la signora Maria Mangione, di 69 anni, inquilina della casa dove è avvenuto il delitto, e la signora Lina Averna, di 39 anni, titolare della gioielleria omonima sita in corso Garibaldi. La signora Averna, come soleva fare tutte le sere, uopo avere abbassato la saracinesca del negozio aveva riempito la capace borsa che portava con sé di tutti i preziosi di maggior valore, che non lasciava nella cassaforte per tema di colpi ladreschi. Chiuso il negozio, la signora Averna, assieme al marito Vincenzo Arcarese, di 48 anni, e alla sorella Rosa, si avviava tranquillamente verso la propria abitazione. In piazza si separava dal marito, il quale entrava in un caffè per incontrarsi con alcuni amici mentre la moglie e la sorella si dirigevano quindi verso casa. Giunte nei pressi dell'abitazione, la signorina Rosa veniva avvicinata dai figli della signora Mangione, i quali la pregavano di accompagnarli da una famiglia conoscente per assistere alla trasmissione televisiva ohe si sarebbe iniziata fra poco. La signorina Rosa aderiva di buon grado e lasciava la signora Averna la quale, prima di recarsi alla sua abitazione, entrava nella casa della signora Mangione, con la quale era solita tutte le sere scambiare quattro chiacchiere. Improvvisamente due uomini, che si suppone avessero seguito le due donne spiandone le mosse, penetravano nel piccolo vano terraneo e strappavano dalle mani della signora Averna la borsa contenente i gioielli. Cosa sia avvenuto dal momento dell'ingresso al momento della rapina non è facile stabilire. Certo è' che, dopo alcuni attimi dall'ingresso dei due uomini, si sentirono alcuni colpi di pistola, esplosi proprio nel piccolo vano terra. A coloro che si trovavano nelle vicinanze di casa Mangione fu dato vedere due uomini in piena fuga lungo via Pozzo Bellomo. Subito dopo usciva dalla casa barcollante, gravemente ferita, la signora Lina Averna. Mentre alcuni passanti provvedevano a trasportarla urgentemente presso la locale clinica, altri si affrettavano ad entrare nel piccolo vano terra per prestare aiuto alla signora Mangione, la quale era di stesa a terra già cadavere. Alla clinica, alla signora Averna non era possibile ap prestare alcuna cura, data la gravità delle ferite riportate Infatti 1 sanitari consigliavano i soccorritori a trasportare la poveretta, che era già in fin di vita, alla propria abitazione. Pochi minuti dopo infatti la signora Averna dece¬ deva tra lo strazio del marito e dei parenti, che nel frattempo, appresa la notizia, erano accorsi in via Bellomo. I due malfattori forse hanno commesso il delitto perché uno dei due potrebbe essere stato riconosciuto dalla Averna, un tipo di -donna piuttosto deciso e che probabilmente in seguito al riconoscimento aveva impegnato una coltottazione con gli aggressori. Da anni la signora Linai Averna aveva percorso il tratto tra il negozio e la casa con quella borsa, usata, per meglio salvaguardare 1 preziosi che con tanta cura e buon gusto esponeva nella vetrina del suo negozio. Qualche mese fa, in vena di facezie, la signora Averna ebbe a dichiarare ad alcune amiche: «Io con que- sta borsa In mano cammino ogni sera accanto alla morte. Ma ho fiducia nelVonestà degli uomini. Forse se 11 lasciassi nel negozio me li ruberebbero, i gioielli, ma portandoli addosso non oserebbero aggredirmi, e poi per così poco non rischierebbero certamente . la galera ». Ieri 1 cadaveri delle due donne sono stati sottoposti ad esame necroscopico: la Mangione è stata uccisa da un proiettile che le ha reciso la vena aorta; la Averna è stata raggiunta da due proiettili, uno del quali le ha perforato 11 fegato. Complessivamente 1 malfattori hanno esploso quattro colpi: uno è andato a vuoto. Sul luogo del delitto non sono stati trovati bossoli vuoti, circostanza che ha permesso di stabilire che 1 malviventi hanno usato una rivoltella a tamburo calibro 7,65. Sono state fermate fino a questa sera una trentina di persone. Quindici di esse sono state però rilasciate, avendo potuto dimostrare di essere estranee al delitto. In tasca ad uno del fermati è stata sequestrata, una rivoltella Smith scarica, che sarà sottoposta a perizia balistica. Non vengono forniti per il momento 1 nomi del fermati. f. d. La folla sosta In prossimità della casa nella quale sono state aggredite e uccise le due donne i Marla Mangione (Telefoto) Lina Averna (Telefoto)

Luoghi citati: Caltanissetta, Palermo, San Cataldo